Quando finalmente riuscì a risollevarsi dritta in sella, Melissa si guardò attorno e scoprì che il cavallo l’aveva condotta in una valle, una gola verde nascosta tra due stretti costoni di roccia.
Dopo le urla, gli schianti e gli strepiti della battaglia, i cespugli, gli alberi, i sassi bianchi, il greto del torrente, il silenzio, le apparvero soprannaturali.
La testa le doleva a causa del colpo di mazza ferrata che un cavaliere ribelle le aveva inferto, la fuga precipitosa e incontrollata del cavallo l’aveva salvata.
Melissa smontò e, tirandosi dietro l’animale per le briglie, si accostò all’acqua che scorreva, si lavò il viso fuligginoso e cercò di ripulire i lunghi capelli biondi incrostati di sangue. Sangue dei nemici abbattuti.
Gli Uomini possedevano troppe parti molli, perciò era facile sconfiggerli. Non c’era onore nell’incrociare la spada con esseri tanto deboli.
Si chinò fino a bagnare il mento e la bocca dentro la cascatella che si formava grazie a un gradino di roccia. Acqua gelida e pura, la migliore. Tutto sommato la Terra presentava alcune caratteristiche non disprezzabili.
Un suono poco distante la fece balzare in piedi e girare su se stessa mulinando la spada. Suono umano. Un secondo gemito. Umano sofferente. Legò la briglia del cavallo attorno a un ramo e si accostò circospetta a un macchione che nascondeva un avvallamento del terreno: il suono proveniva da lì. Scostò una fronda e vide un uomo seduto per terra, la schiena contro il tronco di un’acacia, le mani, in apparenza disarmate, premute sull’addome, la fronte corrugata per una segreta sofferenza.
Vieni avanti, ti ho sentito - disse l’uomo senza sollevare le palpebre. - Non temere, ho perso la balestra, la spada, il pugnale, il cavallo e il buonumore.
Melissa fece un passo verso il cavaliere, il cui viso affilato e rugoso sembrava divertito dalla prudenza di lei.
- Siamo solo io e te, mia cara.
- Alza le mani - gli intimò.
L’uomo obbedì lentamente, Melissa vide che le palme erano ricoperte di sangue fresco. Un’occhiata ravvicinata la convinse che il cavaliere era inoffensivo: il suo corpetto di cuoio nero appariva squarciato al di sotto dell’ombelico e la poltiglia bianca e rossa dei visceri sporgeva lucente, sfrontata.
- Autentiche budella umane - sospirò lui. - Servono per digerire il cibo.
Melissa rinfoderò il pugnale, l’uomo si coprì nuovamente il ventre.
- Eri alla battaglia?
- Naturalmente - replicò lei con orgoglio.
- Allora hai visto come siamo fatti dentro.
Melissa lo fissò con disprezzo.
- Molte teste? - riprese lui.
- Non ho mai tagliato una testa, io.
- Così giovane... - borbottò l’uomo. - Un ufficiale così giovane...
Melissa richiuse di botto le ali che, in un moto d’involontario orgoglio, si erano spiegate a metà sulla sua schiena. Non poteva nascondergli di essere un ufficiale: le ali erano tatuate con i simboli del Sole.
- Preparo una slitta e ti porto al campo. I nostri guaritori fanno miracoli.
- Un miracolo. Proprio ciò di cui ho bisogno - ironizzò il cavaliere.
Melissa non gli badò e iniziò a tagliare i giunchi per costruire la slitta.
L’uomo sollevò un dito.
- Prima lezione da soldato: mai trasportare un ferito con i visceri estrusi. Aumenti la sofferenza e lui morirà comunque.
Melissa si fermò, rifletté un istante, rinfoderò il pugnale e gli volse la schiena.
- Cerco un guaritore e lo conduco qui.
- Lodevole intento. Tuttavia, ci siamo allontanati parecchio entrambi, prima che tu riesca a tornare sarò morto.
- Tenterò comunque.
- Ragazza, osserva la posizione del Sole, volge a occidente, tra breve sparirà dietro le alture, e la mia vita con lui.
Melissa si sentì impotente e sgomenta. Non aveva mai assistito ad una morte lenta. Quelli della sua razza non nascevano, non invecchiavano e non morivano, eccetto quando una lama ben affilata separava la testa dal corpo.
- C’è un ruscello qui dietro, ti porto un po’ d’acqua.
- Seconda lezione da soldato: mai, per nessuna ragione, dare da bere a un ferito al ventre. Aumenti la sofferenza e non gli porti sollievo.
- Cosa posso fare? - esclamò inquieta. La situazione la rendeva nervosa e voleva a ogni costo dimostrare all’infedele che i Segnati erano gente misericordiosa.
- Ragazza, non c’è nulla che tu possa fare per me, tranne sederti qui accanto e conversare. Mi è sempre piaciuto parlare con le donne, sono le uniche persone cui valga la pena parlare.
3 commenti
Aggiungi un commentoOttimo racconto - riesce a discettare di concetti filosofici senza mai scadere nello scolastico! Certo, viene difficile pensare che un uomo moribondo ed eviscerato possa parlare, e a lungo, con tanta calma e coerenza. Ma è una "suspension of disbelief" che se non altro eleva la narrazione al pari dei dialoghi di filosofia del passato!
Stupendo, spero di leggere al più presto un tuo lavoro fantasy più lungo.
Scrivi benissimo e i personaggi hanno un grande carisma... Complimenti!
stupendo, bellissimo. godibilissimo e affascinante. scrivi benissimo.
vorrei leggere qualcosa di tuo!
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