È uscita la nuova raccolta di racconti fantastici curati dall'associazione RiLL nella collana Memorie dal Futuro, edita da Acheron Books. Questa volta l'antologia, intitolata Gli Occhi della Notte, raccoglie di racconti dello scrittore Alessandro Izzi, classe 1974 ed è stata presentata in occasione di Stranimondi.
Gli occhi della notte a Stranimondi
La nuova antologia personale curata da RiLL esordirà al festival Stranimondi (in programma il prox week-end.
LeggiGli Occhi della Notte contiene dieci racconti, dieci storie che hanno come protagonista il buio inteso, più come notte, come la parte più profonda e sconosciuta del nostro animo e di ciò che ci circonda. Il taglio della raccolta è più horror del solito, con elementi fantascientifici in alcuni racconti, come in Non io e in Symptomata. Qui non ci sono mostri, se non quelli che albergano nel nostro io più inconscio, o addirittura in un DNA modificato da virus informatici.
In questi racconti troviamo lupi mannari, morti (o non-morti), fantasmi, tutti elementi tipici dell'horror. Ma dietro di essi si affacciano situazioni e temi fin troppo reali, come l'emigrazione dal sud-Italia del primo Novecento, la pedofilia, la dipendenza dai social e da una tecnologia che può diventare ben più mostruosa di un banale vampiro. Molti racconti sono distopie del nostro universo reale e di un futuro che ci spaventa.
Andando più nel dettaglio, in Forse il sonno vediamo la prima infatuazione del giovane romano Luca Cortese Visconti, vivo che cerca di riempire il vuoto dentro di sé in compagnia dei morti, dibattendosi in un mondo di maschere in cui nessuno sembra ormai guardarsi davvero. Una riflessione su amore, solitudine e morte, sulle orme della citazione foscoliana: All'ombra dei cipressi e dentro l'urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?
Non io, racconto terzo classificato al Trofeo RiLL 2019, è scritto nella rapida e diretta seconda persona singolare, dal punto di vista di un onesto impiegato gay che vorrebbe solo passare una serata tranquilla, e invece si ritrova ad affrontare memorie sepolte, ma non per tutti, e forse non del tutto… a dimostrazione che i peggiori mostri sono quelli che albergano dentro di noi.
Cunto oscuro segue le vicende di una giovane orfana che da Napoli viene trascinata fino in America, per diventare la concubina nascosta di una famiglia di immagrati senza scrupoli, decisa ad avere un erede a ogni costo. Peccato che la povera orfanella nasconde molti più oscuri segreti di quello che sembra, e tutta la California ne pagherà le conseguenze.
Il racconto La notte americana mette in scena un po' le atmosfere di Stranger Things. Protagonista è un ragazzo deciso a diventare un bravo attore, che finalmente ottiene la sua parte in un film horror su un mostro alieno che mangia i cervelli della gente. Realtà e finzione danzano di pari passo sul filo del rasoio, fino a mischiarsi in modo inesorabile.
Il racconto che più mi è piaciuto è stato Symptomata, forse perché sapientemente costruito su due linee narrative temporali, forse perché tratta il tema di un'epidemia globale come quella che abbiamo da poco attraversato a causa del Covid. Anche qui l'autore gioca sul sottile filo che separa realtà e finzione, inserendo una metastoria nella storia e coinvolgendo strettamente anche i lettori in questa vicenda, in un finale che lascia parecchia inquietudine sul futuro che ci attende, in un mondo sempre più in mano alle intelligenze artificiali, che non sempre sono propense a seguire le tre leggi di Asimov…
E finalmente, un po' di classico horror in Ora che più vicina è la luna: dato che ho riletto recentemente Il Lupo della Palude di R.L. Stine, vi ritrovo quell'atmosfera di elementi horror, ma sempre venati da un sottile umorismo e dalla patina della nostalgia.
Eitan è uno scorcio nudo e crudo dei rischi dei social e delle dipendenze che possono provocare… tanto più se qualche entità sinistra decide di metterci lo zampino.
Avevo già letto Dove i morti viaggiano veloci, in quanto racconto vincitore di SFIDA 2023. Interessante l'espediente che permette ai morti fuori dalle polis di attirare il povero protagonista nelle sue grinfie e ottima la caratterizzazione del personaggio, anche se forse qualche accenno in più su questo mondo distopico horror sarebbe stata piacevole per creare più atmosfera.
Il pianto d'argento degli ulivi affronta di nuovo il tema dell'emigrazione dal sud-Italia del primo Novecento, stavolta con la delicatezza di una storia che parla di perdita ma anche di speranza.
E infine arriviamo a Se una sera d'inverno un lettore, anch'esso una vera chicca di metascrittura, una storia nella storia di cui tutti noi potremmo essere protagonisti, in una ring composition perfettamente costruita che coniuga l'elemento soprannaturale con l'amore della scrittura, e con il potere di una pagina bianca da leggere e da scrivere.
Gli Occhi della Notte, come le antologie predecessori, si è dimostrata una raccolta di racconti validi, sia come contenuti che come stile. Una lettura fluda, che non impegna dato la brevità dei racconti, e sa far riflettere su alcune tematiche del nostro mondo, senza mai cadere nel cliché e nello splatter a cui a volte tende l'horror. L'elemento sovrannaturale è il cuore di ogni vicenda e l'abilità dello scrittore consiste nel calarlo in mondi all'inizio apparentemente ordinari per creare quella sospensione di incredulità e amalgamare reale e immaginario nelle sue storie.
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