Grazie a Edizioni Hypnos arriva La casa di mezzanotte e altri racconti, antologia di William Fryer Harvey.
Il volume racchiude i seguenti racconti:
- La doppia vista
- Attraverso la brughiera
- La casa di mezzanotte
- Sambo
- La tartaruga
- Sbrogliare
- La terza persona
- I dilettanti
- Cerchio completo
- Mrs Ormerod
- Il seguace
- L’uomo che odiava le aspidistre
- L’anestesia
- Il volo di Mrs Barnard Hollis
L’autore di questa raccolta è il britannico William Fryer Harvey, nato nel 1885 e morto nel giugno del 1937. Purtroppo Harvey non è molto conosciuto, ma per fortuna Edizioni Hypnos si è presa carico di riportarlo alla luce, inserendolo a pieno diritto nella sua collana Biblioteca dell’Immaginario. Lo aveva già fatto nel 2017 con La bestia dalle cinque dita, forse il suo testo più celebre.
La casa di mezzanotte si presenta come un volume corposo, che raccoglie ben tredici dei suoi racconti più celebri, di certo esemplificativi dello stile dell’autore. Alcuni, come Attraverso la brughiera, sono suoi testi d’esordio, altri, per esempio Il volo di Mrs Barnard Hollis, sono tra gli ultimi scritti pubblicati.
Ciò che si intuisce già dai primi racconti di apertura, come La casa di mezzanotte o Attraverso la brughiera, è certamente il suo approccio al sovrannaturale: sembra quasi comunicare al lettore la mera accettazione della presenza di fantasmi o altre entità. Il sovrannaturale diventa un elemento oggettivo del racconto e attorno al quale non solo si sviluppa di volta in volta la vicenda, ma che offre uno spunto per parlare di alcune tematiche, tra le quali la morte.
Altro elemento che viene in luce quasi in tutti i suoi racconti è la capacità dell’autore di stupire. Quello che sembra a tutti gli effetti un testo lineare, subisce quasi sempre un brusco cambiamento proprio poche righe prima della fine, di solito attingendo a piene mani dal sovrannaturale.
Lo stile dell’autore è conciso, a volte didascalico, ma sa pungere il lettore nel vivo, servendosi di poche parole e, a tratti, di scene macabre e dell’orrore.
A volte Harvey sfrutta anche una buona dose di ironia, come nell’incipit di Cerchio completo:
Che hai stamattina, Benacre? Sembri annoiato a morte, e non hai fatto un’osservazione intelligente da colazione.
O come nelle righe di apertura di Mrs Ormerod:
Agatha, mia cara, sei una santa con le tue lettere. Arrivano ogni mese puntuali come il conto dei fornitori, e lei mie a te sono poco più frequenti delle richieste per la tassa per i poveri.
Caro allo scrittore britannico è poi di certo l’ambiguità sia nei finali, che spesso sono a interpretazione del lettore, sia nei personaggi. I suoi sono figure grigie, spesso né buone né cattive, o tutte e due le cose. I loro animi risultano a volte sdoppiati.
I tredici racconti ci parlano anche della ricca immaginazione dello scrittore e della sua buona dose di originalità. Si pensi per esempio al suo L’uomo che odiava le aspidistre: quasi si arriva alla fine con il sorriso sulle labbra e la consapevolezza di aver appena letto un piccolo capolavoro.
Harvey ha scritto storie che a volte sono racconti di fantasmi, altre ricadono nel vasto genere del sovrannaturale e delle leggende popolari.
Tuttavia, ciò che colpisce nella scrittura di Harvey è la capacità di creare una vera e propria commistione tra i generi. Il suo non è un sovrannaturale classico, è qualcosa di più. A tratti sembra attingere direttamente dal gotico classico, a volte pesca dal genere noir e dall’horror.
Quel che è certo è che William Fryer Harvey è un autore da scoprire, sicuramente troppo a lungo dimenticato.
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