Gli umani sono arrivati nella terra di Maras-Dantia, e con essi la morte e la distruzione. Le loro malattie hanno decimato le creature che lì vivevano, le loro miniere hanno interrotto le delicate linee di magia che alimentavano quel mondo, e ora, non più frenati dalle forze magiche naturali, i ghiacci del Nord stanno invadendo le terre abitate.

Gli animali fantastici – grifoni, draghi e unicorni – sono stati chiusi in gabbia, e i loro occhi terrorizzati vedono cadere l’una dopo l’altra le razze antiche e mitologiche: gnomi, elfi, folletti, coboldi, e, sfortunatamente, orchi. Cacciati dalla loro terra, gli orchi devono ritrovare il proprio orgoglio di guerrieri e sconfiggere la crudeltà degli uomini, mai così feroce, mai così memorabile come in questa storia. Sarà compito di Stryke rinunciare a tutti i compromessi di chi vorrebbe allearsi con una delle fazioni umane in lotta fra loro e portare gli orchi a guadagnare il proprio riscatto. I cinque oggetti magici che devono trovare per liberarsi dal giogo che li opprime sono però pericolosamente nascosti e segretamente difesi.

I tempi sono proprio cambiati. Orchi – I Guardiani dei Lampi ha soprattutto un problema: quello di essere arrivato con almeno una sessantina di anni di ritardo rispetto a Robert E. Howard. C’è chi ha affermato che lo scrittore britannico Stan Nicholls abbia inventato un nuovo genere, il “fantasy barbarico”. Un paio di libri letti in più non sarebbero male, prima di fare certe affermazioni. 

Nell'opera di Nicholls  c’è ben poco di nuovo, tranne un’idea di fondo potenzialmente originale, quanto inesorabilmente sfruttata male.

Il concetto base è molto semplice: rimescolare il mazzo delle popolazioni fantasy e ribaltare prospettive di narratore e lettore. Gli orchi, razza di cattivi per antonomasia, divengono i protagonisti del romanzo, mentre l’essere umano ne diviene la malvagia nemesi.

Nulla di trascendentale, ma tutto sommato abbastanza per dare un’occhiata al resto. Già il resto… Dopo meno di un centinaio di pagine ci accorgiamo che la ventata di novità è solo un refolo che scema in fretta, fino a diventar bonaccia. Tolti alcuni aspetti tipici di una razza violenta, gli orchi hanno tutte le caratteristiche dei protagonisti positivi. Senso dell’onore, lealtà e coraggio sono le qualità necessarie per ottemperare a un obbligo di grande importanza, niente di meno che la salvezza di tutte le razze e per osmosi del mondo intero. Non fa grande differenza il nome della razza protagonista, se poi le qualità e i difetti che la caratterizzano sono tali e quali a quelli degli eroi di molti altri libri. Allo stesso modo gli umani dimostrano le caratteristiche proprie dei cattivi per definizione. Sono traditori, meschini, bigotti, malvagi, stupidi e codardi. Tutto sommato la razza umana è dipinta con un certo realismo.

Detto questo, bisogna addentrarsi in un paradosso proprio di molti libri. Orchi è scontato e la trama è quantomeno ripetitiva, eppure si legge bene e senza annoiarsi. Il libro e, temo, anche la saga sono una ciclica serie di quest presso popoli differenti nella speranza di trovare cinque manufatti di grande potere. Il contorno non è ancora ben chiaro, ma non dovrebbe discostarsi molto dalla fuga e dalla sconfitta di un gran numero di potenti nemici che hanno propri piani e proprie mire sui medesimi manufatti.

Stan Nicholls non ha scritto un brutto libro. Il genere è quello dei romanzi mordi e fuggi, leggeri, pieni d’azione e senza particolari pretese. Un lettore, me compreso, potrebbe anche aver voglia di aspettare e provare il seguito, Orchi – Le legioni del tuono. D’altro canto ci troviamo in un periodo storico, dove gli autori fantasy di grande successo sono quelli che scrivono autentici e complessi trattati machiavellici. Parlo di Jordan, Martin, Keyes ed Erikson, solo per citare gli ultimi successi editoriali. Un libro così leggero può concedere qualche ora di piacere, ma difficilmente potrà soddisfare il lettore fantasy più esigente.

Sicuramente non soddisferà coloro che sperano di trovare protagonisti maledetti sulla falsa riga di Raistlin, Thomas Covenant l'Incredulo, o John Shannon l'uomo di Gerusalemme. Se solitamente vi innamorate di reietti, spietati assassini e novelli faust, allora rivolgete la vostra attenzione altrove. Se cercate bene, potreste perfino trovare Le Trame dell’Oscurità, che Karl Edward Wagner ha scritto nel 1970… Il suo Kane si mangerebbe vivo Srtyke...