Sthepen King ha concluso la saga fantasy iniziata oltre trent’anni fa. Lo ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Amazon.com. L’autore americano, più volte al centro dell’attenzione per un presunto quanto falso ritiro dal mondo dell’editoria, ha scritto i tre romanzi conclusivi de La Torre Nera.
Per l’occasione è appena uscita in libreria, una nuova edizione de L’ultimo Cavaliere (Sperling Paperback - pagine 223 - prezzo 8,50 euro), il primo libro della serie, uscito per la prima volta in Italia nel 1989, ma scritto dall’autore negli anni ’70, ancora prima del romanzo d’esordio Carrie. Stephen King - dichiara nell’intervista - ha deciso di rivedere completamente il romanzo, ampliandolo e corredandolo di una nuova prefazione, per adeguarne il linguaggio che risentiva troppo dei difetti “giovanili”. La nuova edizione, tuttavia, per stessa ammissione dell’autore, attirerà l’attenzione solo di un ristretto pubblico di “completisti”.
L’uscita del nuovo romanzo, The wolves of Calla, è prevista in America per novembre, mentre gli altri due - The song of Susannah e The Dark Tower - saranno disponibili rispettivamente in estate e a novembre 2004. King aveva avuto la singolare idea di far uscire i tre romanzi contemporaneamente, ma la proposta ha fatto storcere la bocca all’editore per evidenti motivi economici.
Intanto in internet è stato realizzato un sito che presenta i nuovi libri in modo spettacolare, con tanto di file audio da scaricare in cui lo stesso King parla della saga come dell’opera più significativa della sua intera carriera.
7 commenti
Aggiungi un commentoHai ragione, una parentesi la posso anche mettere, tanto per mettere la pulce nell'orecchio... (fatto) Grazie per il suggerimento.
Aspetta, aspetta. Io però non ho capito qual è il criterio secondo il quale suddividi in capitoli la narrazione. Quante scene? Perchè proprio quelle?
Non esiste un criterio vero e proprio, dipende molto dal modo in cui scegli di narrare la storia.
La mia trilogia, ad esempio, è rigorosamente cronologica. Questo significa che i capitoli mescolano scene riguardanti vari fronti d'azione o, per essere più chiari, personaggi che agiscono in zone del mondo distanti fra loro e senza interagire.
A questo punto, i capitoli diventano semplicemente una sorta di cadenza ritmica, come dei passi (veri passi di gamba umana, s'intenda! ) che portano a compiere il cammino.
Quante scene inserire e quanto lunghi si vogliono i capitoli dipende da scelte soggettive.
Nel caso del mio ultimo romanzo, invece, ho preferito sacrificare una cronologia pedissequa in favore di capitoli più organici, che racchiudano eventi riassumibili in un titolo e quindi riconducibili a un tema, più o meno.
Non è un caso che i capitoli della mia trilogia fossero soltanto numerati, mentre quelli del prossimo romanzo abbiano un titolo.
Insomma, Melusina, le soluzioni sono diverse anche per me, nonostante il mio metodo possa far pensare a molti ch'io sia rigido e sempre legato a quanto stabilito.
Ciò che conta è il risultato finale e se il risultato finale si raggiunge più facilmente con un metodo diverso... (se sapessi quante cose sono cambiate nel mio metodo durante l'ideazione e la stesura del mio ultimo romanzo, ti chiederesti come mai ho scritto questa rubrica! La realtà è che, come scritto da qualche parte, siamo esseri in evoluzione e di conseguenza va tutto il resto: niente è immutabile).
Il succo è che ponderare il modo di procedere a volte è più importante del procedere stesso. Senza ponderare a volte si ottengono risultati mediocri, proprio perché ci si è irrigiditi su un metodo che applicato alla situazione era fallimentare.
A questo punto, per evitare un ulteriore ragionamento carpiato con avvitamento, chiudo!
Qui, in questa parte della rubrica la cronologia, diventa visibile (benissimo)!
Negróre ha scritto:
“che tipo di narrazione avrete?
Rigorosamente cronologica?
Con flashback?
Non cronologica?”
Ma nel corso della stesura, quanto è importante tenere presente queste risposte? Il tipo di stesura può anche essere un miscuglio? O si deve seguire un unico stile?
Negróre ha scritto:
“Poi ponetevi questa seconda domanda: quanti fronti d'azione esistono nel vostro romanzo?”
Hai dato un nome alla mia attuale difficoltà e la cosa mi fa ridere. La risposta è 17... non è tecnicamente impossibile vero? (oppure dovrei avere qualche legame di sangue con Tolkien?)
Cmq (e in breve) stavo pensando ad un modo per non appesantire la mia storia:
trattare questi 17 personaggi principali superficialmente (o meglio 16 poiché la prima e l’assoluta protagonista dell’intera storia) e poi in un volume parallelo descriverne i percorsi, che nella mia storia portano nella medesima direzione (e risultato) ma con evoluzioni totalmente differenti da crearne addirittura piccoli racconti.
In pratica nella storia le inizializzo, finendo il romanzo con loro belle che fatte e finite. Poi lascio al lettore la possibilità di leggerne i percorsi in un volume separato (sarà un altro paio di maniche ma l’intento è quello).
Sostanzialmente, cosa ne pensi (tu e tutta FM ovviamente)?
Negróre ha scritto:
“Se la narrazione non sarà cronologica, allora dovrete stilare una scaletta secondaria con l'esatta sequenza delle scene, così come il lettore le leggerà”
Questo concetto mi piacerebbe approfondirlo, qualcuno di voi ha scritto qualcosa in questo stile e vuole condividerlo?
Il flashback può anche affiancarsi al capitolo precedente? (19-A Piccoli Passi) Sul discorso delle scene incomplete a cui ho dato un mio personale commento?
Negróre ha scritto:
“Nel caso in cui vi siano più fronti d'azione, potrete suddividere i capitoli per fronte d'azione, sconvolgendo la cronologia. Oppure...
...basta: troppe combinazioni”
Recepito bene, comunque!
Negróre ha scritto:
“La realtà è che, come scritto da qualche parte, siamo esseri in evoluzione e di conseguenza va tutto il resto: niente è immutabile”
Concordo in pieno!
Grazie per il tuo lavoro Negróre!
Ehm... ciò che l'autore stabilisce nella cronologia, secondo il metodo espresso in questa prima parte, è ciò che avverrà durante la stesura.
Poi, nulla è immutabile. Se l'autore si rende conto, mentre scrive, che a un certo punto della vicenda un flashback è il perfetto espediente tecnico, sarebbe uno stolto se non cambiasse le carte in tavola.
Ma se decidi di narrare la tua storia in un certo modo, ponderando prima di cominciarla, che senso ha non considerare valido quanto deciso? Forse non ho capito cosa intendi...
Penso che puoi fare tutto ciò che vuoi. Nello specifico, direi che il tuo progetto è interessantissimo, davvero, e che l'unica cosa cui devi fare molta attenzione è non rendere troppo interessanti personaggi che poi non "troveranno spiegazione" se non nel secondo libro. Insomma, deve risaltare in tutto e per tutto la tua protagonista assoluta. E non è facile renderla più interessante della somma delle sedici rimanenti...
Attenzione. Non so se mi sono spiegato bene, ma una narrazione non cronologica non implica la presenza di flashback. Una narrazione non cronologica significa che ciò che accade al personaggio B viene descritto dopo ciò che accade al personaggio A, anche se ciò che accade a B avviene prima di ciò che accade ad A.
Più chiaro?
Il flashback, invece, sono ricordi del personaggio A presentati come presente. Cosa molto diversa.
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