Sono i colori lividi a dominare sulla copertina di Le radici dell’inquietudine, l’ultima antologia saggistica curata da Marina Lenti. L’atmosfera è cupa, così come il castello che svetta nell’aspro paesaggio, e non potrebbe essere diversamente visto che il testo si occupa della narrativa gotica. Un volumetto agile composto da quattro saggi scritti da altrettanti autori diversi, capaci di ricostruire un’epoca letteraria e di dar vita ai suoi protagonisti.
Inizia Lenti con Suggestioni Gotiche nell’esplorazione del Doppio, il più lungo dei quattro testi, nel quale l’autrice fornisce le coordinate del genere, dalla nascita di una nuova sensibilità alle ambientazioni e alle creature, umane e non, che popolano l’immaginario. Fra queste, largo spazio è dedicato al doppio nelle sue molteplici sfaccettature attraverso l’analisi di alcuni capisaldi del genere, con ramificazioni verso il passato, le radici della letteratura, e nel profondo, negli aspetti oscuri dell’animo umano.
Inquadrati gli elementi principali, il libro prosegue con Scozia misteriosa: dal Gotico al dottor Jekyll di Paolo Gulisano. Studioso della storia e della cultura scozzese, Gulisano ripercorre rapidamente le vicende che hanno portato alla nascita di una sensibilità diversa da quella dominante, contrapponendo alla razionalità dell’Illuminismo l’interesse per ciò che è oscuro e misterioso. Un interesse che dalla figura leggendaria di Ossian passa per James Hogg, attraversa l’epoca vittoriana e i suoi rappresentanti e si sofferma su Robert Louis Stevenson. L’analisi letteraria è affiancata dalla cronaca, che fornisce ispirazione alla narrativa e che a sua volta con le sue finzioni illumina le oscurità dell’animo umano.
In La Donna, l’Amore e la Morte nell’opera di Edgar Allan Poe Cristina M. Donati si sposta al di là dell’Atlantico per indagare la figura del più importante esponente americano della letteratura gotica. Partendo dal tema ricorrente della morte di giovani donne presente non solo nella letteratura ma anche nelle arti figurative, Donati rilegge diverse opere di Edgar Allan Poe per evidenziare come, al di là delle caratteristiche del genere, lo scrittore sia stato capace di caratterizzare ciascuna delle sue eroine rendendoli indimenticabili.
Conclude Luca Fumagalli con Il fantasma di Canterville ovvero il sottile fascino dell’ambiguo. Se fra le opere approfondite da Lenti vi è Il ritratto di Dorian Gray, Fumagalli si sofferma su un altro dei capolavori di Oscar Wilde, apparentemente più leggero per via dei vani tentativi del fantasma di spaventare i nuovi proprietari del suo castello, ma non priva di risvolti inquietanti.
Scritto da persone che conoscono bene la materia che trattano e che sanno esporla in modo chiaro, Le radici dell'inquietudine è un’ottima introduzione a un periodo affascinante della letteratura, arricchito da alcuni approfondimenti interessanti anche per chi già conosce gli autori esaminati.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID