Star Wars, pur se concepito come avventura science-fantasy alla Flash Gordon, si è prestato negli anni a fungere da contenitore di sottogeneri.
Questo sembra avvenuto con Star Wars: Skeleton Crew, che arriverà ai primi di dicembre su Disney+-
Si parte dal piratesco, se la Galassia di Star Wars, se lo spazio in generale può essere un oceano in scala maggiorata, solcato da navi di ogni tipo, perché non possono esserci i pirati? D'altra parte non sono mancate in passato versioni fantascientifiche di L'Isola del Tesoro di Robert Louis Stevenson, dall'omonimo sceneggiato italiano del 1987, a Il Pianeta del Tesoro, film Disney del 2002.
Porti pieni di "feccia e malvagità" d'altra parte abbondano in Star Wars fin dalle origini, e se Obi Wan Kenobi redarguiva Luke, forse era troppo ottimista nell'affermare che non se ne sarebbero trovati altri nella galassia. Li abbiamo visti nei sequel, come nell'Universo Espanso, o nelle Legends.
Quello che era meno atteso era un pianeta che assomiglia tanto alla nostra Terra, con una comunità chiusa e ordinata, con ragazzi delle varie razze del mondo di Star Wars che vanno diligentemente a scuola in autobus, anche se sognano leggendarie avventure che avvengono da altre parti nella galassia.
Così accade che il giovane Wim (Ravi Cabot-Conyers), la cui aspirazione sarebbe quella di essere un Jedi, sia fondamentalmente un pesce fuor d'acqua in un mondo in cui la massima aspirazione della maggior parte delle persone è essere una ruota del carro, un ingranaggio del sistema e nulla più. Ma Wim non è l'unico che non regge bene il sistema di regole che droidi molto zelanti fanno rispettare, tra le quali la più importante è che la barriera che circonda del pianeta non debba essere oltrepassata. Ogni outsider ha una sua banda. Li abbiamo incontrati tante volte: I Goonies, i Perdenti di IT, la banda di Stand By Me. Adolescenti o preadolescenti in bilico tra ciò che sono, tra l'infanzia alla fine, e ciò che diventeranno, adolescenti e poi adulti, un giorno che sembra lontano. Non sembra un caso che Skeleton Crew, oltre a essere un nome piratesco, sia anche il titolo di una raccolta di racconti di Stephen King.
Tutto questo giro per dire, in buona sostanza, che Star Wars: Skeleton Crew è la storia di come Wim e i compagni di avventura Neel (Robert Timothy Smith), Fern (Ryan Kiera Armstrong) e KB (Kyriana Kratter) si troveranno fortunosamente su una nave pirata, persi nella galassia lontana lontana, con SM 33 (con la voce in originale di Nick Frost), un droide malridotto ma a loro fedele, e un'autentica canaglia, che a loro si presenta come Jod Na Nawood (Jude Law), ma che sembra essere conosciuto nella galassia con molti altri nomi, per nulla rassicuranti e molto pirateschi. Un uomo che promette di riportare a casa i ragazzi anche per tornaconto personale. Compito non facile perché sembra che il loro pianeta, At Attin, sia una specie di leggenda, la cui posizione non è segnata su nessuna mappa, come un mitico Pianeta del Tesoro.
Tre episodi, della lunghezza variabile dalla mezzora ai 47 minuti, sono appena l'avvio della storia, ma non appaiono dilatati. Il respiro non è corto, appare chiaro che l'intento degli sceneggiatori Jon Watts e Christopher Ford sia quello di lavorare sul percorso di crescita dei personaggi, di raccontare una classica avventura di formazione, che per destinatari ha sia ragazzi dell'età dei protagonisti che i loro genitori appassionati di Star Wars e nostalgici della loro infanzia o adolescenza perduta. Un'avventura per famiglie, a cui comunque hanno dato l'imprimatur anche Jon Favreau e Dave Filoni, parte del gruppo produttivo.
Jon Watts (gli Spider-Man dei Marvel Studios) firma un episodio d'esordio quasi tutto sul pianeta natale dei ragazzi, molto incentrato sulle dinamiche che portano il quartetto a unirsi, anche se non privo di momenti spettacolari, mentre sono diretti da David Lowery (regista dell'affascinante The Green Knight) i successivi due, ambientati al di fuori, in quell'universo narrativo che si è diventato sempre più variopinto da quando George Lucas lo ha ideato negli anni '70 dello scorso secolo. Azione, fughe precipitose, inseguimenti e battaglie nello spazio non mancheranno.
La visione di questi episodi è convincente. Gli eventi si succedono con buon ritmo, lasciando attendere con interesse i prossimi sviluppi, ovvero di scoprire se questa storia sarà totalmente avulsa alle altre parti del suo universo, ovvero la appena terminata guerra tra Impero e Ribelli, con la Nuova Repubblica che cerca faticosamente di ricomporre i pezzi, oppure invece ci sarà anche l'occasione per collegarsi al mosaico che tra la fine di Episodio VI e l'inizio di Episodio VII ha già visto porre ampi tasselli in The Mandalorian, The Book of Boba Fett e Ahsoka.
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