– Noi non siamo ‘strane’ – la voce Fèral si ridusse a un sussurro, – ma orrende!
– Ho visto cose orrende, credimi, e tu non lo sei – le spiegò con calma. Fece un cenno ai due corpi decapitati e aggiunse: – Neanche loro erano orrendi, in principio: lo sono diventati per scelta.
– Eh già – soffiò Fèral con l’irritazione che le sbocciava sul viso, – sono diventati banditi, ma quelli come noi hanno poche scelte!
– Tu hai fatto quella giusta.
Fèral aveva gli occhi umidi, abbassò lo sguardo e disse con un filo di voce. – Non parli molto, ma mi hai detto le cose più belle che ho mai sentito.
– Tu invece sei una chiacchierona – le sorrise, – e una strana Emibestia.
– E’ che non mi capita spesso di parlare con qualcuno.
– Capisco.
– Non ho avuto una vita facile – Fèral trasse un sospiro assai triste, – e nemmeno loro – continuò indicando i cadaveri, ma evitando di guardarli. Dopo una lunga pausa aggiunse: – Ti dispiace se…
Dàhar la colse di sorpresa, riaprì il sacco e ne estrasse le teste. – Aiutami a seppellirle coi corpi. – Rifletté un attimo e concluse: – Ma dovremo riportarli a valle. Qui il terreno è troppo duro.
Epitaffi e scelte
Quando le fosse furono riempite, Dàhar evocò i suoi strani poteri per creare le lapidi. Fèral fece vagare lo sguardo sul suo corpo, lo vide rabbrividire appena i tatuaggi apparvero sul volto, gli rivestirono le braccia e scesero sul torace nudo, gli scivolarono sulle mani e aprirono il varco alle Spoglie del Vuoto.
L’Emibestia fece qualche passo indietro.
La Foresta del Tumulo vibrava di mille suoni, ma si zittì quando Dàhar estrasse la spada dal fodero, che gemette con uno stridio. L’uomo si avvicinò a un macigno, che spuntava dall’erba come una gobba, e strinse a due mani la lama che fu rivestita dalla bruma nera.
Fèral stava per chiedergli cosa volesse fare, ma la risposta giunse imprevedibile: la spada fendette la roccia senza sforzo, senza che una sola scintilla cadesse a minacciare l’erba. Dàhar ricavò due fette da quella pietra e le incise con maestria.
Sulla prima scrisse: “Qui giace Uhn di Kyl, bandito, ladro, assassino e fratello di Kug. Visse nascondendo ciò che era, è morto a causa di ciò che era diventato.”
Sulla seconda: “Qui giace Kug di Kyl, fratello di Uhn. Visse senza poter nascondere l’Emibestia ed è morto com’è vissuto.”
29 commenti
Aggiungi un commentoFèral rotolò sul fianco che non le faceva male, le foglie scricchiolarono sotto il suo peso e la ferita la costrinse a urlare;
Ma se rotola sul fianco che non le faceva male, benedetto ragazzo, perchè la ferita la fa urlare? Questo passaggio genera confusione.
Poi: non è certo una novità che le foglie scriocchiolano sotto il suo peso. Prova a lanciarci uno scoiattolo, su quelle foglie secche, e le sentirai ugualmente scricchiolare.
...vi pose con cautela la mano pelosa, che poi annusò per non dimenticare l’odore del mostro che le aveva quasi staccato una costola. Il pensiero che il sangue sul palmo non fosse solo il suo, la fece sorridere e rifletté che, forse, un giorno avrebbe avuto la sua vendetta.
Ci sono 4 'che'. Non ti sembrano un po' troppi?
Svenne.
E pure il lettore, ci scommetto.
Se hai un fianco ferito a quel modo, anche muovere l'alluce ti farebbe urlare comunque può generere confusione, hai ragione
Bellissimo. Critica sacrosanta...
E' bello avere un lettore attento, anche se solo per le prime battute, essendo svenuto subito dopo
Bella questa!
Ho appena finito di leggerlo.
COmplimenti all'autore; il tuo racconto mi è molto piaciuto.
...e grazie al lettore: anche il tuo commento mi è molto piaciuto!
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