Urlava il Nano, ma era impietrito e la sua mano cadde dall'elsa. Pensò: non posso ucciderti. Non posso punire. Stai soffrendo. Perché? Non ho acqua negli occhi come voi umani, non so piangere, però il dolore esiste. E' in ogni legame che deve finire, in ogni via che non sai prendere, nel mutamento. Si annida ovunque sotto il sole. Ma nel Profondo... nel Profondo non c'è dolore.

Come se gli leggesse nella mente, il Guerriero abbassò il viso e disse piano: - Lui sapeva. Nei suoi libri... aveva trovato la mappa della cripta. Mi confessò che era stanco, che fuori non è vita. Non sapeva cosa fare e aveva paura. Vieni con me, gli ho detto, per l'ultima volta vieni nel Profondo. La scelta è semplice, la via una: uccidere o essere ucciso. Per l'oro, per il gusto di trovarlo e tirarlo fuori e ricominciare daccapo.

- Io...

- Tu dovevi salvarti. Il Mago ti ha protetto dalle fiamme a tua insaputa. Io dovevo combattere ma tu mi hai tirato via.

- Perché? Perché dovevate morire? Se volevate scavare nel Profondo potevate farlo fino al secolo prossimo, lo sai che siamo i più forti. E' anche troppo facile pulire le cripte e ce ne sono tante! Perché svegliare un Barlog?

- Perché uscito dal Profondo non puoi rientrarci. Una volta che hai visto il mondo di fuori il Profondo non basta più. Ma nel mondo non sai vivere e nel profondo non puoi tornare, non ci credi più veramente.

Il sole era ormai a picco sulle loro teste. La pianura sconfinata vibrava di vita.

- Anche il male esiste, Nano. Questo è il male.

* * *

- Non sembravano tanto afflitte - recriminò il Nano.

- Era un uomo difficile.

- Almeno avranno di che vivere. Quanto gliene hai...

- Tutto.

- Ti serve denaro? Potrei dartene... prestartene un po'.

- Non essere ridicolo. Mi arruolerò in qualche truppa di mercenari.

- Ma non hai neanche la spada!

- L'ho buttata nel pozzo. Ne ruberò un'altra.

- Non mi freghi. Vuoi tornare laggiù, te lo leggo in faccia.

- Stai sognando, Nano. E parli di prestare denaro. Non è da te.

- Sporco vigliacco io ti spacco la testa! Non andrai in nessun pozzo e non ti ucciderai e non farai più discorsi da maniaco sul 'maaaaale'.

Lui lo sollevò fino all'altezza degli occhi: - E chi me lo impedirebbe?

- Questo Nano te lo impedisce. Ti ho salvato la vita giù nel Profondo, quindi mi devi una vita: la tua. - Roteò gli occhi: - Mi stai alitando in faccia, te ne rendi conto?

Il Guerriero non rise perché non c'era niente da ridere. Il Nano era un professionista e diceva quel che bisognava dire in certe occasioni, ma non era una soluzione, non c'era una vera via d'uscita. Eppure...

- Ti lascio solo per il rispetto che porto a tuo padre.

- Tu non sai nemmeno chi è, mio padre!

- Nemmeno tu lo sai, Nano.

- Morirai per questo!

- Anche per questo. Sicuro.

* * *

- Sei uno schifoso bugiardo. Avevi promesso.

- Niente tunnel, giusto? Beh, questo è un portone. Anche vecchiotto.

- Ma porta alla cripta e c'è ancora il Barlog. Fiamma nera immortale!

- Lo so. Creatura del Profondo, niente può fargli male. Ma se lo portiamo fuori?

- Vuoi farlo crepare di dolore? Sei pazzo! E comunque non verrà mai.

- Prova a raccontargli delle città, degli alberi, del mare. Verrà.

- Moriremo.

- Sì.

- E lascia stare quella spada. E' sicuramente maledetta.

- Ehi, ma è la mia vecchia...

- Appunto.

* * *

- E' come un grande fiume di lava, ma graaande graaande. Ed è azzurro. Anzi, è azzurro e grigio e nero melanzana e bianco schiuma e celeste e verde smeraldo e porpora e tutti i colori del...

- RRROOOOGGGGRRRRR.

- Il cielo? Il cielo è come il mare ma al contrario.

- RRUUU?

- Ahem... sì, più o meno.

Il Nano cercò di girare la testa senza perdere d'occhio la fiamma nera. Continuando a sorridere istericamente, mugugnò: - oa axxo ai aenno.

- Come?

- Cosa cazzo stai facendo?

- Prendo l'oro. Tu continua a distrarlo.

- Ma il piano?

- Quale piano?

Negli occhi del guerriero scintillava qualcosa che non era umano: la febbre del Profondo. Nessun problema a parte la morte. Nessun desiderio a parte l'oro. Tunnel all'infinito e in pugno una spada maledetta. Ah!