- Trama deboluccia…
- … ma molti pregi
- Un invito a viaggiare e scoprire la cultura
- Parola d'ordine: accessibilità per tutti
- Un’anima educativa fin dagli esordi
- Un'avventura consigliata
Mettere insieme tutti gli indizi per giungere a una conclusione logica è un approccio che affascina. Affiancare un detective durante la lettura di un giallo, provando a indovinare l’enigma, avvia un mix tra curiosità e voglia di mettersi alla prova. Una sensazione che risulta avvincente per un medium come il libro, dove il lettore può solo fare le proprie elucubrazioni, vincolato però alle scelte dello scrittore; quando viene applicata a un videogioco, però, il livello di immedesimazione si espande a dismisura.

Carmen Sandiego sfrutta proprio questa meccanica per offrire un videogioco dall’approccio molto semplice, che si impara poco per volta.
Sono disponibili due modalità di gioco, che condividono quasi tutti gli approcci di fondo: la campagna principale, il vero cuore del gioco in un delizioso stile 3D che ricalca l'atmosfera del recente cartone animato pubblicato su Netflix e porta avanti la trama; e i file dell'ACME, che offrono missioncine più rapide, senza una reale esplorazione né storia di fondo, presentati però in pixel art, per richiamare le origini videoludiche in casa Broderbund tra la metà degli anni Ottanta e metà anni Novanta.

Perché, sì, con questo videogioco realizzato da Gameloft, Carmen Sandiego torna alle proprie reali origini, quelle nate su PC, dove il giocatore doveva mettere in moto la materia grigia per scoprire dove fosse finita questa scaltra ladra di opere d'arte e addirittura monumenti. Il celebre cartone animato degli anni Novanta era una conseguenza al successo della serie di giochi, ma ci torneremo più avanti.

Trama deboluccia…
Le missioni sono piuttosto rapide e la trama, come in molti giochi, non è così preponderante, è più il collante e la scusa per passare da un'ambientazione all'altra, spesso infarcita di trovate un po' sempliciotte. Sicuramente questa è la conseguenza dell'evoluzione di questo progetto, passato da app per smartphone e tablet a vero e proprio videogioco per PC e console.
Le missioni a lungo andare possono dare un senso di deja-vu, perché le “giustificazioni” della trama saranno pure diverse, ma capiterà spesso di ri-visitare dei luoghi già esplorati semplicemente in cerca di altri indizi o con un approccio diverso.
Di pregi, però, ce ne sono in abbondanza.

… ma molti pregi
Innanzitutto poter giocare proprio nei panni della celebre ladra anziché essere “solo” degli agenti investigativi permette al giocatore di divertirsi con tutti gadget a sua disposizione come i sensori di impronte, temperatura e il radar, il rampino per raggiungere velocemente spazi inaccessibili e il deltaplano per planare verso luoghi lontani. Non ultimo, l'accesso al database dell'agenzia ACME, che permetterà di filtrare i sospettati attraverso gli indizi raccolti in ogni scenario per assicurare alla giustizia gli agenti dell'associazione criminale VILE.

Perché, ricordiamolo, in questa nuova incarnazione giovanile del personaggio, Carmen Sandiego si è formata come ladra, ma si è redenta e adesso utilizza le capacità criminali apprese mettendole al servizio della giustizia, al contrario di quanto avveniva in passato, nell'era pre-Netflix. È insomma una ladra-che-ruba-ai-ladri, una giustiziera sopra le righe e fuorilegge, comunque ricercata dalle autorità, ma che agisce per il bene. Un messaggio sotto sotto positivo, rispettoso dell'obiettivo educativo che ha sempre permeato il brand.
Un invito a viaggiare e scoprire la cultura
E così arriviamo al pregio più grande di tutti: suscitare nel giocatore la voglia matta di prenotare un volo e cominciare a viaggiare, o in alternativa aprire un atlante e i libri di storia per studiare. Proprio per la sua natura di gioco veloce e semplice ogni missione, tra un indizio e l'altro, fa largo uso di un Almanacco, dove si trovano i dati fondamentali di ogni Stato e città che Carmen dovrà visitare per raccogliere indizi. Non solo, ciascun luogo ha sempre tre punti di interesse con brevi descrizioni che invogliano ad approfondirne la storia e la cultura, nonché piccole nozioni ancora più focalizzate sui monumenti, manufatti e luoghi che visiterà esplorando ogni anfratto degli scenari.

