Oggi
Piove ininterrottamente da tre giorni. Non è infrequente a Bruxelles, specialmente a Febbraio. Guardo fuori dalla finestra della camera in affitto che occupo da alcuni mesi. La piazza sottostante è quasi invisibile dietro la cortina di pioggia. Le gocce scivolano pigramente lungo i vetri.
Valle del Danubio, 46187 a.C.
Korr e io ci acquattiamo dietro un ginepro, cercando di renderci invisibili. Abbiamo seguito gli intrusi per una dozzina di giorni durante il loro spostamento ai margini dei Territori di Caccia. Sono decisamente più alti e meno robusti della nostra gente. Il gruppo è costituito da una ventina di individui tra uomini, donne e bambini. Quello che dovrebbe essere il capo si muove con sicurezza davanti a tutti, impugnando una lancia. Ogni tanto si china a osservare il terreno, come se seguisse delle tracce, oppure fiuta l’aria. Muovendoci con circospezione e badando a mantenerci controvento, riusciamo a avvicinarci ulteriormente al gruppo. In tal modo possiamo notare altri particolari: i lineamenti dei volti sono meno grossolani di quelli di noi neanderthaliani; i nasi più piccoli; gli occhi meno infossati. Non si sono mai viste persone simili nei Territori. La loro presenza stimola numerosi interrogativi. Percepisco la perplessità di Korr: Chi sono? Cosa cercano?
Oggi
Penso che andrò al cinema. C’è una piccola sala di periferia, dalle parti di Belleville, dove proiettano vecchi film RKO. Li adoro. Mi fanno rivivere atmosfere che ormai solo i vecchi ricordano. Avete mai guidato una Ford Fireball del 1947? Che automobile straordinaria...
Prima di uscire mi guardo allo specchio. L’immagine riflessa è quella di un normale essere umano, di tipo mediterraneo, niente affatto appariscente. Non supero il metro e settanta. Ho lineamenti regolari, occhi e capelli neri. Dello stesso colore sono i baffi e il pizzo. Quest’ultimo è l’unica concessione alla mia vera identità, o meglio alla fisionomia che quelli della mia specie - secondo l’immaginario collettivo - dovrebbero avere.
Quadesh, 1275 a.C
Il mio signore, Muwatalli II, aspetta il momento propizio. Ancora mezza giornata e i suoi carri travolgeranno la divisione Ra. La colonna egiziana si è sgranata lungo la pianura esponendosi al pericolo di un attacco sul fianco. Le divisioni Amon, Ptah e Seth sono troppo distanti per portare soccorso all'avanguardia delle truppe di Ramesse. Al tramonto il sangue degli invasori arrosserà le acque dell’Oronte, il faraone verrà umiliato e la gloria di Hattusas dominerà i popoli della Terra. Muwatalli si fida di me, non ha mai avuto un auriga migliore. Prima di dare l’ordine d’attacco soppesa la lancia con la mano destra e mi rivolge un sorriso da predatore.
Oggi
Cammino tra la gente. Gli esseri umani mi interessano moltissimo, li studio da quando sono apparsi sulla Terra. Sono indiscutibilmente tra le creature senzienti più imprevedibili e creative in un Universo brulicante di vita. Uno dei migliori prodotti dell’Amore. Forse è per questo che gli agenti della Superbia si sforzano di danneggiarli più che possono.
Roma, 274 d.C.
Si fronteggiano due personalità eccezionali: Zenobia è ancora più affascinante di quanto si dice in giro, il tipo di donna per il quale si può commettere una follia; il cipiglio con il quale Aureliano la squadra è quello che, per secoli, i condottieri romani hanno rivolto ai nemici battuti. La regina, tuttavia, anche se sconfitta, sostiene fieramente lo sguardo dell’imperatore. Questi ostenta sicurezza e inflessibilità, ma non può nascondere le sue sensazioni a me che, tribuno della coorte pretoria, faccio parte della scorta e gli sto alle spalle. Aureliano è pur sempre un uomo e non riesce a distogliere gli occhi dalle gambe tornite, dai fianchi generosi, dal seno rigoglioso e, soprattutto, dai grandi occhi neri di Zenobia.
Ma, come tutti sanno, non c’è pietà per chi osa sfidare il potere di Roma.
Oggi
Anche se mi confondo tra la folla di una grande città devo stare continuamente sul chi vive. Corro sempre il rischio di fare brutti incontri. Se mi trovassi di fronte a un esponente della fazione vincente, questi potrebbe riconoscere la mia vera natura e farebbe di tutto per eliminarmi.
Dubito, comunque, che i miei ex compagni sarebbero più teneri.
3 commenti
Aggiungi un commentoBello, piacevole e scorrevole. Si avvicina molto alle situazioni evocative del telefilm HIGHLANDER.
carino il diavoletto... anche se secondo me i flashback meritavano una motivazione all'interno della storia principale.
Uno dei primi racconti che leggo on-line... colpevolmente, non ci ho mai badato granchè, anche perchè la dimensione del racconto non appaga la mia voracità.
Bello, davvero bello.
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