“... La Ruota del Tempo gira e le Ere vanno e vengono, lasciando ricordi che diventano leggenda. La leggenda sbiadisce nel mito, e persino il mito è dimenticato da tempo quando l’Era che gli aveva dato i natali ritorna nuovamente. In un’Età, chiamata da alcuni la Terza Era, un’Era non ancora venuta, un’Era da tempo passata, si levò un vento nelle Montagne della Nebbia. Il vento non era un principio. Non ci sono né principi né termini nel girare della Ruota del Tempo. Ma era un principio...”
Così Robert Jordan inizia ogni volume della sua lunga saga. In un universo in cui il tempo scorre ciclicamente e le vite degli uomini e i grandi eventi sono destinati a ripetersi all’infinito, imperversa l’eterna lotta tra il bene, la Luce o il Grande Serpente che si morde la coda e che vigila sulla Ruota del Tempo affinchè essa non smetta mai di girare, e il Male, che prende forma in un essere chiamato il Tenebroso, che vuole interrompere la ciclicità del tempo spezzando la Ruota, per ricreare il mondo a sua immagine e somiglianza. In ogni Era nascerà un uomo dai poteri straordinari detto il Drago Rinato che sarà in grado di sconfiggere il Tenebroso, confinandolo in una prigione nella quale rimarrà fino al momento in cui avrà recuperato le proprie forze e ne spezzerà i sigilli. Quando il Tenebroso sarà nuovamente libero, il Drago rinascerà e avrà inizio una nuova Era.
Nella tranquilla Emond’s Field, dove vivono il giovane Rand al’Thor, un pastore, e i suoi amici, lo scanzonato Mat e il fabbro Perrin, irrompe la Aes Sedai Moiraine assieme al suo protettore il Custode Lan.
I tre ragazzi vengono trascinati via dal loro villaggio da Moraine e Lan, per sfuggire agli emissari del Tenebroso che li vogliono catturare o forse addirittura uccidere. Si aggiungono la Sapiente del villaggio Nynaeve, la giovane Egwene e lo strano bardo Thom Merrilin.
I tre giovani sono dei ta’veren, uomini dal destino particolare, tessuto dalla Ruota per influenzare nel bene e nel male quello delle persone circostanti e pertanto oggetto di interesse per il Tenebroso. La fuga si dipanerà in innumerevoli situazioni...
Il mondo creato da Jordan é dettagliatissimo. La politica, la religione e la magia si intrecciano perfettamente, creando un mosaico di personaggi e di eventi estremamente avvincenti.
Le maghe Aes Sedai, donne che possono attingere il proprio potere da Saidar, la parte femminile della Vera Sorgente, il flusso di energia cosmica che fa girare la Ruota del Tempo, cercano di manipolare uomini e nazioni per raggiungere i propri fini, ma sempre al servizio della Luce. I Figli della Luce, un ordine militare votato al bene, danno la caccia ai servitori del Tenebroso, con metodi violenti e inquisitori. I Seanchan, un popolo sconosciuto d’oltre mare, si abbattono sulle terre abitate riportando in vita antiche leggende. Le distese a nord del mondo conosciuto vengono inghiottite giorno dopo giorno dalla malattia che il Tenebroso cerca di diffondere. I Trolloc, orribili e crudeli uomini bestia, iniziano a razziare paesi da cui erano stati dimenticati. I crudeli e selvaggi Aiel escono dalle loro terre senza alcun apparente intento bellicoso...
In un mondo che sta venendo divorato dal caos e in cui il Tenebroso sta riprendendo le proprie forze, la Ruota del Tempo si appresta a far rinascere finalmente il Drago.
La saga è composta da dieci libri (numero non definitivo, perché è incompleta); di questi, finora solo i primi tre sono stati tradotti in italiano dalla Fanucci. Chi ha già letto anche gli altri sette libri, giudica la saga molto ben articolata, sebbene tipicamente ne ricavi anche l’impressione che alcuni schemi narrativi tendano a ripetersi, quasi Jordan “allungasse il brodo”, pur con mestiere e competenza, sfruttando la gallina dalle uova d’oro in cui si è trasformata la sua saga (la Ruota del Tempo gli frutta ogni anno milioni di dollari). Non resta che confidare nell’ottimo inizio e farsi un’idea non prima del quinto o sesto volume.
Per quanto riguarda i personaggi, l’algida Moraine ci ricorda il prototipo della Maga apparentemente fredda e calcolatrice, mentre Rand, Mat e Perrin, per la loro provenienza rurale, ricordano decisamente lo stereotipo dell’eroe riluttante di tanti libri (lo Shea di Terry Brooks, il Belgarion di David Eddings, e così via). A parte queste assonanze generali, però, i personaggi sono splendidamente caratterizzati e si evolvono in modo credibile, subendo l’influenza dagli eventi che vivono.
Questo primo libro della saga, ne evidenzia pregi e difetti. Quando l’autore lo scrisse, probabilmente non poteva prevedere se il libro avrebbe avuto o meno il successo sperato; di conseguenza, si é dedicato a ideare personaggi e situazioni che dovevano essere nello stesso tempo finite, cioé che non necessitavano di un seguito, e introduttive.
Il volume è uno dei più lunghi della saga, proprio perché Jordan ha dovuto introdurre tutto il mondo che ha magistralmente creato. In definitiva, risulta davvero intrigante, ma non facile: le pagine scorrono veloci, ma bisogna prestare molta attenzione a nomi, luoghi ed eventi che fanno da retroterra storico, prossimo o remoto.
Il libro è molto coinvolgente, tanto che la lettura, nonostante alcuni difetti strutturali del romanzo, è davvero piacevole. La critica che si rivolge a Jordan, e cioé di scrivere dei finali un po “frettolosi”, a mio avviso è ingiustificata; nell’economia narrativa, un finale veloce esalta tutta la trama, se ben scritto. Così è per Jordan. A questo si aggiunge lo splendido stile linguistico che caratterizza i romanzi, evidenziato da un’ottima traduzione.
Il libro a mio parere è molto bello e chi non ne rimanesse totalmente soddisfatto può comunque contare su un finale che chiude la storia almeno parzialmente.
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