Più di cinquanta anni fa, Clive S. Lewis creò una terra di meraviglie e di fascino chiamata Narnia, popolata da una grande varietà di esseri viventi, alcuni assai simili alle loro controparti nel nostro mondo, alcune derivanti dalla conoscenza e dall’amore di Lewis per la mitologia e le favole e, alcune, come Puddleglum, completamente frutto della sua fantasia...
Adesso è arrivato il momento di conoscerle tutte.
Il nipote del Mago (1955)
Narnia, in realtà, esisteva già quando Lewis scrisse Il leone, la strega e l’armadio dal momento che fu proprio questo romanzo a inaugurare il ciclo; quello che Lewis fece scrivendo Il nipote del mago fu spiegare la storia dietro la storia e colmare alcune delle lacune narrative.
Perché c’era un lampione a Narnia? Da dove veniva la Strega Bianca? Perché c’erano animali parlanti come i coniugi Castoro? Soprattutto, quando erano cominciati gli andirivieni tra la nostra e la terra di Narnia?
Molti anni fa due ragazzini chiamati Polly Plummer e Digory Kirke fecero amicizia perché abitavano in due case contigue a Londra. Digory viveva con gli zii perché suo padre era in India per lavoro e sua madre, purtroppo, gravemente ammalata. Sfortunatamente per Digory suo zio Andrew, un essere debole e malvagio, era anche un mago…
“… la prima cosa che fece lo zio Andrew fu di dirigersi verso la porta della stanza, chiuderla e girare la chiave nella toppa; poi si voltò verso i bambini, li guardò con quei suoi occhi luminosi e sorrise, mostrando tutti i denti…
- Sono proprio contento che siate qui. Avevo giusto bisogno di due bambini…”.
Lo zio Andrew vuole sperimentare la magia ma non ha il coraggio di farlo su se stesso. I ragazzi vengono costretti con l’inganno a prendere parte all’esperimento e anche se si dimostrano più coraggiosi e più sensibili di lui si trovano impreparati di fronte a ciò che succederà poi.
La storia conduce il lettore nella Foresta di Mezzo dove gli alberi crescono vicinissimi e sono così frondosi che Digory non riesce a scorgere neanche un pezzetto di cielo, ma sopra il tetto di foglie deve esserci un sole fortissimo perché la luce verde del giorno è calda e brillante. E’ la foresta più silenziosa che si possa immaginare e si potrebbe quasi sentire crescere gli alberi.
La foresta è un crocevia sul quale si aprono i portali di altri mondi, dal desolato Mondo di Charn dove la Regina Jadis ha un tempo governato col terrore e la crudeltà a un mondo non ancora creato. E’ qui che Digory e Polly incontrano per la prima volta il leone Aslan, e sarà proprio lui a intonare un meraviglioso canto di creazione che culmina con l’alba del primo giorno di Narnia.
Leggendo Il nipote del mago si saprà come la Regina Jadis (che più tardi diventerà la Strega Bianca) sia riuscita a fuggire da Charn; come vennero scelti il primo Re e la prima Regina di Narnia e su come Digory sia stato tentato, proprio da Jadis, a rubare la Mela della Vita.
Il libro racconta anche come venne costruito il famosissimo armadio e perché, diversi anni dopo, altri quattro bambini attraverseranno la porta tra il nostro mondo e la terra di Narnia.
Il leone, la strega e l’armadio (1950)
Lucy, Edmund, Susan e Peter sono stati mandati ad abitare nella casa di campagna del Professor Kirke per sfuggire ai bombardamenti tedeschi su Londra.
Il mattino successivo al loro arrivo, un giorno piovoso e uggioso, i quattro fratelli decidono di giocare a nascondino, Lucy trova un posticino ideale in un vecchio armadio pieno di cappotti e...
“… un attimo dopo sentì contro il viso e contro il corpo qualcosa di duro, ruvido e persino pungente.
- Sembrerebbero rami d’albero! – mormorò Lucy. E allora vide una luce che brillava davanti a lei. Lucy capì che dove avrebbe dovuto esserci la parete di fondo di quel grande armadio c’erano invece degli alberi. Un momento dopo si ritrovò dentro a un bosco, al buio, con la neve che scricchiolava sotto le sue scarpe e fiocchi di neve che cadevano giù dal cielo…”
Lucy è a Narnia, ma la terra è sotto la morsa dell’incantesimo della Strega Bianca e così è sempre inverno. La Strega era arrivata lì molti anni prima e c’è un solo modo per sconfiggere il suo perfido potere magico.
