Lo sport da sempre è un ottimo mezzo per raccontare storie avvincenti fatte di determinazione e crescita, sia interiore che nei rapporti con gli altri.

Effettivamente si gioca pochino nei primi quattro episodi che abbiamo visto di Win or Lose, dove le partite di softball servono più da sfondo per raccontarci le storie personali dei vari personaggi. Un vincere o perdere non solo sul campo di gioco, ma anche nella vita quotidiana. Perché effettivamente in ogni aspetto della vita si presentano difficoltà, insicurezze e sfide.

Win or Lose
Win or Lose

Questa prima serie targata Pixar non si smentisce e riesce a trattare temi importanti che ci toccano o che ci hanno toccati tutti prima o poi nella vita, usando il tipico taglio umoristico, metafore visive e scene quasi mute ma capaci di raccontare tutto comprensibili da spettatori di tutte le età, con quel tocco che contraddistingue lo studio di animazione.

Win or Lose
Win or Lose

Il bello della regia è che molte scene già viste negli episodi precedenti si intrecciano con i successivi, rivissute però dal punto di vista del nuovo protagonista e ci permette così di capire cosa succede nell'insieme della vicenda. Ogni episodio, infatti, è vissuto attraverso gli occhi di un personaggio che orbita intorno alla squadra di softball in preparazione a una importante partita e lo stile delle metafore visive citate poco prima si adatta alla personalità di ciascuno, così come l'aspetto grafico del titolo in apertura e la canzone nei titoli di coda.

Win or Lose
Win or Lose

Abbiamo per esempio una gocciolina di sudore senziente che cresce in base all'ansia provata, quindi una via di mezzo tra misuratore emozionale e voce interiore. E ancora, gli insulti del pubblico diretti all'arbitro sparati come proiettili, che si protegge evocando un'armatura immaginaria capace di proteggerlo non solo da quelli ma anche dalle difficoltà della vita, nei rapporti con gli altri, e via così.

Win or Lose
Win or Lose

Un inizio positivo e promettente, che non crea alcuna confusione nel passaggio da un punto di vista all'altro, anzi, arricchisce la visione d'insieme. Speriamo solo di vedere finalmente la partita completa alla fine, perché è vero che la base sportiva è un terreno fertile per dare spunti narrativi, ma quando viene presentato come tema principale ci si aspetta che si arrivi fino in fondo, ma siamo fiduciosi.

Ps. Certi bambini non sono quello che sembrano. Chi vi scrive non vede l'ora di recuperare gli episodi mancanti per scoprire se ci sia qualcosa di misterioso dietro a un inquietante marmocchio che ama l'aranciata.