Terra Incognita racconta due storie apparentemente distanti tra loro. La prima è quella famiglia che vive in un alpeggio piemontese, senza le "comodità" della vita moderna, cercando un presunto "ritorno alla natura". Di contro la seconda storia è quella di una sperimentazione della fusione fredda, raccontata mediante la storia di uno scienziato che ha rifiutato invece le restrizioni della comunità amish in cui è cresciuto per abbracciare un percorso che l'ha portato verso la scienza.
Se il primo racconto è quello di un tentativo di ritornare alla vita più semplice, con un minimo dispendio di energia, il secondo ci pone davanti ai compressi necessari, all'eterno dibattico etico sulla ricerca nucleare e le sue ricadute belliche.
Non ci sono giudizi nell'esposizione del regista Enrico Masi, co-scrittore del documentario insieme a Stefano Migliore, solo l'esposizone e la visualizzazione delle due storie.
Le belle immagini evocano e suscitano emozioni contrastanti. Lo scopo riesce proprio perché non c'è un giudizio morale, una presa di posizione verso una scelta. Di contro emerge la constatazione che la sfida dell'energia sostenibile è fondamentale per il progresso umano, e tante persone lavorano in tal senso, tra mille incognite.
Probabilmente, ma questa è solo la mia opinione, una scelta non si contrappone all'altra. Un'alpeggio in montagna può essere alimentato da una fonte di energia, e non basarsi solo su mulini ad acqua e precarie forniture. Il nostro mondo è un sistema complesso, e più visioni possono essere integrate.
Un documentario da non farsi sfuggire per riflettere.
Terra Incognita TRAILER (SubITA)
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