Le è stato profetizzato che il suo regno finirà quando due “figlie di Eva” e due “figli di Adamo” siederanno sui quattro troni a Cair Paravel e così la Strega ha fatto in modo che chiunque veda un umano sia costretto a riferirglielo pena l’essere trasformato in pietra.
Lucy sfugge per un pelo dall’essere presa in trappola e ritorna fuori attraverso il guardaroba spaventata, eccitata e assai stupita del fatto che, durante la sua avventura, nel mondo normale non sia trascorso neanche un attimo. Non sorprende che i fratelli e la sorella non le credano anche perché il guardaroba continua a rimanere tale. La magia di Narnia non è un interruttore della luce che si possa accendere o spegnere a piacimento.
Comunque i bambini tornano a Narnia quando meno se l’aspettano e trovano che tutto è come Lucy l’ha descritto, anzi addirittura più reale e terrorizzante. I gentili coniugi Castoro li nascondono alla polizia segreta della Strega, ma tra loro c’è un traditore e i fratelli Pevensie presto scopriranno che soltanto Aslan può proteggerli dal pericolo che minaccia di distruggerli tutti.
Il ragazzo e il suo cavallo (1954)
Le vicende di questo libro si svolgono ancor prima che siano finite le avventure narrate in Il leone, la strega e l’armadio. Cominciano a Calormen, una terra lontana nel sud di Narnia, oltre Archenland, dove gli animali non sanno parlare e gli uomini possono ancora essere ridotti in schiavitù.
Un povero ragazzo pescatore, Shasta, maltrattato da suo padre Arsheesh, coltiva in segreto un sogno, quello di viaggiare verso il nord, oltre le colline erbose.
Un giorno arriva un nobiluomo dei Calormen che chiede ad Arsheesh di vendergli il ragazzo; mentre i due uomini contrattano il prezzo, Shasta cerca di immaginare la vita di uno schiavo nel palazzo di un ricco ma, all’improvviso e con sua grande sorpresa, il cavallo del nobiluomo gli rivolge la parola.
“Come è possibile che TU parli?”
“Zitto, non a voce così alta… Da dove vengo io, quasi tutti gli animali parlano”
“E che posto è questo?”
“Narnia”
Il cavallo narra di essere stato rapito dalla sua terra ancora puledro, rivela che il padrone è malvagio e crudele e convince Shasta a fuggire con lui alla volta di Narnia; va detto che il cavallo, chiamato Bridì da Shasta, è molto fiero e purtroppo non nasconde di non essere entusiasta del suo nuovo amico:
“- A proposito, mi aspetto che tu sappia cavalcare…
- Beh, sì…credo. Ho cavalcato l’asino -
- Hai cavalcato nihhhhcosa? - esclamò il cavallo con una sorta di nitrito di sorpresa…"
Il viaggio è pieno di pericoli e di sorprendenti rovesci di fortuna; incontrano Aravis, una ragazza dei Calormen che si dichiara anch’essa in fuga, ma come possono crederle? Prima devono superare in astuzia il terribile Tisroc nella città di Tashbaan, poi affrontare una corsa contro il tempo per attraversare il deserto…
Il Principe Caspian (1951)
E’ passato un altro anno nel nostro mondo dalle avventure descritte in Il Leone, la strega e l’armadio, Peter, Susan, Edmund e Lucy sono alla stazione da dove prenderanno il treno che li riporterà a scuola. All’improvviso provano la sensazione di essere trascinati via.
“- Susan, lasciami andare, cosa vuoi, dove mi stai trascinando?
- Non ti sto toccando – rispose Susan – qualcuno sta trascinando anche me… Basta, basta!
Ognuno notò che i volti degli altri erano notevolmente impalliditi.
- Lo sento anch’io – disse Edmund con un filo di voce – come se qualcuno mi stesse trascinando via
- E anch’io – replicò Lucy – oh, è insopportabile!
- Ascoltatemi – gridò Edmund – teniamoci per mano e cerchiamo di restare uniti! Questa è magia, lo sento, svelti!
Un attimo più tardi i bagagli, la panchina, il binario e l’intera stazione erano scomparsi…"
I ragazzi sono stati richiamati a Narnia, dove, nel frattempo, sono trascorsi moltissimi anni e il malvagio tiranno Miraz vuole strappare il trono al legittimo erede, il suo giovane nipote Caspian.
