Agilulfo scappò in una direzione, il basilisco appena nato in un'altra, Belisario in un'altra ancora. Il gallo rimase li, indeciso su chi seguire. Beccò un paio di volte il terreno poi partì verso il muro di casa: aveva visto della paglia muoversi.

- Vieni qui! - gridò Belisario al piccolo basilisco che si era nascosto sotto la paglia umida e puzzolente. Lo spinse con il muso dentro un buco del muro ed entrò a sua volta sperando che Agilulfo si fosse messo in salvo da qualche parte.

Avanzarono all'interno dell'intercapedine polverosa mangiando qualche insetto che si era rifugiato li dentro. Con il cuore che batteva ancora forte per lo spavento sbucarono infine nella catapecchia. Il pavimento di terra era pieno di avvallamenti, solchi e piccole pietre. L'arredamento consisteva in un tavolo traballante, uno sgabello e un mucchio di foglie secche per letto. Ai chiodi delle travi erano appese diverse sacche e alcune padelle di ottone. Una grossa pentola nera fumava sul focolare.

Agilulfo era già lì. - Ce l'abbiamo fatta - sospirò.

In quell'istante udirono un urlo stridulo provenire dal recinto del gallo.

- Adesso viene la parte peggiore! - Belisario si avvicinò alla porta con circospezione. La fessura tra questa e il pavimento era troppo esigua per lasciarli passare e non avevano tempo di mettersi a scavare nella terra. - Appena la apre scappiamo - ordinò.

- Perché? - domandò il piccolo basilisco.

All'esterno una voce di donna imprecava: - Per tutti i diavoli! Satana maledetto!

- Come ti chiami? - gli chiese Belisario.

- Non lo so.

- Ricordi qualcosa?

- Assolutamente niente. Cosa mi è successo?

- Dove sei? Dove, dove, dove... - continuava a gracidare la donna.

- Sei diventato un basilisco. Se guardi negli occhi una persona muore.

- Non è vero - si intromise Agilulfo. - Io non sono mai riuscito ad ammazzare nessuno.

- Devi fissarlo negli occhi - rispose Belisario; poi, rivolto al nuovo venuto: - E ricordati, non guardarti mai allo specchio altrimenti muori anche tu.

- Allora come te lo spieghi che noi possiamo anche guarda...

L'ombra di due piedi oscurò la fessura sotto la porta. Una anziana signora spinse con forza l'uscio che raschiò il pavimento con un rumore sordo. Appena vide i tre basilischi all'interno della catapecchia urlò, si tolse velocemente il pesante mantello dalle spalle e lo gettò sopra le creature.

- Magnifico - borbottò Belisario.

La porta venne richiusa e la stanza piombò nella semioscurità.

- Visto? Io l'ho guardata ma non ha funzionato! - commentò Agilulfo.

- Stupido, quella è una strega. Lo sapeva già che eravamo qui dentro, infatti è entrata senza guardare in basso.

La vecchia si tolse la veste, la arrotolò e la spinse contro la fessura sotto la porta, poi prese due sacchi e li usò per chiudere i buchi lungo la parete. -Siete miei!- gracchiò.

Agilulfo sbirciò attraverso una smagliatura del mantello. La strega era completamente nuda. Uno spettacolo orrendo: scheletrica, con la pelle ruvida e aggrinzita, aveva un corto naso a patata con un porro sulla punta, i capelli radi e bianchi e le guance rosse come peperoni. Aprì alcuni sacchetti di tela e ne versò il contenuto nella pentola che prese a fumare più di prima.

- Cosa facciamo?

- E’ tutta colpa tua - rispose Belisario. - Dovevi distrarre il gallo, io avrei portato il piccolo fuori dal recinto e a quest'ora saremmo già in salvo.

- Brutto assassino! Figlio di un arabo deforme! - sibilò improvvisamente il giovane basilisco.

- Ehi! Sta cominciando a ricordare.

- Toglietemi questa coperta di dosso, voglio ucciderlo con le mie stesse mani! - Il sauro si mosse sgambettando.

- Fermati! Dove vai?

- Vuoi morire una seconda volta? - Belisario afferrò il basilisco per la coda. - Sei stato ucciso violentemente alla mezzanotte di Ognissanti e sei rinato nell'uovo rotto da un rospo, l'uovo di un gallo nutrito col sangue di puerpera. Ora sei un basilisco: non hai più le mani!

- Via spiriti maligni! Abbandonate il mio sogno! - esclamò il cucciolo.

Nel frattempo la strega si era avvicinata con un mestolo.

- Attenti: appena alza questo mantello scappiamo! - disse Belisario.

La vecchia si chinò, tirò su un lembo del tessuto e attese. Il giovane basilisco uscì subito fuori andando a sbattere contro il mestolo.

- Ora!- gridò Belisario. Lui e Agilulfo si fecero seguendo le pieghe del mantello vicino alla zona che era stata parzialmente sollevata. Uscirono allo scoperto e aggirarono i piedi deformi della strega.