Il 31 ottobre a Lucca Comics & Games si è svolto un incontro al Teatro del Giglio con R.L. Stine, famoso autore di horror per ragazzi… che sono diventati adulti e hanno fatto a gara per conoscere lo scrittore dei Piccoli Brividi e di molti altri romanzi che hanno segnato la loro infanzia.

Ha presentato l'evento Domenico Baccalario, scrittore famoso, tra gli altri, per la serie di Ulysses Moore: insieme i due autori hanno dato sfogo alla loro vena umoristica, accompagnando i lettori in questo incontro pieno di umorismo.

Stine si è dimostrato più che entusiasta di essere a Lucca, raccontando che in occasione dell'ultimo firmacopie a New York, un insegnando con la sua scolaresca gli ha detto che i suoi ragazzi pensavano che lui fosse già morto.

Baccalario ha quindi rivolto a Stine varie domande, mentre nel frattempo faceva passare tra il pubblico il "quaderno della vergogna", cioè un quadernino dove scrivere in maniera anonima le proprie domande.

Baccalario: Quanti libri hai scritto?

Ho perso il conto, quindi forse troppi. Direi 350 circa. Bisogna essere proprio matti per fare una cosa del genere. Ma del resto, che altro potrei fare tutto il giorno?

Baccalario: Isaac Asimov ne ha scritti anche di più. Anche lui era di New York. L'hai mai conosciuto?

Asimov viveva nella mia zona, lo incontravo sempre alla posta. Lui ne scritti più di me di libri, circa 550.

Baccalario: Davvero hai iniziato a scrivere a 9 anni?

Sì, a 9 anni ho cominciato a scrivere dei comics books, fumetti, su supereroi. Il mio supereroe era un deficiente, che si lanciava a testate contro gli edifici. Li portavo a leggere ai miei compagni di scuola e loro mi dicevano che disegnavo da schifo. A chi mi chiede se avevo un'insegnante a supportarmi in questo, sappiate che la maestra mi pregava di smettere di scrivere.

Baccalario: Le tue storie erano poco consigliate ai ragazzi in quanto horror?

Beh, l'insegnante di mio figlio Matt, quando consegnava la lista delle letture estive, specificava sempre di evitare i miei libri. E in effetti mio figlio ne ne ha mai letto uno. Non è orribile? Leggeva solo i fumetti di Garfield, e poi all'università ha studiato letteratura inglese.

Baccalario: Hai cominciato a scrivere per un giornale umoristico, Banana Magazine. Come sei arrivato a scrivere storie di paura?

È imbarazzante, non avrei mai pensato di scriverle, mi piaceva più la roba umoristica. Un giorno ho pranzato con l'editor di Scholastic, che era arrabbiato con Cristopher Pike (altro famoso scrittore) e quindi ha chiesto a me di scrivere un horror per ragazzi. E così ho fatto. Twisted è diventato un bestseller in classifica, così ho deciso di scrivere horror, e ho scoperto che ai ragazzini piace essere spaventati. Infatti quando andavo nelle scuote e chiedevo ai bambini: "Ma non vi fanno paura i miei libri?", loro rispondevano: "A noi piace aver paura."

Baccalario: C'è un libro che pensavi vendesse e invece non è piaciuto?

The nightmare room, che ho scritto in una pausa dai Piccoli Brividi. Fu un flop e a un firmacopie a Boston capii perché: un ragazzino mi disse che lui non voleva incubi. Così ho capito che il titolo era orribile. Invece tra tutti il mio libro preferito è Brain Juice, che parla di un liquido che viene bevuto dai protagonisti e li rende più intelligenti. Per questo motivo vengono evitati da tutti e persino rapiti dagli alieni per essere portati come schiavi in un altro pianeta. Ma durante il viaggio in astronave diventano sempre più stupidi…

Baccalario: Tutti i lettori si ricordano di Slappy

Slappy è il mio personaggio preferito perché popolare, ma anche quello che amo di meno perché non ne posso più di lui. Ho dovuto scrivere decine di libri con questo pupazzo animato, ho provato anche a ucciderlo, ma me l'hanno fatto riportare in vita. Anche Conan Doyle ha provato a uccidere il suo personaggio senza riuscirci.

Baccalario: Il tuo modo di scrivere è cambiato tra varie serie e personaggi?

Ho avuto libertà di scrivere per varie fasce di età, mi sono stati chiesti anche horror per adulti. Ho scritto Red Rain, per questo, ed è stato un terribile plot. Su Netflix è uscito un film ispirato a The Prom Queen, della serie Fear Street. Ho fatto fuori un sacco di adolescenti in questa serie, non so perché piaccia.