Miraz odia tutto quello che ha a che fare con gli antichi giorni di Narnia, quando Peter era re, e ha cercato di cancellare ogni traccia degli animali parlanti, delle naiadi, driadi, nani e fauni; peggio ancora, ha vietato a tutti di pronunciare anche soltanto il nome di Aslan.
Il principe Caspian si rende istintivamente conto che tutto questo è sbagliato e apprende tutto quel che può su Narnia dal suo fedele tutore, il dottor Cornelius.
E’ proprio Cornelius che gli rivela che Miraz lo vuole uccidere e così Caspian scappa. Durante la fuga cade da cavallo e sviene, si risveglia in un luogo illuminato dalla luce di un fuoco mentre qualcuno, vicino a lui, sta parlando sottovoce.
"Si sollevò di scatto e la luce del fuoco rivelò una faccia, non la faccia di un uomo ma... quella di un tasso, sebbene fosse la più grande, la più amichevole e la più intelligente faccia di tasso lui avesse visto fino ad allora. E aveva parlato! Caspian si rese conto che finalmente aveva trovato gli antichi narniani".
Nei giorni seguenti Caspian fa nuove amicizie. Tutti i suoi nuovi amici sono determinati, leali e – come Ripicì il topo spadaccino – estremamente coraggiosi ma ancora non abbastanza forti per sfidare Miraz.
Caspian ha però un asso nella manica, il corno magico della Regina Susan che si dice rechi aiuto a chiunque lo suoni. Ma sono passati anni da quando qualcuno lo ha usato.
Aslan accorrerà di nuovo in aiuto dei ragazzi che tentano di risvegliare gli spiriti dall’antica Narnia? Riusciranno i quattro fratelli a sconfiggere Miraz in battaglia e a restituire il trono a Caspian?
Il viaggio del veliero (1952)
“C’era una volta un ragazzo che si chiamava Eustachio Clarence Scrubb e quel nome tanto ridicolo gli andava a pennello”.
Non sorprenderà, quindi, il fatto che a Eustachio non piacciano i suoi cugini Lucy ed Edmund e quando i due vengono mandati a trascorrere l’estate con lui, riesce soltanto a pensare a come rendere triste il loro soggiorno.
Questo però avviene prima che i tre ragazzi notino il quadro in camera di Lucy e che i due fratelli lo riconoscano immediatamente come la riproduzione di una delle navi di Narnia.
“La prua, color oro, aveva la forma di una testa di drago con le fauci spalancate. Aveva solo un albero e una larga vela quadrata purpurea. Le fiancate, almeno quello che se ne poteva scorgere dove finivano le elaborate ali del drago, erano verdi.
- Guardare una nave di Narnia – disse Edmund – ed essere costretti a starsene qui significa rendere la situazione ancor più triste”.
Ancor prima che i ragazzi possano rendersi conto di cosa sta accadendo, vengono risucchiati dal quadro e si ritrovano immersi nell’azzurro mare di Narnia.
Eustachio è terrorizzato e non è per niente riconoscente quando Re Caspian e i marinai narniani lo tirano in salvo sulla Lady Alba, al contrario Lucy ed Edmund sono strafelici di rivedere i loro vecchi amici, specialmente Caspian e Ripicì.
Col passare dei giorni, mentre i due fratelli si innamorano sempre di più della loro vita a bordo, Eustachio se ne sta in disparte a covare propositi di vendetta.
Finalmente la sua meschinità e la sua grettezza gli offrono l’opportunità per la rivalsa che desidera, ma dovrà pagare un prezzo terribile…
Riusciranno i ragazzi a fuggire dall’Isola delle Acquemorte? Chi sono gli Inettopodi e qual è il segreto della terribile Isola delle Tenebre che minaccia di ingoiare per sempre il Lady Alba? E soprattutto che cosa attende i nostri eroi alla Fine del Mondo? Saranno abbastanza forti da affrontare l’ultima e più grande prova?
La sedia d’argento (1953)
Se nelle Cronache c’è una cosa così interessante e intrigante da risultare un vero e proprio rompicapo è il modo in cui funziona il Tempo. Un’intera vita a Narnia potrebbe avere la durata di attimi nel nostro tempo e mentre si è nel nostro mondo nessuno può dire quanto tempo sia passato a Narnia tra una visita e l’altra.
Quando Eustachio Scrubb ritorna nel mondo di Aslan, scopre che sono trascorsi più di settant’anni narniani dal suo ultimo viaggio mentre per lui sono trascorse appena poche settimane e anche questa volta Narnia è in pericolo.
