Piccola premessa: questo tipo di organizzazione, estrema, è particolarmente indicato per opere di una certa mole, in cui la quantità di “dati” da gestire con coerenza è considerevole (un romanzo breve, ad esempio, può non rientrare in questo discorso).
Personalmente organizzo il lavoro come segue.
Suddivido le idee in alcuni documenti specifici: appunti, profili e cronologia.
Appunti contiene tutto ciò che verrà poi inserito nel romanzo: spunti, piccoli brani di narrazione, particolari importanti, nomi e frasi da utilizzare in seguito, ecc… In esso, ovviamente, vi saranno anche alcune cose che alla fine non verranno utilizzate.
Profili contiene le schede di tutti i personaggi del romanzo, principali o secondari che siano. È un grande aiuto, che è bene non trascurare mai e aggiornare ogniqualvolta spunta una nuova figura nella storia: evita imprecisioni drammatiche e rende coerente la caratterizzazione, nelle sue linee generali, dei singoli individui che animano la storia.
Cronologia contiene una traccia della trama, più o meno particolareggiata; è una successione di eventi che nello stendere il testo affronto pedissequamente. La sua funzione è fondamentale: grazie alla propria natura schematica, consente di analizzare con maggior facilità il concatenarsi degli eventi, di scorgere incongruenze laddove ve ne fossero e di rendere l’intreccio più accattivante con qualche piccolo accorgimento.
A questi tre documenti principali, ne ho aggiunto degli altri man mano che le mie esigenze divenivano più chiare (e le informazioni troppe per essere rammentate).
Razze, utile complemento del documento profili, giacché ogni personaggio appartiene a una razza, che ha delle caratteristiche ben definite.
Vegetazione, che a volte ho chiamato anche ambientazione, in cui ho inserito tutte le particolarità dei singoli luoghi visitati, per evitare incongruenze qualora qualche personaggio vi tornasse (es.: se in un bosco vi sono querce bianche e acacie, sarebbe bene ve ne fossero sempre… a meno che non sia fatato e gli alberi se ne vadano a spasso di qua e di là).
Vocaboli, in cui ho inserito tutto ciò che concerne la “lingua antica” o, più genericamente, in cui annoto aspetti che non possono far parte del grande calderone della lingua italiana, propri della cultura del nuovo mondo.
Tutti documenti che ho trovato utili per il mio lavoro e che non pretendo lo siano per il vostro; tuttavia possono fungere da esempio e suggerirvi qualcosa.
Vi sono altri documenti molto importanti, che però affronterò in futuro, in un contesto che renderà la loro utilità più evidente.
Quello che conta è suddividere razionalmente il lavoro. Anche se vi sembrerà uno schematizzare ciò che alla fine schematico non può essere – un’opera di narrativa -, fatelo ugualmente: l’ideazione di un intero mondo, e delle vicende che in esso si svolgono, è una cosa talmente complessa da realizzare che sicuramente prima o poi vi sfuggirà di mano se non la organizzerete sin dall’inizio.
E per rendere coerente e scorrevole una simile complessità, volenti o nolenti, servono schemi di parole.
Nel prossimo capitolo affronterò un ulteriore aspetto legato all’organizzazione del lavoro.
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