Il Palio di Siena, una delle più famose corse di cavalli del mondo, oltre a essere la più importante rievocazione storica della città toscana - che di storia medievale ne ha da vendere - si è svolto come di consueto il 2 luglio in piazza del Campo, dedicato quest'anno a S'Ansano, patrono della città. Delle dieci contrade contendenti, la Selva ha avuto la meglio, grazie al cavallo Zodiach montato dal fantino esordiente Antonio Villella, detto Sgaibarre. La gara, dopo una prima falsa mossa, non ha riservato particolari sorprese; già dalla seconda curva - detta del Casato - Sgaibarre ha conquistato la testa, mantenendola fino al termine del terzo giro.

I contradaioli in festa hanno ricevuto il Drappellone, dipinto quest'anno dal pittore senese Francesco del Casino, mentre il cavallo veniva portato in Duomo per la cerimonia del ringraziamento. I festeggiamenti andranno avanti senza soste per molte settimane, forse addirittura fino alla prossima corsa detta dell'Assunta, che si svolgerà il prossimo 16 agosto. Il cavallo è il vero eroe, riceverà ogni sorta di attenzione e affetto, fino a presidiare, a capotavola, la cena che si terrà in suo onore in contrada durante la settimana.

Ma la corsa è forse l'aspetto del Palio che ha meno rilevanza. Il Palio di Siena non è racchiuso in quei tre giri, ma il suo significato va molto oltre ogni immaginazione. La città vive l'evento per tutto l'anno, i cittadini "sentono" la propria contrada come qualcosa di divino, qualcosa per cui valga la pena vivere e morire. Nessuna forma di tifo sportivo può essere paragonata a quello che ogni buon senese è in grado di fare e di sentire durante quei pochi minuti, come se uno spirito irrequieto si fosse impossessato temporaneamente della sua anima.

La prima corsa si svolse nel lontano 1147 e da allora non ha subito soste. Ogni anno la storia viene rievocata in piazza, con un caratteristico corteo. La presentazione del Palio e del Carroccio; la corsa dei carabinieri; il corteo delle contrade accompagnate dai caratteristici sbandieratori, protagonisti delle famose e mirabolanti acrobazie - l'origine delle quali sembrano risalire al 1260, quando alle porte della città alcuni senesi accolsero con le bandiere la notizia della vittoria contro i guelfi fiorentini della famosa battaglia di Montaperti, ricordata anche da Dante nella Divina Commedia.