Vale la pena spendere due parole sull'architettura dell'abbazia, che ha qualcosa di "magico". Infatti osservando i rapporti geometrici e la disposizione degli elementi della struttura si nota che i costruttori hanno seguito delle regole particolari.
I monaci cistercensi hanno studiato il percorso dei pellegrini che venivano a visitare l'abbazia, entravano e si dirigevano verso l'altare; in base a questi calcoli essi hanno costruito i capitelli, le chiavi di volta e altri elementi architettonici a dei livelli che si raccordano con le forme geometriche simboliche adatte a influenzare lo stato d'animo; quello che viene chiamato in gergo “geometria sacra”.
Secondo questa pratica la geometria sacra cerca di inserire l'essere umano in un sistema di armonia che sia affine a quello della natura. In questo caso se l'uomo sperimenta le sensazioni prodotte dall'osservazione dei simboli geometrici sacri, sarà in armonia con se stesso e con tutto ciò che lo circonda. I monaci avevano sviluppato una conoscenza approfondita di questa pratica, utilizzando dei precisi codici geometrici, che erano tenuti segreti.
Anche la Rotonda presenta elementi misteriosi. Non si sa chi materialmente la costruì e non si ha una data certa. Le fonti su cui si basano le affermazioni sono tutte molto successive ai tempi degli eventi.
La chiesa che è possibile osservare oggi è il risultato del sovrapporsi di vari elementi; al nucleo originario della Rotonda si sono succedute modificazioni e aggiunte nelle varie epoche. In particolare nel Seicento e nel Settecento furono inseriti elementi architettonici che finirono per deturpare l'originaria bellezza e perfezione della Rotonda.
Nel 1924 essi vennero eliminati grazie a dei restauri e la forma attuale è più fedele all'originale. Sull'ingresso dell'originaria costruzione circolare si trovano particolari sculture che decorano il cornicione. Tre teste umane, una bovina e una foglia, che gli esperti giudicano un tipico frutto dell'arte romanica della zona.
Il cerchio perimetrale, perfettamente rotondo, dello spessore di circa un metro e mezzo, sorregge l'intera cupola emisferica, costruito secondo l'antico schema etrusco degli anelli concentrici. Nessun costone, nervatura o altro sostegno disturba l'armonia e l'unità della costruzione. La Rotonda affascina il visitatore, con i suoi numeri, la sua simbologia e il suo orientamento, elementi ricchi di significati nascosti, non ancora del tutto svelati.
Galgano Guidotti e Re Artù
La leggenda riporta date piuttosto precise su Galgano. Nacque nel 1148 e morì poco dopo la conversione a monaco cistercense, nel 1181. In realtà le cose non sono così chiare. Praticamente quasi tutta la vita del vero Galgano è avvolta dal mistero, non ci sono in effetti fonti o documenti dell'epoca che ne attestino la reale esistenza. Tutto quello che si sa di Galgano è dovuto a biografie e documenti molto successivi alla sua vita, peraltro trascritte e modificate da vari autori, quindi non certo pienamente attendibili.
L'unica certezza è data dagli edifici sacri della zona, e il culto che essi hanno generato. Però qualcuno quella spada deva averla conficcata. Ma chi? Può essere possibile che sia stata questa spada a ispirare il ciclo di Artù? Chissà se dobbiamo proprio a questa leggenda italiana il mito arturiano. Mito che ha influenzato il mondo intero in tutte le forme d'espressione, dalla letteratura all'arte, fino in tempi più recenti alla cinematografia, basti pensare allo splendido Excalibur del 1981 di John Boorman e a La Spada nella Roccia della Disney, del 1963. Tutto nasce dal piccolo paese di Chiusdino dunque? Potrebbe darsi…
La storia di San Galgano si svolge più o meno nello stesso periodo in cui vennero scritte le prime storie sul santo Graal e su Re Artù. Le similitudini tra Galgano e il ciclo bretone sono curiose. Galgano è simile nel nome a Galvano, uno dei cavalieri della Tavola Rotonda. Galgano vide in sogno Gesù e i dodici apostoli, guarda caso anche i cavalieri di Artù erano dodici.
Inoltre i cerchi concentrici nella chiesetta sull'eremo richiamano alla mente sì lo stile etrusco, ma anche la simbologia celtica che pervade la storia dei Templari alla ricerca del santo Graal. È stato il ciclo di Artù a influenzare gli eventi di Chiusdino? I Templari hanno contribuito alla creazione in Toscana di un punto di riferimento per la leggenda del Graal? Oppure è stato Galgano e la spada conficcata sull'eremo che hanno ispirato tutto? Nessuno può rispondere con certezza e il mistero continua…
2 commenti
Aggiungi un commentoVeramente bello. Sia l'articolo che il luogo: i prati e le colline toscane. Quel contrasto di colori: il verde, così diverso dal verde umbro, e la terra di Siena.
Che bei ricordi. Quasi quasi ci tornerei
Grazie Gwen!
In effetti sto pensando che ho un ponte libero per il primo maggio. Quasi quasi ci ritorno anch'io...
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