La lunga serie di attacchi ai componenti della massoneria, che portano la firma della Loggia della Lince, prende inizio da un evento in apparenza naturale: un fulmine cade sulla torre del castello di Balmoral lasciandone un moncone di pietre fumanti. La seconda mossa dell’Ombra elimina in modo cruento uno degli adepti della loggia della Caccia, di cui fa parte Sir Adam Sinclair, psicologo dotato di poteri ultraterreni, detective dell’occulto e paladino delle forze della luce. I seguaci delle tenebre, per mezzo di un antico volume e di alcuni oggetti di grande potere, hanno trovato il modo di dominare la furia degli elementi e di stringere un patto con un’entità malvagia. Alla testa della Loggia della Lince un nemico che ha origini lontane e che è stato fra i responsabili del più grande orrore che la storia recente ricordi.

Mentre prosegue l’apprendistato di Peregrine Lovat, pupillo di sir Adam e pittore dotato di particolari capacità che gli consentono di vedere la realtà oltre le barriere del tempo, s’inasprisce la lotta tra le due fazioni che, attraverso una serie di cruente manifestazioni di forza da parte della Loggia della Lince, culminerà nell’inevitabile scontro fra gli eserciti e le anime delle due essenze positiva e negativa.

Lo spessore fisico del libro denuncia l’aumento di pagine rispetto al primo volume della serie (500 pagine contro le 330) che ha per protagonista Sir. Adam Sinclair. Questo e’ un dato che conforterà gli amanti della lunga compagnia letteraria e potrebbe sconfortare chi si avvicina alla lettura senza la giusta predisposizione d’animo. Alcuni libri infatti richiedono dedizione, concentrazione; altri consentono pause di riflessione (le raccolte di racconti sono un buon esempio).

Il cerchio dei dodici, di Katherine Kurtz e Deborah T. Harris racchiude entrambe le anime.

La prima parte è più riflessiva, sussurrata; l’atmosfera evoca le piovose giornate scozzesi, le aristocratiche dimore, il riserbo imposto dall’appartenenza a una società segreta; nessun clangore di spade, nessuna epica battaglia.

Nella seconda parte il ritmo cambia con decisione e gli eventi si rincorrono rotolando verso un finale roboante, dove le forze in campo si apprestano alla battaglia con gran dispiego di mezzi.

Del primo volume avevo salutato con piacere la felice essenzialità, nel secondo avrei preferito vedere la parte centrale più asciutta; nel primo mi compiacevo dell’abilità nel tratteggio dei personaggi, nel secondo si intravede il rischio che i personaggi diventino caricature; nel primo si assistite a una scaramuccia, qui si scatena la prima vera battaglia che vede impegnati gli eserciti dell’oscurità e della luce (ma la fine della guerra è ancora lontana), che ha respiro più ampio della lotta condotta nel primo capitolo ed è assai coinvolgente.

Luci e ombre; non è forse questa l'essenza della letteratura fantasy?

Ho letto il primo libro sullo sfondo del mare blu di Sicilia, il secondo nella campagna padana durante le prime giornate autunnali. Pensate faccia differenza?

La recensione del primo volume è disponibile all’indirizzo

http://www.fantasymagazine.it/libri.php/18