Karsh, un creatore di filmati industriali, ha inventato una tecnologia chiamata GraveTech, che permette di osservare, tramite uno schermo montato su una lapide o dal cellulare, il corpo dei propri cari defunti, avvolto in uno speciale sudario ipertecnologico. L’uomo dopo aver perso la moglie Becca a causa del cancro, trova conforto nell’idea di continuare a vederla, ma un giorno si accorge che sulle sue ossa sono visibili strane escrescenze. Alcune tombe vengono violate da dei terroristi informatici, forse alla ricerca proprio di questa mutazione, anche se Terry, la gemella di Becca e il suo ex marito Maury, amanti del cospirazionismo, hanno altre idee. Forse dietro a tutto ci sono i cinesi con cui Karsh ha sviluppato il progetto, oppure i russi, o magari il dottore che aveva in cura Becca, ora scomparso ma responsabile di inquietanti esperimenti.

David Cronenberg continua a parlare di corpi ibridi e in The Shrouds – Segreti Sepolti, presentato in concorso al Festival di Cannes 2024, lo fa, sempre in modo laico, in relazione alla morte della compagna di una vita scomparsa nel 2017. Il protagonista interpretato da un Vincent Cassel pettinato e truccato come il regista, rende evidente quanto questa pellicola sia personale, e come vengano richiamati parecchi temi riconoscibili nel cinema di Cronenberg. Il problema però è che The Shrouds se da una parte vorrebbe evoca i fasti del passato attraverso il body horror, dall’altro si ripiega su se stesso, in una storia che finisce per sfiorare il nonsense. Come già accaduto in Crimes of the Future anche se in modo minore, pur partendo da un'idea interessante, la magia non riesce più.

In The Shrouds, dopo una prima parte dall'atmosfera angosciante, quasi asfissiante, con pochi set e una fotografia sempre virata verso il grigio, ne segue una seconda che si perde in un labirinto impossibile da decifrare. Il problema più che nella storia senza capo né coda, sta nella verbosità di una pellicola che racconta fino allo sfinimento ma che fa vedere pochissimo. È evidente che la dimensione del sogno e l’impossibilità di dare un senso univoco a ciò che sta accadendo ai personaggi così come la ricerca di un colpevole, siano la metafora dell’impossibilità di dare un senso alla morte, ovvero di trovare una spiegazione a ciò che impossibile da spiegare. Un ottimo teorema se non fosse per l’esecuzione davvero troppo debole, soprattutto se confrontata a pellicole come La mosca, Videodrome, Crash o eXistenZ in cui base teorica e creazione di mondi andavano di pari passo.
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