All’età di dieci anni Anne Jenkins, una bimba della contea di Hertford, si innamora della Sedia d’Argento, il sesto libro della serie di Narnia firmata da C.S.Lewis. Alla fine del libro, però, un punto le rimane oscuro. Il passo in questione è quello in cui il defunto re Caspian viene riportato in vita dal sangue di Aslan ed Eustachio chiede “ma non era morto?”. Al che il leone replica: “sì, è morto, la maggior parte della gente lo è, ci sono pochissime persone che non lo sono”.
Con la semplicità dei bambini, decide di domandare prima ai genitori e quindi, su consiglio di questi, di contattare l’autore via lettera per ottenere chiarimenti di prima mano. La piccola in realtà non è troppo convinta di ricevere una risposta, ma si sbaglia: Lewis la riscontra e la sua risposta riveste una particolare importanza perché è l’unica conferma diretta che prova come lo scrittore ravvisasse effettivamente in Aslan la figura di Gesù Cristo. Nella lettera, l’autore spiega infatti che Il Leone, La Strega e l’Armadio parla della Crocifissone di Cristo e della sua Resurrezione, mentre il Principe Caspian narra del ripristino della vera religione dopo un periodo di corruzione.
Quarantaquattro anni dopo, Anne, che ha conservato lettera e busta, manco a dirlo in un armadio-guardaroba, decide di dividere lo storico documento col resto del mondo: la prescelta a custodire d’ora in poi lo storico incartamento sarà la biblioteca della Queen's University di Belfast, che la esporrà nella C.S Lewis Reading Room nel 2009.
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