Non riesco a non pensare ad Ariel. La ricordo sempre seduta in disparte, con il suo sorriso timido. Dopo che le avevo parlato, anche lei aveva iniziato a rifiutare ogni incontro con gli Adottanti. Anche lei aspettava che la sua mamma la venisse a riprendere, la mamma bella come nel ritratto che aveva disegnato e appeso al muro della sua stanza.

Per fortuna c’è il teatro.

- Le vostre vite sono come il corso di un fiume. Io sono il macigno che devierà definitivamente quel corso. - Così ha esordito la signorina Stanislaw, la nana. Nessuno sa perché il direttore ha scelto proprio lei, come maestra di recitazione, nè come ha raggiunto questo orfanotrofio sperduto tra i ghiacci. Ci fa lezione in una delle enormi cantine, dove viene accatastata la legna che viene bruciata per il riscaldamento, tra gli spifferi di aria ghiacciata che provengono dall’esterno.

- Oggi forse solo in teatro può succedere qualcosa, e l’attore è quel folle che vuole diventare uomo - ci ripete spesso, mentre proviamo La Tempesta di Shakespeare.

Mohamed è Prospero, il duca mago esiliato su di un’isola dal fratello usurpatore. “Mentre io trascuravo ogni cosa di questo mondo, tutto dedito alla solitudine e al rafforzamento del mio spirito, così facendo allontanavo da me il favore del mio popolo e svegliavo nel mio fratello perfide brame. E la mia fiducia, come una buona genitrice, generava in lui una falsità del pari illimitata.”

Il mio ruolo preferito è quello di Calibano, figlio di una strega e servo mostruoso di Prospero. “Possa ricadere su di voi la rugiada maligna che con una penna di corvo mia madre raccoglieva dalle paludi infette! Il vento di libeccio vi aliti addosso e vi ricopra di piaghe.”

- Figlio di una scrofa, vattene! Và a raccoglier legna. E ti consiglio di far svelto, affinché io possa poi affidarti altri incarichi. Se non eseguirai bene i miei ordini ti torturerò le ossa, ti farò ruggire in modo tale che anche le belve tremeranno nelle loro tane - mi urla contro Mohamed. E poi scoppia a ridere.

Adoro il teatro.

Questa mattina siamo entrati nella stanza di Ariel. Era tutto distrutto, come le altre volte. I mobili di legno, i pochi vestiti, tutto fatto a pezzi da una furia sovrumana. Anche il muro di pietra era graffiato, ma solo in un punto. Come se degli artigli di acciaio avessero raschiato a fondo, con rabbia, lacerando il ritratto della madre di Ariel.

Oggi lezione di astronomia. Il direttore, visibilmente soddisfatto ed emozionato, finalmente ci mostra l’Astrario, la sua nuova opera meccanica. Aziona una leva, e il sole e 5 pianeti iniziano a ruotare intorno alla Terra, sorretti da lunghi bracci metallici mossi da un motore a molla.

- Come potete vedere, bambini, al centro c’è la Terra, così come creata da Dio. Il Sole e i cinque pianeti, Venere, Marte, Saturno, Mercurio e Giove, ruotano intorno ad essa. - Poi indica la mezza cupola che sovrasta l’opera. - Tutte le altre stelle che vediamo nel cielo, cosiddette “fisse”, fanno parte di una sfera, chiamata Primo Mobile. Questa sfera ruota intorno ad un asse che coincide con quello della Terra, e ha un suo polo nord e un suo polo sud. Questa verità fu intuita dalla concezione tolemaica del sistema solare.

Non posso sopportare oltre.

- Ora basta... perché continua a raccontarci queste falsità? - Tutti si voltano a guardarmi, in silenzio. - La Terra non è immobile al centro. Al centro Dio ha creato il sole, con la Terra e gli altri pianeti che gli girano intorno.

Il direttore sorride e si avvicina. Mi carezza dolcemente i capelli. - E tu come puoi saperlo? Sei tu un Dio?

Risatine degli altri bambini.

- Me l’ha spiegato mia madre.

- La Regina delle Lame?

Altre risatine.

Abbasso la testa, e cerco di trattenere le lacrime. Ma lui non vuole umiliarmi.

- Tua madre ha sbagliato, mia cara, ma non poteva fare altrimenti. E’ infatti proprio Dio che ha creato quella falsa illusione che ti ha spiegato tua madre.

Ora si rivolge a tutti, indicando l’Astrario. - La vera realtà delle cose, con la Terra immobile al centro dell’universo, rende evidente la centralità dell’Uomo... e dunque l’esistenza di Dio. Ma la certezza scientifica della sua esistenza svaluterebbe il valore della Fede. Dio onnipotente si è reso conto di aver sbagliato all’inizio e ha corretto il proprio errore, creando per l’uomo l’illusione di una diversa realtà. L’illusione che ti ha spiegato tua madre. Tutto qui. - E allarga le braccia, come per sottolineare la semplicità della sua spiegazione.