Nato a Buffalo il 29 febbraio 1952 in una famiglia di ceppo irlandese, Timothy Powers ha vinto il World Fantasy Award con il romanzo Last Call, due volte il Philip Dick Memorial Award (nel 1984 con Le porte di Anubis e nel 1986 con Invito al palazzo dei Devianti) e numerosi altri premi, fra cui l'Apollo Award, ancora con il romanzo Le porte di Anubis. Padre fondatore del cosiddetto steampunk, una sorta di miscuglio fra fantasy e fantascienza ambientato in un particolare periodo storico (steam, vapore), Tim Powers ha inserito nelle sue storie personaggi realmente esistiti come Lord Byron, il pirata Barbanera, Keats, Shelley.
Come si è scoperto scrittore Tim Powers?
Ho desiderato diventare uno scrittore dalla prima volta che ho letto un libro. Ricordo che era un libro per bambini, Timothy la Tartaruga, e mi sono detto che scrivere era la cosa più bella che una persona potesse fare! Poi, a quindici anni, la rivista Fantasy & SF pubblicò un editoriale nel quale si spiegava come fare per proporre un racconto. Ne scrissi subito uno e lo inviai... Ovviamente fu respinto. Però non ci rimasi male, in fondo anche Hemingway si era visto rifiutare alcuni dei suoi lavori! Quindi, da allora, non ho più smesso.
In Italia sei conosciuto soprattutto per i romanzi Il Re Pescatore, Le Porte di Anubis, Lamia, Mari stregati, L'ultima chiamata e Invito al palazzo dei Devianti. Ritieni che i lettori italiani si stiano perdendo qualcosa di fondamentale della tua produzione?
Naturalmente quelli che avete citato mi piacciono ma penso che dovreste, assolutamente, procurarvi Declare. Ritengo che quello, insieme a I Cancelli di Anubis e L'ultima chiamata, siano i migliori che ho scritto. Ditelo agli editori italiani!
Il tuo modo di scrivere evoca immagini suggestive nel lettore. Quanto ritieni importante che lo scrittore crei, innanzitutto, queste immagini per se stesso? Qual è il tuo metodo di lavoro?
Penso che sia cruciale evocare immagini. Nella fantascienza e nella fantasy... o in qualsiasi altro tipo di fiction, il lettore deve essere indotto a credere che quegli eventi immaginari stiano realmente accadendo a quei personaggi immaginari; quindi lo scrittore deve fare in modo che l’intera cosa appaia il più possibile reale. Ciò significa far sì che il lettore ne conosca l’aspetto, i suoni, i profumi! Lo scrittore deve raffigurare tutto questo in maniera assolutamente precisa... direi, quasi, che debba sperimentarlo! Per poi riversare questa sua 'esperienza' sul lettore.
Qualche consiglio su cosa leggere? I dieci libri di fantasy che vorresti portare sull’isola deserta?
Adesso sto leggendo Il numero della bestia di Heinlein... Certo non il suo miglior romanzo, ma sicuramente un buon romanzo, d’altra parte Heinlein è uno scrittore che non si può fare a meno di leggere! Dieci libri fantasy... lasciatemi pensare... Mi porterei una buona parte della produzione di H.P. Lovecraft, le storie di Leiber su Fafhrd e l’Acchiappatopi Grigio – contateli come un libro solo – Dio nella nebbia di Hope Mirrless (il miglior romanzo di fantasy che sia mai stato scritto), Il Signore degli anelli di Tolkien, Più che umano di Sturgeon, una gigantesca collezione di racconti di fantasmi del XIX secolo, Shining di Stephen King, La Stazione di Perdido Street di China Mieville, Pavana di Keith Roberts e La Trilogia di Gormenghast di... non mi ricordo il nome.
Il rapporto di Tim Powers con la magia?
Quello che io vorrei ottenere con i miei libri è provocare nel lettore quel senso di raggelante vertigine che un libro che parla di cose soprannaturali può infondere. Che si creda o meno alla magia, il nostro cervello è ancora troppo statico per riuscire a disquisire di spettri o di cose bizzarre. Quindi, personalmente, nei miei libri cerco di trattare la magia in modo che sembri 'realistica'. Cerco di basarmi su miti che la gente, più o meno, un tempo conosceva, e cerco di fare in modo che i miei personaggi si comportino come farebbero le persone reali se essa esistesse davvero. Nel contempo cerco di evitare di trasformarla in qualcosa di ultra-tecnologico... proprio per mantenere intatto quel brivido che voglio che il lettore sperimenti, è piuttosto una sorta di trasgressione all’ordine naturale delle cose.
Ci sono misteri o cose fantastiche che ti affascinano più di altri?
Suppongo che ce ne siano molte! E sono proprio quelle cose che non si possono liquidare come 'allucinazioni'; come i fantasmi, le percezioni extrasensoriali, le premonizioni! Tutti fenomeni considerati impossibili e, in apparenza, solo occasionalmente reali. Amo leggere di queste cose... e amo scriverle! Dal momento che non si possono né negare né accettare in blocco!
Ci puoi anticipare qualcosa dei tuoi prossimi lavori?
Il prossimo romanzo ha a che fare con le complicazioni che si verificano dopo una visita di Einstein nella Los Angeles degli anni Trenta... Coinvolge parecchie case cinematografiche dell’epoca e, naturalmente, c’è l’elemento soprannaturale.
Potresti dare qualche consiglio ad uno scrittore agli inizi su come superare le inevitabili difficoltà?
I miei consigli? Leggere, leggere molto... Non solo libri che si riferiscono all’argomento in cui ci si vuole cimentare - mistery, fantascienza, eccetera – ma di tutto. Leggere un libro la prima volta per farsene un’idea e poi rileggerlo per capire come l’autore lo ha realizzato... Come ha elaborato la trama, come ha usato i dialoghi e come ha realizzato i dettagli fisici. E scrivere, tanto; finire le storie che si iniziano, stamparle nel formato richiesto e poi spedirle agli editori! Qualsiasi scrittore di successo ha collezionato innumerevoli rifiuti, per cui è una buona idea spedirli senza starci tanto a pensare.
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