Direi che la maggior soddisfazione deriva dalla consapevolezza che in ogni pagina di questo saggio c’è almeno un’informazione. A volte potrà essere un’informazione che il lettore conosce già (dipende dalla sua formazione culturale o da quante ricerche può aver già fatto per conto suo sulla saga), ma sono sicura che alcune informazioni racchiuse in questo saggio sono assolutamente originali. Per esempio, c’è un’ampia parte dedicata alle numerose lotte che Harry ha dovuto sostenere dinanzi ai tribunali babbani. Che io sappia, non c’è una pubblicazione che raccolga in un quadro organico informazioni di questo tipo. Un altro esempio è una personalissima lettura simbolica del Torneo Tremaghi, che poi si può condividere o meno, per carità, ma che dà comunque un taglio esegetico insolito all’argomento. Qua e là ho cercato infine di disseminare la maggior parte di ‘chicche’ possibili. E ho cercato di essere precisa nel documentare tutte le affermazioni della Rowling o di coloro che sono stati comunque coinvolti, a qualsiasi titolo, nel mondo potteriano: così ho segnalato tutte le fonti delle dichiarazioni.

Quale cosa pensi che possa maggiormente convincere un lettore a scegliere il tuo libro?

Ah, rieccola qui, la captatio benevolentiae! JPurtroppo sono consapevole del fatto che di fronte alla saggistica potteriana c’è molto scetticismo: molti fan percepiscono questi lavori come una sorta di parassitismo, anche perché molti libri già usciti sul mercato italiano sono semplici manuali che cercano di dare un ordine sistematico ai contenuti della saga, senza affrontarne gli aspetti in maniera critica, senza dare informazioni che apportino un valore aggiunto. Sono un po’ delle guide attraverso il materiale che già si trova nei romanzi, e per questo il fan ritiene di non averne bisogno perché gli basta leggere, appunto, i romanzi. Ma un saggio è una cosa diversa e ho già spiegato prima il mio metodo di trattare le informazioni e dunque è da lì che il potenziale lettore dovrebbe desumere se vale la pena di leggere o meno il libro. Resta comunque il fatto che anche un lavoro come il mio possa non piacere, è nella natura delle cose che un libro sia apprezzato da alcuni e non da altri, ma mi piacerebbe che la valutazione non fosse aprioristica. Per me un volume va giudicato, se non a lettura ultimata, almeno dal suo impianto sistematico (e quello si vede subito dall’indice), dagli scopi che si prefigge (e quello si vede dalla prefazione) e dal fatto di averne fisicamente sfogliato e leggiucchiato qualche pagina in libreria, specialmente le parti su cui ci si sente più ferrati e sulle quali si ha quindi modo di soppesare le affermazioni dell’autore.

Ti piacerebbe che la Rowling esprimesse un parere sul tuo libro?

Beh, certamente, ma dubito che le arriverà mai fra le mani una traduzione del medesimo! E’ più facile che un editore italiano acquisti i diritti di un saggio straniero piuttosto che il contrario. Personalmente mi basterebbe sapere che i lettori italiani hanno letto con piacere questo libro e l’hanno apprezzato. Chiaramente non potrà piacere a tutti, come ho detto è nella natura delle cose. Io ho cercato di fare del mio meglio, mettendoci impegno e passione e quindi mi sento ‘la coscienza a posto’, come si suol dire. Poi, naturalmente, ai lettori “l’ardua sentenza”!