Il 17 gennaio all’anteprima stampa all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma erano presenti Timothée Chalamet, Edward Norton, Monica Barbaro e il regista James Mangold, che hanno raccontato la propria esperienza sul set di A Complete Unknown e le emozioni di aver ricostruito una fase importante per il mondo della musica.

Ecco alcuni dei loro interventi.

Il lavoro di preparazione per il film è durato ben cinque anni. Timothée Chalamet ha ammesso con orgoglio che tutti quanti si sono impegnati moltissimo. Ci abbiamo messo il 150% di noi stessi in un percorso che ha richiesto la massima concentrazione e dedizione.

La storia di Bob Dylan è molto amata, ma qual è stato il momento chiave che ha convito il regista che era sulla strada giusta? James Mangold ha citato una battuta detta da Chalamet nei panni di Bob Dylan, sulle persone che ricordano solo quello che vogliono del passato. Una battuta che ha scritto lui stesso, ripensando al modo in cui di solito si parla di Bob Dylan come un favolista, un narratore, un cantastorie. Quando noi stessi raccontiamo la nostra storia, secondo il regista, tendiamo a omettere le parti che non ci piacciono, enfatizzando i trionfi e minimizzando gli errori. Come narratore lui stesso riconosce che non c'è una verità assoluta. Per preparare il film ha parlato con Dylan stesso e hanno letto molte pubblicazioni di autori, giornalisti documentaristi, scrittori e tutti si contraddicono. Sempre sul raccontare la storia in modo poco genuino porta il discorso sui documentari, che fingono realismo ma sono in realtà film di persone che sanno di essere davanti a una videocamera, quindi stanno recitando, ciascun personaggio si mette al centro della storia ignorando gli errori, sottolineando soltanto il successo.

A Complete Unknown
A Complete Unknown

Per questo film Mangold ha detto di aver seguito i fatti reali, quando sono stati realizzati i dischi e come sono successe le cose nell'ordine cronologico, ma si sono anche impegnati a trovare il gusto stilistico migliore. Hanno cercato il “tono della verità”, una cosa che nessun altro media può fare, perché sono riusciti a ricreare con naturalezza quello che era successo come se non ci fosse stata una macchina da presa. Hanno ricreato le sensazioni di essere per strada e negli studi di registrazione prima che queste persone sapessero che sarebbero diventate dei punti di riferimento culturali molto importanti.

A Complete Unknow
A Complete Unknow

Sulla preparazione musicale di Edward Norton, l’attore ha ammesso che internet sia stato il canale principale per informarsi. È veramente sorprendente quello che trovi su YouTube. Credo che mi ci sarebbe voluto un anno di lavoro vent’anni fa per mettere insieme e studiare tutte le interviste, i concerti e le performance di Pete Seeger. Così è riuscito a rielaborarlo nella voce e con la postura. Tra i suggerimenti ricevuti da Mangold c’è stato quello di lasciarsi andare, ricordandosi che la storia del film è quella di una persona giovane che incontra qualcuno che ammira e che lo appoggia come le persone che si innamorano l'una dell'altra, ma che sono comunque in concorrenza. Questi sono i rapporti umani fondamentali, le interazioni che rendono una storia interessante.

A Complete Unknown
A Complete Unknown

Monica Barbaro ha conosciuto la vera Joan Baez, il personaggio che lei interpreta. L’attrice sa che i fan si aspettano di vedere una performance il più possibile riconoscibile, ma Joan Baez stessa ha dichiarato in un’intervista che “Se cerchi di fare qualcosa troppo perfetto lo privi di quello che lo rende interessante”, quindi sul set sono stati incoraggiati a non girare una biografia. Dato che Joan è viva, può parlare di se stessa in prima persona. Perciò per Monica Barbaro sapere che avevano la libertà di essere umani nelle scene, che potevano fidarsi tra loro di aver fatto tutta la preparazione necessaria per essere sufficientemente riconoscibili, l’ha tranquillizzata. Ha fatto anche i complimenti ai colleghi per le belle interpretazioni.

Timothée Chalamet è un attore molto amato, soprattutto dai giovani, e ritiene che ci siano ancora tante lezioni culturali, politiche e sociali che i giovani possono apprendere dai primi lavori di Bob Dylan, come accogliere la propria individualità e il proprio spirito creativo, esattamente come il musicista ha trovato il suo nome, la sua arte e la sua espressione.

James Mangold dirige Timothée Chalamet sul set di A Complete Unknown.
James Mangold dirige Timothée Chalamet sul set di A Complete Unknown.

Tra le canzoni, Blowing in the Wind è uno dei brani portanti del film, scritto dagli anni Sessanta contro la guerra e le scelte politiche statunitensi, che parla dei suoi orrori e dei diritti civili. È vero che ci sono delle canzoni in cui lui parla in una maniera specifica della guerra, ma molte invece sono vaghe, che possono far riferimento all'ipocrisia umana e a problemi che sono ancora oggi senza tempo. Per questo la sua musica trova ancora eco. Norton ha aggiunto che secondo lui è meglio se ciascuno traesse il proprio significato dal film. Se ne trovano un messaggio politico, va bene. Se c'è un qualcosa che li tocca emotivamente, lo devono capire.

A complete unknown

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Articolo di Emanuele Manco Domenica, 19 gennaio 2025

Il biopic musicale che racconta l'ascesa di Bob Dylan come un viaggio dell'eroe.

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