L’inizio è davvero da fantascienza, Curtoni una trama così se la sogna: il mio treno arriva a Firenze con venti minuti di anticipo! Più weird di così, voglio dire... Recupero il buon Andrea (Bonazzi, in un paese dove tutti fanno gli scrittori lui fa lo scultore e dovreste vedere le sue opere!) e ci dirigiamo verso la sede del Delos Day.
Per strada turisti giapponesi e vigili urbani mi salutano complimentandosi già per il mio primo posto al Lovecraft e io sorrido accondiscendente verso la folla oceanica. L’atmosfera weird si propaga e ci avvolge anche all’arrivo nella sala congressi: fuori, sulla strada, vedo strani tipi e tipe vestiti di nero che salmodiano canzoni dark mentre... mentre sgozzano un capretto! Ne sono sicuro, vedo il sangue zampillare, odo la bestiola belare (cioè, le pecore belano, il capretto non so, boh, capretterà...) eppure quando arrivo vicino non c’è più nulla, un tizio spilungone in anfibi mi sorride con fare mefistofelico: “Ciao, sono Ivo Torello e questo è lo staff di Horror Magazine.”
Sento odore di zolfo, loro sorridono strani e melliflui, meglio scappare dentro.
Siete mai stati a una convenscion di ‘ste robe? No? Non andateci. Voglio dire, è piena di tizi occhialuti e calvi, ragazzi pieni di speranze che diventeranno occhialuti e calvi, le poche donne presenti hanno una strana espressione verso i loro tipi, come a dire “ma sì, divertiti coi giocattolini, povero bambino...”. Mi aggiro nervoso, saluto gente che non conosco e non mi conosce, ma se assumo un’espressione sicura il trucco funziona bene.
Dopo circa tre ore di cazzeggio iniziano le premiazioni, quest’anno Delos non si è risparmiata e si fanno le cose in grande: un portatile invia a uno schermo varie immagine concernenti i siti che tutti noi conosciamo e amiamo (Clun: 50 euro per questa frase, ricordati). Manovra il portatile Silvio Sosio, grande esperto di informatica e webmaster programmatore di tutti i siti Delos. Mentre Clun e gli altri elfetti del bosco cominciano a spiegare il successo di Fantasy Magazine tutti noi ci accorgiamo che il buon Sosio ha antipatici problemi alla consolle, il portatile non sembra reagire ai suoi comandi, di sicuro qualche problema stranissimo... Clun si agita e bisbiglia qualcosa che non riesco a udire bene, del tipo “d.pp.. cl..k...” e Sosio è sempre più in affanno quando una voce si leva dal pubblico “A Sosio! Ce devi pigià du vorte er tasto sinistro!” e d’incanto tutti i problemi si risolvono. Tiro un sospiro di sollievo, siamo fortunati a mettere tutti ‘sti siti in mani sì valenti!
Iniziano le premiazioni del Lovecraft e Cola e Guerra salgono sul palco pronti ad arraffare tutto, bisogna trascinarli a forza giù spiegando loro che non avendo partecipato non possono vincere nulla. Si ode un boato per Firenze quando viene annunciato il mio misero quinto posto, la popolazione è in rivolta, i giapponesi urlano in coro “No è giusto, è un fulto!” ma tant’è, faccio bel viso (facile, per me) a schifoso gioco (facile, per loro).
Salgo sul palco, bacio la splendida valletta (Alice nel nostro forum), seconda ragazza che bacio in tutta la mia vita, sono emozionato. Lippi, che di scrittori se ne intende, mi definisce una giovane promessa cannando due volte, uno sull’età due sul fatto che difficilmente il sottoscritto mantiene quanto promesso.
Vengono premiati Torello e Cicconi e giuro, sento ancora caprettare il capretto e mi sembra di vedere delle code spuntare dietro i loro pantaloni, sarà solo una impressione, niente a vedere con l’horror...
Si passa ai premi Alien: Cola e Guerra volano sul palco per raccattare tutto ma Clun e Forte (che gioca con uno strano accendino/telefonino/videogame) devono spiegare ai due esagitati che hanno vinto solo il primo e il secondo posto, non tutte le posizioni. I due si accontentano ma studiano gli altri premiati con fare sospetto. Se vi mancano premi o attestati sapete chi sono i colpevoli...
Ora tocca alle premiazioni del concorso F. Brown, quelli che pensavo fossero bicchieri di vetro per il gelato si rivelano le “coppe” del premio, vedo gente toccare ferro sperando di non vincere per evitare di portarsi a casa simili mostruosità di arte contemporanea. E’ l’unico concorso nel quale i primi tre tornano ai loro posti scontenti e dubbiosi, reggendo le coppe per un angolo, come bestie morte. Guerra e Cola si avvicinano ai premiati e contrattano per rilevare le coppe e aggiungerle al loro carnet, li vedo sorridenti e felici dopo qualche minuto.