Parola d'ordine: accessibilità per tutti
Nessun ambiente è mai troppo vasto o complicato, garantendo l'accessibilità del gioco alla portata davvero di tutti: dai bambini che hanno bisogno di un gioco alla loro livello e che stimoli anche la loro curiosità agli adulti che cercano un passatempo con cui riempire qualche minuto con una o due missioni.
Ciò non toglie che, per quanto non presenti sfide impossibili, bisogna comunque mantenere un certo grado di concentrazione, perché ogni missione è disponibile solo per determinati “giorni”. Che non sono giorni reali, bensì sono scanditi dal tempo che Carmen impiega nella raccolta degli indizi. Ogni azione importante, come volare in un altro luogo, esplorare più a lungo una città, soffermarsi maggiormente in un interrogatorio, richiederà un determinato numero di ore, che andrà a ridurre i giorni a disposizione per catturare gli agenti della VILE. Perciò occorre fare in modo di azzeccare possibilmente al primo colpo la successiva destinazione, perché atterrare in una città sbagliata richiederà molte ore di volo in più per recuperare e quando si hanno abbastanza indizi, meglio fare subito una verifica nel database dell'ACME per ridurre il numero di sospettati e capire se serve interrogare altre persone o se è sufficiente quanto raccolto, per non sprecare tempo prezioso.

Il gioco è anche disseminato di semplici minigiochi, come l'hacking di computer, il sabotaggio di centraline elettriche e l'apertura di serrature, per variare il ritmo e fornire nuove sfide in linea con la natura della protagonista. Sfide comunque sempre alla portata di tutti, dove il margine di errore è molto ampio, per un'esperienza impegnativa ma tutt'altro che punitiva.

Un’anima educativa fin dagli esordi
Carmen Sandiego è un nome che circola nel mondo dell’intrattenimento da metà anni Ottanta, attraverso una serie di videogiochi educativi pensati per insegnare ai bambini la geografia che hanno avuto molta risonanza anche in ambito scolastico. Lo slancio di successo in Italia, però, è arrivato nei primi anni Novanta grazie alle alla messa in onda del gioco televisivo Che fine ha fatto Carmen Sandiego? dove i bambini ospiti del programma dovevano rintracciarla attraverso degli indizi lanciati dai conduttori. In seguito è arrivato il cartone animato Dov'è finita Carmen Sandiego? che ha sancito definitivamente la popolarità del personaggio per i ragazzini di quegli anni.

Un'avventura consigliata
Carmen Sandiego si è rivelata quindi un'esperienza divertente, un buon accompagnamento alla graziosa serie pubblicata su Netflix. Una trama avvincente non è pervenuta, ma non è certo quello l'obiettivo di questo prodotto, che usa le meccaniche ludiche esclusivamente per fare quello che promette: fornire un intrattenimento tanto semplice quanto capace di far girare le rotelle cerebrali senza stressare il giocatore e soprattutto scatenare la curiosità per le meraviglie che ci offre il mondo.
C'era spazio per fare di più? Sicuramente. Tuttavia, trattandosi dell'evoluzione di un gioco pensato per mobile, con meccaniche e tempistiche completamente diverse da PC e console, possiamo accettarlo anche così, nella speranza che il brand continui a suscitare interesse nei produttori e ricomincino a sfruttarlo anche a livello ludico come fu agli esordi, perché di potenziale ce n'è in abbondanza.
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