L'ispirazione è da una storia vera. Lee Miller (Kate Winslet), già notissima come modella e musa di artisti come Man Ray, nel 1938 in Francia incontra Roland Penrose (Alexander Skarsgård), artista e gallerista londinese, e con lui nasce una storia che la porterà a trasferirsi a Londra per seguirla.

Lì Miller mette a frutto il suo talento di fotografa iniziando a lavorare per Vogue. Allo scoppio della II Guerra Mondiale dapprima documenterà la vita londinese sotto i bombardamenti, per poi riuscira essere accreditata sul fronte europeo, al seguito delle truppe che nel giugno 1944 sbarcarono in Normandia per iniziare la liberazione dei paesi occupati dai Nazisti.
Al seguito delle truppe insieme all'amico/amante e collega fotografo David Scherman (Andy Samberg), documenterà eventi cruciali, come la battaglia di Saint Malo, la prima in cui fu usato il napalm, la liberazione di Parigi e e altri ancora, fino a entrare nella Germania devastata e a scattare alcune delle prime foto dei lager di sterminio nazista.

Si riscoprì modella per una foto di Scherman entrata nella storia, nella quale ha posato nella vasca da bagno di Adolf Hitler, nell'appartamenteo del dittatore appena occupato dalle truppe alleate.
Il film Lee Miller nasce da un ideale dialogo tra Lee (come in realtà si faceva chiamare, asciutto titolo originale del film) e suo figlio Antony Penrose (Josh O'Connor nel film), autore di una biografia che ha ispirato il film: Le molte vite di Lee Miller.
Proprio dal titolo del libro si rivela la complessità della protagonista. Il film di Ellen Kuras non affronta l'intera vita di Lee, donna che si potrebbe definire larger than life, perché oggettivamente sarebbe stata non contenibile in uno spazio così ristretto.

La sceneggiatura si concentra quindi su Lee che affronta un'esperienza devastante, arrivando a stretto contatto con la morte e la sofferenza della guerra, subendo un processo di crescita che la mette a contatto anche con i suoi demoni interiori.
È evidente che quanto è escluso esplicitamente dal film entri ci comunque in modo subliminalte. Le molte vite precedenti echeggiano nella vicenda, anche solo per come sono state spazzate via dalla tragedia.

Uno dei temi che emerge è il rapporto tra fotografo e immagine. Il fotografo assiste agli eventi, li documenta e non deve cedere alla tentazione di interferire. In alcuni momenti il senso di questa lacerazione emerge, grazie all'intensa interpretazione di Kate Winslet, che appare autentica in tutte le varie espressioni della personalità di Lee, anche apparentemente in contrasto tra loro.

Visivamente sottrattivo, nonostante si parli di un'artista visuale, Lee è un film curato nei dettagli della messa in scena storica, e deve la sua ottima riuscita anche a un cast azzeccato anche tra i comprimari. Oltre alla protagonista spicca e regge lo schermo insieme a lei l'intenso Josh O' Connor.
Lee è un film intenso e coinvolgente come pochi non solo per i temi che tratta, ma per come ci ricordi che le vite delle persone possono cambiare punti di riferimento nei momenti meno attesi, senza aspettare di trovarci preparati.
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