Parlare della carriera di Sergio Toppi significa attraversare quarant'anni di storia del fumetto italiano, dall'ormai storico Corriere dei Piccoli alle ultime produzioni Bonelli, dal fumetto a soggetto storico all'editoria illustrata di qualità. Significa, soprattutto, lasciarsi stupire dal tratto e dalle invenzioni fantastiche di un artista poliedrico, capace di affascinare con originalità anche dopo tanti anni di lavoro costante.
Classe 1932, Sergio Toppi nasce a Milano, dove risiede e lavora tuttora. Ama il disegno fin da ragazzo e ci si dedica il prima possibile, illustrando tra l'altro l'Enciclopedia dei Ragazzi. Negli anni Cinquanta lavora come animatore presso gli studi Pagot, ma dagli anni Sessanta il fumetto e l'illustrazione diventeranno una vocazione, oltre che un lavoro: nel 1966 inizia, infatti, la collaborazione con Il Corriere dei Piccoli.
Da quel momento si susseguono lunghi anni di lavoro in cui l'artista compirà un percorso graduale di ricerca tecnica e di gusto, lavorando con le più importanti e originali riviste per ragazzi. Negli anni Settanta scriverà i suoi primi soggetti per il Messaggero dei Ragazzi, trovandosi così ad essere autore unico delle sue storie. Allo stesso tempo continuerà a sviluppare il proprio stile di disegno in soluzioni sempre più personali, fino a definire il tratto e lo stile che lo renderanno famoso nel mondo.
Di lì a poco inizierà a collaborare con l'editoria di altri paesi, in particolare con quella francese.
Dalla metà degli anni Ottanta le sue storie assumono caratteri sempre più fantastici e le sue opere, sia illustrazioni che fumetti, acquistano un carattere perfettamente compiuto. I suoi disegni in bianco e nero, realizzati a china, sfondano lo spazio riorganizzandolo in profondità inaspettate, perdendo la durezza tipica dell'inchiostro. I colori, invece, sono cangianti, liquidi sulla pagina, in un inseguirsi di riflessi che molto deve ai riflessi della luce sull'acqua. Agili e inaspettati, debordano dai limiti della pagina senza perdere equilibrio e armonia: un vero piacere per gli occhi.
Da tempo apprezzato e riconosciuto all'estero, tra gli anni Ottanta e i Novanta Toppi ottiene riconoscimenti importanti, di cui ricordiamo in particolare il premio Caran D'Ache come Miglior Illustratore italiano e il premio per Miglior Autore, entrambi al Salone di Lucca del 1992. In ultimo ricordiamo che nella lunga e fortunata attività si inseriscono un discreto numero di collaborazioni illustri, si veda in particolare quella con Enzo Biagi per il volume Americani nella Storia dei popoli a fumetti edito da Mondadori.
Tutti questi fatti, però, non dicono molto della persona e della sua personale ricerca espressiva. Sarà quindi bene aggiungere che, nell'incontro che ci ha concesso, abbiamo scoperto in Sergio Toppi un artista appassionato del suo lavoro oggi come quarant'anni fa, un uomo curioso del disegno e delle possibilità espressive nascoste in mezzi apparentemente semplici come penne e matite, ma soprattutto – e sorprendentemente – un artista ancora oggi capace di mettersi in discussione strappando il foglio e ricominciando capo, se necessario. Più famoso forse come fumettista che come illustratore, (se non altro per l'ampiezza della sua produziione nel campo del fumetto), Toppi non ama le classificazioni e considera le due forme artistiche semplicemente due modi diversi per prestare immagini ad un testo. E forse questa è una delle chiavi per capire l'originalità delle sue scelte stilistiche: in anni in cui il disegno di fumetti era molto più codificato e rigido di quanto non sia ora, Toppi ha osato rischiare. Non vedendo una netta separazione tra illustrazione e fumetto, quando ha potuto non si è curato di rispettare i vincoli imposti agli autori. Così le sue immagini (che lui definisce disegni colorati, più che pitture) uniscono il tratto a china con le sfumature di colori cangianti, e le caratteristiche del fumetto con quelle del libro illustrato. Non a caso ha illustrato racconti sia per case editrici di mercato che minori, (vedi I Tarocchi delle Origini, Edizioni Lo Scarabeo), realizzando iin alcuni casi veri piccoli gioielli di illustrazione per gallerie d'arte e piccole case editrici di nicchia ma di grande qualità (vedi le edizioni Nuages e Crapapelada).
L'incontro con questo maestro della narrazione per immagini è stata anche l'occasione di rispolverare nomi gloriosi tra le riviste pubblicate negli anni Settanta e gli Ottanta, ricordate ancora con affetto dai letttori di allora e dallo stesso Toppi. Testate originali, sotto molti aspetti sperimentali, che lasciavano ai giovani autori di fumetti lo spazio per sperimentare e trovare la propria – originale – strada. Testate che i più grandi tra noi ricordano con fascinazione e affetto come Il Messaggero dei Ragazzi, Il Sergente Kirk, Corto Maltese, Linus, L'Eternauta, solo per citare le più significative.
È importante non dimenticare che le maglie che i giovani autori di oggi affrontano lavorando nel settore sono state allargate proprio da artisti come Toppi, Crepax, Manara, Pratt, Giardino, e altri. Grazie a loro, che per primi hanno affontato l'ignoto, le generazioni successive hanno potuto continuare a esplorare le meraviglie dell'immaginazione visuale con grande libertà.
Qui trovate l'intervista esclusiva con Sergio Toppi: www.fantasymagazine.it/rubriche/5926
Sergio Toppi
Alcune opere di uno dei più acclamati maestri italiani della narrazione per immagini
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