Da cosa iniziare, dunque?
Il metodo, metaforicamente, è quello dello scultore. Per dar vita al possente guerriero che ha in mente, lo scultore sceglie uno grosso blocco di marmo. Quindi inizia a lavorarlo, dapprima grossolanamente, dappoi, come la forma del corpo diviene realtà grezza, scende sempre più nei dettagli, cesellando.
Il metodo, dunque: dalle parti più grandi a quelle più minute. Mai il contrario.
E qual è la parte più grande, il corpo del nostro mondo? Il suo aspetto, la sua geografia.
Quando iniziai a pensare al mondo de La Triade*, istintivamente feci la cosa più logica: disegnai una mappa. Nel mio caso si trattò di una mappa piuttosto particolareggiata. Questo non è sempre necessario, anzi, direi che dapprincipio è meglio evitare i particolari.
In linea di massima, è bene decidere la posizione delle catene montuose, delle colline, delle foreste, dei corsi e degli specchi d’acqua, delle pianure, degli eventuali deserti… insomma, di tutto ciò che costituisce approssimativamente il territorio in cui la vicenda si svolgerà.
Nota bene: la mappa in questione è uno strumento di lavoro che aiuterà in moltissime situazioni, non un vezzo. A romanzo ultimato, la si potrà includere o meno nel volume, questo dipenderà soltanto da voi.
Alcuni consigli pratici:
1. Per disegnare utilizzate una matita a tratteggiate lievemente, poiché in questa fase i ripensamenti saranno numerosi, soprattutto quando gli elementi del mondo cominceranno a essere molti e si intrecceranno, intralciandosi (la mappa del mondo verrà influenzata in fasi successive da aspetti fondamentali quali la geografia politica, ad esempio, ma anche da aspetti che non sembrano essere correlati, quali i credo delle popolazioni – immaginate un grandioso luogo di culto… forse vorrete segnarlo sulla mappa -).
2. Inizialmente abbozzate soltanto le zone in cui vi saranno gli elementi naturali. È inutile disegnare con cura e dovizia di particolari ciò che poi dovrà essere parzialmente cancellato (un esempio su tutti: se in seguito deciderete di posizionare una città all’interno di una foresta è bene che di quella foresta voi abbiate segnato soltanto i confini).
Non ha alcuna importanza la vostra abilità nel disegno, a meno che non vogliate poi includere la mappa nel romanzo (nel qual caso dovrà essere leggibile e presentabile, ma si può sempre disegnarne una seconda versione in seguito).
Quello che conta è farsi un’idea del territorio.
Noterete che già in questa fase nuove idee si presenteranno: basta vedere un abbozzo del vostro nuovo mondo e già penserete a come suddividerlo politicamente, a dove collocare le città, a quali popoli lo animano…
Ma non abbiate fretta. Tutt’al più prendete appunti, seguendo una numerazione logica (personalmente, per La Triade utilizzo un file di testo, strutturato in sezioni e sottosezioni; il suo contenuto è cresciuto anche grazie ad appunti mentali, cartacei e vocali; giro armato di un miniregistratore… non si può mai sapere quando un’idea vi illuminerà il volto).
Questo approccio, disegnare una mappa, dà forma alla vostra idea iniziale e racchiude in sé qualcosa di magico: vi fa scavalcare d’un solo balzo il possibile blocco “da dove comincio?”. Non è un problema da sottovalutare; talvolta l’ostacolo diviene insormontabile, portando a pensieri negativi sulle proprie capacità creative. Spesso, invece, il motivo del blocco è esattamente il contrario: troppe idee in mente, così tante che dar loro un ordine è cosa difficoltosa.
Quale livello di dettaglio?
È presto detto: quello che ritenete necessario. Non vi è una regola precisa in questa fase. Per ora, comunque, non badate troppo ai particolari, poiché i prossimi passi li aumenteranno in modo esponenziale.
Nel prossimo capitolo affronterò la geografia politica del mondo.
*La Triade è il titolo della lunga saga che sto ideando e scrivendo.
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