Giovedì

Oggi ho conosciuto una ragazza nuova. Si chiama Stefania. Ha ventisette anni. L'hanno messa a lavorare nell'ufficio accanto al mio. Aveva uno sguardo strano stamattina quando è arrivata. Forse è timida. Aveva un maglione grigio e una giacca chiara, elegante e sobria insieme. Mi piace. Non sono riuscito ancora a parlarle. Appena ha finito il turno è uscita e nel piazzale ho visto che parlava con Marco. Che sia una di loro? Non ci posso credere. Sarebbe la prima volta che mandano due agenti nella stessa zona. Almeno per quanto ne sappiamo noi.

Per sicurezza, comunque, quando è andata via sono passato con una scusa nel suo ufficio. Mentre facevo inutili fotocopie ho esaminato la sua scrivania. Ma non ho notato nulla di particolare.

Giovedì (ore 11.37)

E' quasi mezzanotte e non riesco a dormire. Ero a letto quando mi sono ricordato di un particolare di Stefania a cui subito non avevo dato peso: è ambidestra! Sono sicuro di averla vista firmare il foglio d'ingresso con la sinistra e scrivere su un bloc-notes con l'altra mano. Cosa significa? E' importante? Chissà. Ho provato ancora a mettermi in contatto con gli altri senza successo. Forse stavano già tutti dormendo. Oppure... no, meglio non pensarci.

Appunto: sulla Gazzetta a pagina 25 c'è un articolo che parla di una mostra di quadri a Baggiovara. Controllare. E' Giovedì, i nomi degli espositori seguono lo schema numero due, e anche quest’articolo è firmato A. Cortona. Domani spedirò il testo a Karl. Vediamo se salta fuori qualcosa.

Altro appunto: mentre tornavo a casa ho visto che la chiesa di San Francesco aveva di nuovo le transenne. Mi sono avvicinato e mi è sembrato di vedere i loro segni tracciati sulla parete est. Senza salire sulle impalcature è impossibile esserne sicuri. Ma sembrano tanto i loro segni. Domani devo controllare su Virgilio Mappe. L'area che abbiamo calcolato potrebbe non essere corretta.

Giovedì (ore 11.54)

E' una battuta stupida, ma ci penso spesso e non riesco a non sorridere quando mi capita. Dopo maggio, da quando in seguito all'episodio di Roma non sono più un dormiente non riesco in effetti più a dormire bene. Peccato che questa cosa non possa raccontarla a nessuno.

Venerdì

Sono arrivato in ufficio in ritardo questa mattina. Ho la testa pesante e un forte mal di gola. Ho preso freddo? Se sì, mi chiedo quando. Stefania è passata nel mio ufficio per una pratica e si è presentata. E' molto carina e sembra simpatica. Forse troppo. Le ho chiesto se aveva già conosciuto qualcun altro di questo settore, e lei, nel rispondermi, ha tralasciato Marco. Un caso? Dovremo pranzare insieme, io e Stefania intendo. Se fa in tempo passerà da me verso mezzogiorno. Nonostante il ritardo sono riuscito a trovare il tempo per quel controllo che volevo fare. Non ho con me in ufficio ovviamente i diagrammi completi ma, per quello che riesco a ricordare, se la chiesa di San Francesco facesse parte del tracciato, allora avremmo sbagliato di molto tutte le nostre considerazioni più recenti. Non ci voglio neppure pensare. L'immagine che posso intuire in quel caso non è né la prima né la seconda ma più probabilmente la dodicesima o la quattordicesima di quelle spedite da Amos. E se dovesse essere così noi saremmo molto più indietro di quello che già sappiamo di essere. Ho una bruttissima sensazione e tutto corre già così in fretta. Più tardi proverò a mettermi in contatto con gli altri.

Venerdì (ore 14,28)

Stefania poi non s'è vista. Devo ammettere che ci sono rimasto male. Avevo voglia di vederla. Ogni tanto avrei bisogno di staccare. Di non pensare sempre a questa cosa. Forse fare qualcosa di gradevole e di normale potrebbe aiutarmi a continuare meglio. Sì, avevo proprio voglia di pranzare con lei. Invece, come sempre, ho preso un tramezzino alla macchinetta e ho mangiato solo davanti alla mia scrivania, come faccio di solito. Questa situazione sta creando intorno a me in ufficio un'atmosfera un po’ sgradevole. Sento che la gente ormai parla di me come di un misantropo sospettoso e depresso, credo anche grazie a qualche voce messa in giro dal mio osservato. Ma non posso farci molto. E devo stare sempre all'erta.