Per le Cosce Sacre della Vacca Sacra! Ma dove diavolo è la vostra terra? Oltre l'Oscuro? Spero proprio di no. Ma poco importa. Stavo per dirle qualche frase galante quando lei: - Sei tutto solo mio bel cavaliere? Non vorresti un po' di compagnia?

Mi diedi del cretino. Quale donna si può trovar sola in un bosco di notte se non una di quelle? E non ridete, potrete anche essere di un altro mondo, ma quelle le avete certo anche voi. Frenai una bestemmia pesante e feci per rimontare quando il mio sguardo, non proprio a caso, ricadde sul seno. In fin dei conti, pensai, cosa ci sarebbe stato di male? Un colpo e via. E chi s'è visto s'è visto.

- Quanto?

- Cinque Querce d'argento.

Non era poi tanto. Egualmente mercanteggiai: - Tre.

- Quattro, mio signore. Credimi, saranno meritate.

Così sganciai quasi tutto quello che mi restava e la seguii. La luna fu nascosta da una nuvola. Mi condusse attraverso macchie di alberi e cespugli seguendo un sentiero che vedeva soltanto lei. Infine si fermò davanti a una cupa costruzione. Era diroccata. Tetra. Faceva quasi paura.

- Lì? - chiesi perplesso.

- Staremo tranquilli - rispose annuendo.

Un brivido mi percorse la schiena. Per un istante pensai di piantar tutto e andare via. Ma che razza di uomo sarei stato? Così mi lasciai trascinare dentro. Il buio era assoluto. Inciampai un paio di volte in qualcosa di lungo e viscido disteso sul pavimento che si allontanò emettendo uno strano verso di protesta.

- Spogliati, mio principe, accendo una candela.

Incerto mi tolsi gli abiti. In quel momento il bosco zittì. Lontano un lupo prese a ululare e un pipistrello mi sfiorò la testa. Mi sentii indifeso, come un pulcino, e portai istintivamente le mani nella parte bassa del ventre a proteggere le mie vergogne. Le gambe si incrociarono e un nuovo brivido mi ricordò che faceva anche un tantino freddo.

Fu allora che accadde. Alla fioca luce della candela che lanciava sinistre ombre sul suo viso, lei comparve all’improvviso, scoprì i lunghi denti da vampiro e sibilò: - Ho bisogno di bere il tuo sangue.

- Oh no! - esclamai allargando le braccia in un gesto di sconforto, poi non riuscendo a trattenermi sbottai: - Senti, bellezza, mordi quello che vuoi, ma allarga le gambe.

Sì, lo confesso, dissi proprio così, e ora me ne vergogno, ma cosa avreste fatto voi al posto mio? Che la Vacca Sacra mi perdoni, non sono mai stato volgare come un brigante del Nord, ma il pensiero, dico, soltanto il pensiero di andare a nanna digiuno per la seconda volta nella stessa notte mi mandava in brodo il cervello.

Vi starete chiedendo di lei. Parve come sorpresa, forse abituata a scene di panico o a tentativi di fuga, magari con urla e invocazioni d'aiuto. Restò immobile, incerta, poi sorrise e accettò quella specie di patto.

All'alba, per ragioni diverse, eravamo entrambi soddisfatti.

Peccato fosse così fredda.

Ora sono anch'io un succhiasangue. Lavoriamo in coppia. Lei, Myrta, attira qualche stupido viandante e io lo metto a tacere in caso di ribellione, poi succhiamo quel dolce nettare brindando al nostro incontro.

Una volta le ho chiesto cosa se ne facesse delle Querce d'argento che pretendeva anticipate dei suoi clienti. Con grande serietà mi ha spiegato che nei periodi di magra comprava sangue dalla Dama del Ceppo. Ho riso una notte intera per questo. Se devo essere sincero non si sta poi tanto male. Myrta mi concede ancora il suo splendido corpo ogni volta che lo desidero anche se afferma che prima o poi questi vecchi istinti mi passeranno. Io preferisco che durino il più a lungo possibile.

Peccato sia sempre fredda.

Cosa? Volete sapere di Pandea?

Per le Sacre Poppe della Vacca Sacra! Qualche tempo dopo l'ho incontrata per caso. Pareva molto dispiaciuta di quanto era successo e si è detta disponibile per la Festa del Varo al Castello del Signore del Piccolo Mare. Il suo sguardo prometteva grandi cose. E io ho finto di perdonare. Anche perché saranno davvero grandi cose. La solita Caccia, i soliti giochi, il solito Torneo. E poi il suo letto, i suoi occhi, il suo corpo.

Per finire con una magnifica, ristorante, dolcissima succhiata.