Veniamo alla recensione di Hallucigenia, librone che da Giugno ci ha accompagnata nella lettura dell’estate e dell’autunno. A buona ragione lo definiamo “librone”: quattocentosessantacinque pagine, diciotto racconti, a cura di Andrea Berneschi, con prefazione di Cristiano Saccoccia, firme di alcune degli autori più noti del movimento fantasy e fantastico in Italia: Smojver, Stancampiano, Spataro, Ghetta, Viscusi… e altri.
Siamo dunque in una buona e significativa compagnia, con tutte le probabilità di perdurarci per un tempo consistente.
Copertina di Davide Bart Salvemini, ispirata e dai colori suggestivi, affascinanti.
Quarta di copertina, breve, che recita così:
”Basta con elfi buoni e Oscuri Signori, barbari sotto steroidi e intrighi di palazzo! Abbiamo invitato diciotto immaginifici autori italiani là dove nessun racconto fantasy è mai arrivato prima.”
Mmh… c’era bisogno di questo proclama? E poi, a chi è rivolto? A un ipotetico lettore casuale di fantastico? Oppure strizza l’occhio a chi già segue il movimento e le sue propaggini, e ha dunque una certa dose di autoreferenzialità? Scopriamolo leggendo…
Siamo dunque catapultati in un caleidoscopio di immagini, ambientazioni, mondi, personaggi… stranianti. Da una parte, il bello delle antologie; dall’altra, c’è sempre il rischio di perdersi un po’, se tutto ciò che vediamo è necessariamente bizzarro e disorientante. Forse il pericolo più grande è quello di anestetizzare il lettore, sottoposto stile “cura Ludovico” di Arancia Meccanica a una carrellata per forza di cose stroboscopico-fantastica. Il dosaggio generale dell’ingrediente potrebbe sembrare insistente e ridondante, specie se poi scenari simili si rincorrono in diversi autori. Basta scrivere al "tempo presente" per dare freschezza e nuova veste agli stilemi consolidati del genere? Chi lo sa… Non semplicissimo è appassionarsi al ritmo ripetuto, all’apparenza schematico, di diverse storie dal simile copione. Altre volte lo stile di scrittura è così ricercato da essere potenzialmente frastornante. Altre ancora si gioca con l’ironia sugli stereotipi del fantastico… diciamo "peccato", si poteva magari osare qualche considerazione più significativa, che provasse a incidere sulla psiche del lettore con maggiore consistenza. Nello scorrere della lettura, certo si segnalano idee accattivanti, ambientazioni ben definite, strutture narrative che ispirano a proseguire… insomma, diversi buoni elementi.
Nello scorrere della lettura, si può magari sentire la mancanza di una visione generale che chiuda tutti gli elementi sopracitati in un recinto dalla forma fruibile, piuttosto che, magari, un ordine apparentemente casuale di presentazione. Si ha come l’impressione di trovarsi a un convegno, nel quale uno per uno gli autori sono chiamati a parlare di fronte a una platea amica, di cui conoscono gusti e declinazioni; più che costruire o demolire qualcosa, con magari una tensione contraddittoria sulle cui risultanti macerie sia possibile anche solo provare a edificare qualcosa… le tensioni sembrano "a salve"; gli affondi, non con l’intenzione di ferire. Il clima conclusivo, amicale, condiviso; più che pacifico, disarmato.
Per amor di completezza, come diceva il saggio, segnaliamo i racconti che più ci sono rimasti in mente: Sogna il mio nome, di Stefania Toniolo; Canto di Battaglia, di Simone Cicali; Il canto della gigattera, di Andrea Viscusi.
Segnaliamo infine il link, per chi, come noi, ha sempre sete di fantastico e non rifiuta certo un altro giro.
Hallucigenia – anantologia di fantasy surrealista e psichedelico
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