Mentre Eustachio insieme a una sua compagna di scuola, Jill Pole, sta cercando di sfuggire a un gruppetto di bulli, i due si ritrovano davanti alla porta, sempre chiusa, nel muro di cinta del giardino dell’istituto.
Alla fine la porta si apre e i due ragazzi rimangono attoniti perché si trovano di fronte a qualcosa di molto diverso da ciò che si erano aspettati...
“[non] la brughiera, con la sua immensa distesa di erica che pareva toccare il cielo autunnale grigio e malinconico. Al contrario, furono accolti da un bagliore accecante […] si ritrovarono su un’erba così morbida come Jill non ne aveva mi vista prima e il cielo era blu che più blu non si poteva. E c’erano anche delle cose che svolazzavano avanti e indietro, talmente luccicanti da sembrare gioielli o enormi farfalle”.
Sotto la benevola supervisione di Aslan, Jill e Eustachio si mettono subito alla ricerca di Principe Rilian. Ma quando si ha a che fare con la magia, soprattutto con quella cattiva, le cose non sono mai semplici e ai due ragazzi non resta altro che fidarsi delle raccomandazioni di Aslan man mano che si trovano ad affrontare un insidioso mistero dietro l’altro.
Per loro fortuna trovano un alleato, Puddleglum il Paludrone, pieno di risorse ma sempre molto molto pessimista:
“Ci sono motivi sufficienti che sconsigliano di intraprendere un viaggio verso il Nord, soprattutto in questo periodo dell’anno con l’inverno che si avvicina… Ma non buttatevi giù per così poco. Cosa volete che sia l’inverno in confronto ai nemici, alle montagne da scalare, ai fiumi da guadare. Quando non avremo più nulla da mangiare o scopriremo di aver smarrito la strada cosa volete che ce ne importerà del tempo?”
Puddleglum in un certo senso ha ragione e ben presto i tre si perdono in una ragnatela di strane e meravigliose avventure, di quelle che possono accadere solo a Narnia.
Incontreranno la bellissima Dama dalla Veste Verde, che li manda dai Giganti di Harfang, e il suo compagno, un silenzioso Cavaliere Nero. I Giganti sembrano assai amichevoli, ma è il caso di fidarsi di loro? E se la minacciosa Città ei Giganti fa paura, che dire del male che striscia nella misteriosa terra di Mondodisotto?
L’ultima battaglia (1956)
L’ultimo e forse più misterioso romanzo delle Cronache narra di come uno stupido asino di nome Puzzle e uno scaltro scimmione di nome Shift mettano in moto gli avvenimenti che culmineranno negli ultimi giorni di Narnia.
Shift fa indossare a Puzzle la pelle tarlata di un vecchio leone e lo costringere a impersonare Aslan, poi racconta ai narniani un sacco di bugie: che Aslan li ha venduti come schiavi ai Calormen e che il nobile leone è un amico del loro perfido dio-avvoltoio Tash.
Gli abitanti di Narnia, soprattutto gli animali parlanti restano stupiti e spaventati ma non riescono a credere di essere stati imbrogliati.
“Per favore – disse l’agnellino – non capisco. Cosa abbiamo a che fare noi con gli abitanti di Calormen? Noi apparteniamo ad Aslan. Loro hanno un dio che si chiama Tash. Dicono che abbia quattro braccia e la testa di un avvoltoio. Fanno sacrifici umani sul suo altare […] Come potrebbe Aslan essergli amico?
Lo scimmione balzò in piedi e in tono minaccioso si rivolse all’agnellino.
Poppante – sibilò – tornatene da tua madre a succhiare il latte. Cosa vuoi capirne di queste cose? Ma voi tutti ascoltatemi bene. Tash è solo un altro nome di Aslan”.
Da questo momento in poi Shift comincia a usare a suo vantaggio l’egoismo dei nani, la stupidità di alcuni dei narniani, la cupidigia dei Calormen e la terribile cattiveria di Tash portando terrore e distruzione nell’intero paese.
I buoni e coraggiosi narniani, capeggiati dal loro Re Tirian, oppongono una fiera resistenza, ma nonostante il loro coraggio e la loro determinazione la fine di Narnia è ormai prossima.
E’ proprio a questo punto che il vero Aslan richiama Eustachio e Jill perché la difendano nell’ultima e più disperata battaglia.
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