La riflessioni della ragazza furono interrotte da un ceffone violentissimo, inferto con dita coperte d’acciaio. Eymerich aveva fatto un cenno a uno dei soldati che si tenevano nell’ombra, accanto al sedile triangolare. L’uomo aveva capito l’ordine.

Il sangue gocciolò dalla guancia di Mona. - Ehi, ma cosa vi prende, a tutti voi? - si lamentò.

Eymerich si chinò su di lei, con occhi gelidi che promettevano il peggio. - Parla, se vuoi evitare la tortura. Perché vuoi il potere di uccidere chi ti pare?

- Perché... - Adesso Mona era spaventatissima, e non riusciva a nasconderlo. Tremava tanto che le collanine che aveva al collo tintinnavano. - ...Perché è un potere che i governi hanno già. Meglio che finisca in mano a me e Ostrica. Ammazzeremo tutti e resteremo soli, come Adamo ed Eva. Può darsi che una nuova umanità sia migliore.

- Disgraziata! Faresti una strage per migliorare il mondo?

- Uh, che domanda. Di solito chi vuole migliorare il mondo comincia sempre con una strage.

Berjavel, che si sforzava di verbalizzare le dichiarazioni, lasciò cadere la penna. - Magister, scusate se vengo meno all’umiltà del mio ruolo e mi intrometto. Quella femmina si sta burlando di noi. Forse sarebbe il caso di passare direttamente alla tortura.

Eymerich volse sul notaio occhi torvi, pronto a un rimbrotto violento. Poi ci ripensò. - Ma sì. Mastro Gombau può spegnere facilmente l’arroganza di questa sgualdrina. Quando sarà appesa al soffitto per i polsi, rinuncerà alla sua boria.

Una delle guardie uscì, diretta ai sotterranei. Un istante dopo, Mona lanciò un grido di gioia che nessuno si sarebbe aspettato. - Evviva! - gridò. - Anche Ostrica si è servito del teletrasporto! Mi ha mandato un messaggio!

Eymerich, ai limiti dell’esasperazione, sibilò: - Ma che dici, donna? Tu non capisci la gravità della tua situazione. Di quale messaggio vai cianciando?

- L’ho qui, fra le tette! Si è appena materializzato! Scommetto che è per te! Prendilo e leggi!

- Dove sarebbe? Non capisco.

- Ma è qui, sotto le collanine! - Mona, esultante, indicò il proprio seno. - Ti basta allungare due dita...

Eymerich comprese. Scandalizzato, girò le spalle alla prigioniera e guardò Berjavel. - Signor notaio, eseguite voi. Io non voglio e non posso guardare.

- Ma io...

- Insomma, recuperate quel messaggio e leggetelo! E’ un ordine!

Berjavel, riluttante, lasciò il proprio scranno e girò attorno a Eymerich. Questi udì le collanine tintinnare più forte, mentre Mona ridacchiava. Poi sentì il notaio commentare: - E’ una comunicazione stranissima. Sembra quasi una minaccia.

- Non importa. Leggete!

Berjavel eseguì, con una nota di incertezza nella voce per via del linguaggio astruso: - A tutte le vittime dell’Inquisizione: attenzione! Se avete riportato ferite da tortura o da interrogatorio, e intendete prendere parte a un’azione legale collettiva, contattate il seguente numero...

Eymerich si girò di scatto, sbalordito. - Ma cosa vuol dire?

- Bé, io ho letto per intero il libro firmato da Chuck Pahlaniuk- commentò il notaio. - Vuole dire che...

Non fece tempo a terminare. Mona Sabbat si mise a ridere e gridò: - Bravo, Ostrica! Vai col teletrasporto! Funziona alla grande, cacchio!

Simultaneamente, il corpo della prigioniera cominciò a farsi traslucido. Eymerich si gettò su di lei, furente: - Non lasciatela evaporare, in nome di Dio! Bruciatene almeno una parte!

Si ritrovò ad abbracciare uno sgabello vuoto, alcune catene e una montagna di collanine.