Non vi sono regole precise nell’assegnazione dei nomi alle catene montuose, alle foreste, ai corsi e agli specchi d’acqua, alle città, ecc… tuttavia vorrei lo stesso mettervi in guardia. Sebbene sembri un aspetto banale dell’ideazione, alcune scelte potrebbero essere sgradite ai vostri lettori, quasi nell’armonia della mappa – e del mondo – vi fossero alcune note stonate.
Ponderate su quanto segue:
1. Prima cosa fondamentale è che essi siano coerenti, non un ammasso senza senso. È piuttosto difficile trovare in Italia una località che si chiami Würzburg e viceversa è difficile che in Germania ve ne sia una chiamata Caltanisetta.
Quello che conta è la coerenza della grafia e del suono. Nessuno vi dice che dovete usare un’unica soluzione per l’intera mappa, ma è certo sensato armonizzare i nomi di uno stesso stato, ad esempio.
2. Quando non vi sovviene alcun nome convincente per un luogo, non vogliate trovarne uno a tutti i costi: sforzatevi un po’, solo un po’.
Questo perché, importantissimo, il nome che assegnerete ve lo porterete dietro a lungo (è vero che l’informatica aiuta molto qualora si decida di cambiare un nome e si debba applicare la modifica al testo dell’intero libro, ma è meglio non abusare di simili vantaggi) e influenzerà il modo in cui vedrete/vivrete il luogo: il fatto stesso che usiate per esso un nome che non vi aggrada ve lo renderà antipatico.
Nulla deve risultare antipatico all’autore, anche se è qualcosa che ella/egli lega, ad esempio, al nemico. È meglio l’autore sia super partes; di conseguenza, ciò che idea deve andargli a genio, quantomeno per evitare di schierarsi aprioristicamente. L’umore e l’atteggiamento dell’autore influiscono sul testo: in linea di massima, evitate di rendervi un luogo antipatico.
Attendete, dunque, e quando vi sovverrà un nome di vostro gradimento utilizzatelo.
3. I nomi di un mondo fantastico non devono forzatamente essere strani. Sia che si tratti di fantasy che di fantascienza, sfruttate la lingua italiana: a volte una semplice parola descrittiva è un ottimo nome per un luogo, se in qualche modo legata a esso (i legami possibili sono finiti, immagino, ma restano molti: l’aspetto stesso del luogo, una leggenda, un evento storico, ecc…).
Per terminare il discorso, volutamente breve, un piccolo pensiero su un aspetto più o meno nascosto relativo alla denominazione dei luoghi.
È interessante dare più nomi allo stesso luogo, tenendo conto delle diverse lingue del vostro mondo – se ve ne sono – e, magari, di lingue antiche e scomparse – ma ancora importanti e conosciute -.
Questo espediente, se utilizzato con acume, dà un senso di profondità storica alla vostra ambientazione, ammantandola d’antichità più della stessa narrazione e delle puntuali spiegazioni in essa contenute.
Nel prossimo capitolo affronterò un nuovo aspetto legato all’ideazione dell’ambientazione: l’organizzazione del lavoro.
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