La giornata volge alla chiusura, sulle scale vedo due autori importanti del panorama italiano parlare animatamente e mi avvicino certo di captare importanti discussioni su opere fondamentali. I due sono Bortoluzzi e Mirci... “Ti dico che le melanzane sono sessuate, bisogna grigliare solo la femmina” “Ah, bene! Ma sai che qui le bruschette non sono granché...”
Mi allontano perplesso, il fantastico italiano non dorme sonni tranquilli.
Si prosegue in una pizzeria che assegna nomi storici alle pizze (wow, botta di fantasia allucinante, c'erano le pizze guelfa e ghibellina ecc ecc). Facciamo impazzire il gestore, un tipo mafiosetto (intendo nell'aspetto, sembrava un crossbreeding fra Mario Merola e Leone di Lernia) che vuole liquidarci con una margherita a testa (ma io non mangio fiori) e invece si è trovato di fronte a una tavolata con attitudine slow-schizofrenica, ognuno una pizza diversa (io una con falsi funghi porcini, falso salame di cinghiale, falsa mozzarella, vera pasta bruciata) e poi un lento stillicidio di ordinazioni singole (Franco Clun mi ha convinto su una torta di ricotta al cioccolato che tutto era tranne quello). Forte continua a giocare con quello strano accendino/videogame/telefonino ghignando da solo mentre Sosio fissa attonito il piatto mormorando “doppio click, doppio click...”. Vediamo dei poliziotti trascinare Cola e Guerra in questura, hanno tentato di rubare delle coppe gelato a dei turisti scambiandole per premi letterari, strano, non sembrano tristi per l’arresto e la gattabuia.
Completato l'esaurimento nervoso del gestore la compagnia si disgrega, i codardi scappano verso le loro tane mentre i brave and proud (io, Bonazzi, Proietti e la Zunic) proseguono la serata in un pub falso irlandese vero fiorentino, con cameriere che parla solo americano e ha un solo foglietto che deve bastargli per raccogliere le ordinazioni di tutta la serata scrivendo appoggiato sulla coscia. Mi spiego a gesti e le ordinazioni arrivano dopo ore (il mio sidro lo hanno fatto fermentare da mele raccolte al momento) in mezzo alla folla che sbraita (c'è Fiorentina-Livorno alla tivvù... i Fiorentini tifano gigliato gli stranieri Livorno per reazione). Portiamo la Zunic a destinazione e, tipo piccoli indiani, rimaniamo sempre di meno. Si vaga per Firenze, a ogni libreria chiusa Bonazzi e Proietti ululano e si appendono alle saracinesche tentando di forzare l'entrata, i caramba ci beccano proprio mentre i suddetti stanno scappando con le braccia cariche di antichi codici miniati, stanno per portarli in centrale ma intervengo io, estraggo la targa del quinto posto e le forze dell'ordine si genuflettono: "Oh, avresti meritato il primo posto, oh, autografaci l'elmetto e la pistola di ordinanza, dio che emozione" e altre cose imbarazzanti, li benedico e salvo i due da una notte in guardina (i codici miniati li abbiamo dovuti lasciare lì, purtroppo...). Passano anche dei giapponesi che urlano “No è giusto, è un fulto!”.
Terminiamo il vagabondaggio in una Stazione SMN uguale al set di Night of the Living dead, Proietti ci saluta e si dirige all'albergo mentre noi due sfigati ci prepariamo a un viaggio notturno celiniano. 0,30 da Firenze, scambio in una Pisa che somiglia alla piazza di Torino dove ha inizio Profondo Rosso (e temo di fare la tremenda fine di Hemmings nello stesso film; direte voi, ma Hemmings non muore mica in Profondo Rosso? No, rispondo io, ma va a letto con la spigolosa Nicolodi e non saprei dire se è peggio la morte). Arrivo all'alba a Genova, Bonazzi sbarca e io continuo solo soletto a Milano (arrivo 7,40, metropolitana e a casa verso le 9,00).
Zero ore di sonno, vedo ombre e colori, forme fluttuanti (sarà la pizza, o il sidro, o il limoncello, o la birra, boh). Vado a nanna e sogno caramba e pulotti che mi portano in trionfo alla loro annuale convenscion, ritiro finalmente il giusto premio ma... da un angolo della questura spuntano Cola e Guerra che mi fregano il trofeo e scappano via, ghignando nella notte fiorentina...
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