Il Dragone era morto. Scosse la testa e chiuse gli occhi. Ananais, Decado, Elias, Beltzer. Tutti morti. Traditi dal pensiero che il dovere e l’onore fossero i valori piú importanti della vita. Morti perché avevano creduto che il Dragone fosse invincibile e che alla fine il bene trionfasse sempre…”  

I tempi sono cambiati nel regno dei Drenai. Un imperatore tirannico e folle governa il paese ed il suo volere viene imposto ovunque da creature abominevoli e feroci, metà uomo e metà bestia. Dalle ceneri di un reggimento che ha fatto la storia dei Drenai una figura emerge per contrastare il regno di Ceska. Tenaka Khan è un principe mezzosangue, odiato dai drenai per il suo sangue Nadir e dai Nadir per i suoi antenati drenai, ma è il solo ad avere un piano per distruggere l’imperatore. Un gruppo di eroi diversi tra loro si unisce con un solo fine, abbattere il regno di Ceska e sconfiggere le sue creature ed i Templari Neri che lo appoggiano. Affidarsi al mezzosangue vuol dire però scendere a patti col piú antico nemico dei Drenai...

Le Spade dei Drenai può essere considerato l’epitome dei romanzi gemmelliani. Ci sono tutti gli ingredienti: un nemico invincibile, un gruppo di eroi vario ed estremamente caratterizzato, amori difficili, dilemmi interiori e una salvezza che sembra impossibile e il cui costo potrebbe essere troppo alto.

Tutto si regge sui personaggi, la cui complessità e completezza consente all’autore inglese di intrecciare un romanzo di grande respiro in quelle che sono relativamente poche pagine. Una saga di trecentocinquanta pagine... Come già ho affermato in altre occasioni, David Gemmell è un maestro ritrattista d’eccelsa bravura. Con poche e semplici pennellate l’autore delinea la figura di un personaggio in modo tanto vivido da imprimerlo nella memoria per lungo tempo. Qualche volta è un azione, altre una reminiscenza di tempi passati, altre ancora una riflessione. Questi sono gli strumenti che in modo semplice e indiretto permettono alla mente del lettore di comprendere l’intima essenza di protagonisti e non de “Le Spade dei Drenai”.

Sono soprattutto Tenakha Khan, Decado “l’assassino di ghiaccio” e Ananais “il dorato” a formare il tripode su cui si regge la trama del romanzo. Intorno a queste tre colonne c’è un sottobosco di personaggi dal fascino indiscutibile, come per esempio Pagano, gigante d’ebano di una terra lontana; un esercito di un sol uomo che porta guerra al regno Drenai di Ceska. Non voglio svelarvi nulla, ma proprio Pagano, un personaggio “secondario”, è al centro di uno dei momenti più epici che abbia mai trovato in un romanzo di Gemmell.

I protagonisti sono eroi incompleti, ma efficaci, che aspirano a trovare una collocazione nel mondo.

Tenakha Khan è un guerriero vuoto, combattuto tra la propria discendenza Nadir e quella Drenai. Uno spadaccino temprato nell’odio e nel disprezzo di coloro che gli stavano attorno. Quando il giovane mezzosangue Nadir trovò il proprio posto nel mondo, il Drago, questo gli fu strappato. Rimane solo la vendetta come ultimo passo di un uomo disilluso, che diventerà però ciò che ha sempre voluto essere per salvare un popolo di cui sarà nemico. L’amore di una donna, che come Tenakha vive a metà di due mondi serve per illuminare alcuni degli angoli oscuri della sua anima.

Scaler, discendente del conte di bronzo, deve fare i conti con il proprio passato e affrontare le sue paure, per divenire ciò che il diritto di nascita aveva sancito per lui. Parafrasando Almodovar, “La vera autenticità non sta nell'essere come si è, ma nel riuscire a somigliare il più possibile al sogno che si ha di se stessi”.

Decado, “l’assassino di ghiaccio”, la cui gioia derivava solo dallo scontro è un uomo che arriva quasi a uccidere il suo migliore amico, solo perché non è rimasto nessun altro con cui confrontarsi. Rinsavito e trovata un’inaspettata pace, Decado è costretto a ridivenire ciò che era e a prendere il comando di un ordine che serve apparentemente tutto ciò di cui lui è nemico.

Ananais il dorato era un grande combattente e un uomo avvenente, prima che gli venisse tolto ciò che aveva di più prezioso. Prossimo alla follia, il gigante biondo trova un nuovo scopo nell’amicizia e nella vendetta. Per amor suo Tenakha Khan rinuncerà ad adempiere al futuro di un popolo.

Ce n’è veramente per tutti i gusti, senza calcolare che il libro è scritto come sempre molto bene. Indipendentemente dai contenuti, è proprio la prosa a fare di Gemmell il rappresentante più efficace dell’Heroic Fantasy.

Ricorrente nella trama è la ricerca di un proprio posto nel mondo. Un concetto così frequente da dare l’idea che sia quasi il protagonista aggiunto del libro. Tutti cercano nel sacrificio di portare a termine uno scopo, senza il quale sarebbero forse perduti. Le stesse creature al servizio di Ceska (come anche Tenakha Khan, Decado, Ananais, ecc...), ottenute dalla fusione di uomini e animali, sono immagini di due mondi differenti ai quali “il risultato” non appartiene più. Questa astrazione diviene quasi evidente quando “i trenta” mettono di fronte a ciò che erano le creature al servizio di Ceska, svelandone anche il terribile segreto.

Altra abilità di Gemmell è riuscire a narrare una storia, partendo da quello che sembra l’epilogo e fornendo tutto ciò di cui abbiamo bisogno grazie a flashback brevi e mai banali. Gli avvenimenti de “Le Spade dei Drenai” avvengono dopo lo scioglimento del Drago, dopo lo scontro nell’arena nel quale Ananais viene deturpato, dopo l’ordalia di Decado, eccetera. Tutti questi sono presupposti fondamentali, che appartengono alla trama del libro, quanto la storia stessa. Uno scrittore con meno talento comincerebbe semplicemente il libro dieci anni prima. Gemmell non ne ha bisogno ed è questo il suo punto di forza. Flashback e gli accenni non tolgono nulla al romanzo, anzi, gli forniscono profondità senza bisogno di migliaia di pagine.

Le Spade dei Drenai è un libro che consiglio a tutti: a chi ama l’Heroic Fantasy; a chi desidera leggere un libro ben scritto che regala emozioni; a chi per la prima volta si accosta alla fantasy e desidera andare a colpo sicuro