Comunque i lettori per cui ho scritto per i Piccoli Brividi, dai 7 agli 11 anni, sono meravigliosi. A quell'età sono entusiasti e mi scrivono spesso email che adoro leggere. Qualche settimana fa una ragazzina mi ha scritto dicendo che sono il suo "secondo" autore preferito. Un'altra invece: "Caro signor Stine, sei lo scrittore più spaventoso al mondo, voglio sapere tutto di te: hai i capelli? Con amore, Grace". La mia preferita è quella di un ragazzo: "Ho letto quaranta dei tuoi libri, credo che siano molto noiosi."

Baccalario: Hai attraversato generazioni di lettori. I bambini di 40 anni fa e quelli di oggi si spaventano delle stesse cose?

Sì, le paure non cambiano. I ragazzi hanno paura del buio, di essersi persi, dei mostri nascosti nella cantina buia o sotto il letto. La paura non cambia, è la tecnologia che cambia, anche nel giro di due settimana, e rovina la paura. Per esempio, il vecchio trucco horror di ricevere una telefonata di qualcuno che non sappiano… il numero compare nel cellulare! O ancora, dei ragazzi si perdono nei boschi… prendono il cellulare e chiamano aiuto. Oggi devo trovare delle scuse per portare avanti la storia, per esempio il telefono scarico. Inoltre la tecnologia rende i libri obsoleti. Una volta ho riletto un mio vecchio romanzo anni 90 dove la protagonista dice che è l'unica ad avere un cercapersone. Ora sarebbe assurdo.

Baccalario: Tua moglie è anche la tua editor?

Sì, e le uniche cose per cui litighiamo in casa sono le trame.

Baccalario: Parlaci del tuo cane Lucky.

Durante il covid tutti prendevano un cane. L'ho fatto anch'io, l'ho ordinato su un sito di una razza specifica, ma quando il corriere me l'ha portato dopo 2 settimane era il cane sbagliato. Però era troppo carino per mandarlo via. Così Lucky è rimasto. È un bastardino, e soprattutto un criminale. Ha morso mio nipote, che è andato all'ospedale, e mi ha pure telefonato la polizia e hanno messo Lucky in quarantena per 10 giorni. Insomma, ha la fedina penale sporca.

Baccalario: Sono stati fatti film, serie TV e videogiochi sui tuoi libri. Quale è stato il tuo ruolo in questi adattamenti?

Non ho fatto niente, ma sono stato fortunato perché sono venuti bene. Nei film con Jack Black l'unica cosa che ho fatto è stato togliere 2 battute su Stephen King.

Baccalario: Puoi darci tre suggerimenti di libri o film?

Non do consigli mai. Unica cosa, se siete interessati a scrivere non ascoltate quelli che vi dicono che è difficile. Se ci approcciate a scrivere con lo scopo di creare i vostri personaggi e il vostro mondo, allora non sarà faticoso ma un divertimento.

A questo punto sono arrivate le domande scritte sul Quaderno della Vergogna.

Hai mai avuto paura che una delle tue storie diventasse reale?

No. Il momento più spaventoso della mia vita è stato quando mio figlio aveva 4 o 5 anni e lo portai a un raduno di automobili, e lo persi. Ebbi un orribile senso di panico, durato pochi secondi, poi lo vidi, corsi da lui, e Matt mi disse: "Dov'eri papà? Stavo per chiamare il direttore".

Hai mai avuto un ghost writer?

No, mi piace troppo scrivere, non lo lascerei a nessuno.

Che effetto fa incontrare i tuoi fan adulti e sapere che sono cresciuti con i tuoi libri?

Mi rende grato. Quando scrivi non te ne rendi conto, ma poi trovi qualcuno che ti dice "sei stato la mia infanzia", o "non sarei oggi un insegnante o un bibliotecario se non fosse stato per te", ed è molto bello.

Baccalario ha quindi ripreso la parola: Ti piacciono le copertine dei tuoi libri o le vorresti diverse?

C'è un illustratore che amo, Tim Jacobus, l'unico che è sempre riuscito a inserire horror ed elemento umoristico nelle copertine. Siamo ancora amici.

Baccalario: Quando hai cominciato a scrivere, ti aspettavi questo successo?

No, non devi pensare quando scrivi a diventare famoso. Io ho scritto per 20 anni senza che nessuno mi conoscesse. Il successo dei Piccoli Brividi è stata fortuna, e io mi sento fortunato per questo.

A conclusione del divertente incontro, Stine ha lasciato l'impronta delle sue mani nel cemento per la Walk of Fame di Lucca, tra gli applausi generali.