Nel 1796, quando la nostra penisola conobbe le conquiste di Napoleone Bonaparte, si registrarono fatti incredibili. Fra questi si ricorda che 101 immagini della Madonna si "animarono". Raffigurazioni dipinte e scolpite iniziarono, cioè, a muovere gli occhi (Rino Cammilleri e Vittorio Messori, a riguardo, hanno pubblicato il libro intitolato Gli occhi di Maria). In altre zone d'Italia, prima e dopo l'arrivo del generale francese, si registrarono invece periodi di freddo intensissimo, o di siccità. Fra i fenomeni anche misteriose malattie che colpivano gli animali, storie sulla fine del mondo.
Piccoletto, grassoccio, geniale, spietato. Napoleone Bonaparte, l'uomo dalle mille grandi imprese, colui che Nostradamus ha identificato come uno degli Anticristo, di leggende alle spalle ne ha proprio tante.
Ma fu un portatore di libertà o un insopportabile tappo tirannico? Otterremo sempre risposte differenti, una via di mezzo non c'è: "o con lui, o contro di lui".
Il 22 novembre 2003, a Venezia, più di duecento anni dopo la fine della millenaria Repubblica Veneta, è successo qualcosa. Un vero e proprio processo è stato organizzato nel capoluogo veneto e il francese è stato giudicato colpevole, responsabile della maggior parte dei reati contestati. Di avere cioè mosso guerra alla Serenissima in un periodo storico che la vedeva come uno Stato pacifico e neutrale. Di avere commesso atroci massacri quando il popolo cercò di ribellarsi, di avere saccheggiato il territorio di innumerevoli opere d'arte, di averlo affamato e distrutto in modo talmente violento che solo negli ultimi decenni gli attuali Veneto e Friuli sono riusciti a rilanciarsi economicamente. Fatto scatenante della protesta, e motivo per organizzare il processo, era stato l'acquisto, da parte del sindaco della città lagunare, di una statua di Napoleone del valore di centinaia di migliaia di euro. Un affronto che, per l'opinione pubblica, andava anche a discapito della cultura veneta, per la quale, invece, solitamente mancano i fondi (ha suscitato clamore il fatto che per il recupero e il restauro della galea di San Marco in Boccalama, unico e ultimo esemplare esistente dell'imbarcazione largamente utilizzata all'epoca dei Dogi, l'amministrazione comunale non abbia saputo reperire i pochi soldi necessari).
La sentenza di colpevolezza, emessa a Palazzo Ducale, potrebbe ora addirittura servire a una clamorosa azione di rivalsa in sede europea. Grazie al verdetto, infatti, i promotori del processo sono pronti ad appellarsi alla Corte dei diritti internazionali dell'Aja.
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