Si leva il terzo sole del ciclo di Semi e gli uccelli salutano la terza fase dell’alba quando gli eserciti di Iseneen e Roderchiu avanzano nella pianura di Sumisath. Il pellegrino di passaggio ai valichi di Shasmulka si potrebbe inginocchiare allo spettacolo della polvere orlata d’oro che sale al cielo violetto, lambisce le candide cime della catena di Kadmisia, la Superba, canterebbe il suo terrore atavico e alzerebbe commosso lodi a Benmoth il Catartico, il Signore della Furia, che lo protegga con la sua benevolenza.  Vedrebbe all’ala sinistra i nani di Gorrion avanzare sui carri tirati dai draghi di Terzin, e all’ala destra i giganti di Unnubi trascinare le clave, sudati di sangue raffermo sotto le armature di pelle di Klezu. Al centro, magnifici nei loro mantelli cangianti del Temucino, trottano i cavalieri elfi di Tardiano di Mammuria, e le truppe gotiche degli orchi, i submumani, i troll di Ishkandera. L’erba nera, prima di notte, si allagherà di sangue e Benmoth guarderà dal Wahlahl sulle Terre Interne e scuoterà l’ascia bipenne soddisfatto. Il tuono sarà il suo messaggero di gloria. Il fulmine coronerà il vincitore sacrificandolo al Wahlahl. Il venditore parcheggia in un angolo della piana, vicino a un distributore, lascia le chiavi perché gli lavino l’auto, viene prelevato da un carro da guerra Gorrion e condotto da Iseneen il Misericordioso. Iseneen è attorniato dai suoi generali, Udluch il Temerario, coperto di scaglie di Snord, Bessur il Rude e Niminiz, il condottiero lillipuziano. Una stretta di mano e la riunione inizia. Il venditore apre il suo portatile e lancia il programma Sumisath. Mostra le fasi della battaglia come sono state analizzate e consiglia caldamente a Udluch, il Temerario, l’utilizzo delle truppe alate di Nestres. Sono disponibili.

- Quasi duemila uomini - mormora.

- Pagamento? - chiede Iseneen.

- A sessanta giorni. Non posso fare di più. In compenso gli uomini cavalcano Swarriott alati di prima classe, completamente ripristinati...

Iseneen guarda i suoi generali. Niminiz strizza l’occhio al venditore.

- E sia... - ammette Iseneen. Getta uno sguardo sulla pianura. Si alza dalla polvere un odore intenso. I tre soli di Semi arroventano gli eserciti.

Il venditore batte l’ordine sul portatile e lo lancia. Da dietro le alture di Shasmulka appaiono in formazione i primi seicento alati di Nestres in groppa agli Swarriott. Gli eserciti lanciano un urlo che rimbomba per la valle e alcuni alati si danno a evoluzioni pericolose, eccitano le masse. Infila gli occhiali da sole. Il luccicchìo delle armi e delle corazze sotto i tre soli comincia a farsi fastidioso. Gli portano il cavallo nero mentre si cambia. Un paggio tardiano l’aiuta a indossare l’armatura, un elmo con simboli runici, un mantello temucino. Sale con un volteggio in groppa, aggiusta gli occhiali da sole e chiede due spade, una sciabola dentata e una lancia tardiana falciata. Un gesto al paggio che alza una bandiera. Si ode per tutta la piana di Sumisath il suono del corno verde e uomini, elfi, orchi, nani, alati e draghi alzano il grido di guerra. Il venditore sprona il cavallo e si lancia nella mischia seguito da una sessantina di elfi di Tardiano. Cavalca nella polvere dorata fino a che sente una freccia sfiorarlo. Frena, sprona e pancia a terra galoppa a destra e impatta con la lancia falciata un gruppo di arcieri incalzati dai carri nani. Apre la schiena a un soldato in fuga col primo colpo, decapita sulla spinta un secondo e deve abbandonare la lancia nel corpo del terzo che per poco non lo scalza dall’animale. Sguaina le spade e guida la bestia ben addestrata a un piccolo trotto nella mischia, mira soprattutto alle spalle e al collo degli orchi. Perde una spada dopo l’altra, l’elmo ammaccato gli impedisce la visuale e il mantello temucino è appesantito per il troppo sangue. Scende da cavallo e si lancia in una mischia caotica, mena fendenti con la sciabola dentata e solleva pezzi di carne e scaglie intorno a sé. Con suo immenso piacere si sente gridare allalì; al ritmo dei fendenti. Quando anche la sciabola dentata diventa inutile, raccoglie un braccio strappato a un orco e con quello rompe più teste che può, infine a mani nude si avventa su un alfiere delle orde di Roderchiu, l’afferra tra le gambe, lo ribalta, gli volta un braccio dietro la schiena, glielo rompe e poi afferrata la mandibola tira fino a che gli resta in mano. Con quella spacca un naso, un altro, poi afferra un collo, strappa una carotide, urla come un animale. In quel momento, mentre il corno verde richiama i contendenti, Benmoth scatena il tuono e un lampo rapisce nel Wahlahl il corpo sfrigolante di Iseneen, il vincitore. Il venditore si rialza e osserva la nuvola di polvere che ormai oscura la valle. Una specie di nebbia da cui arrivano urla di feriti. Trova un cavallo, ritorna all’accampamento di Iseneen che bruciacchiato e soddisfatto fuma una sigaretta con i suoi generali, viene abbracciato da Udluch e Bessur e nota che Niminiz è privo di un piede e saltella qua e là con una stampella e una feboclisi al braccio. Fuma anche lui la sigaretta che Iseneen gli porge, fa una lunga doccia ristoratrice, si deodora con cura particolare per togliere il potente puzzo di sangue e merda, si cambia, si fa accompagnare al distributore. La macchina è perfettamente pulita. Paga gli addetti, lascia una mancia, prende la A4 verso casa dove giunge alle 20 in punto. Sua moglie ha preparato la cena, suo figlio sta oliando la catena della bicicletta e la ragazza è ancora in camera a studiare.

- Com’è andata oggi? - mormora la moglie mentre apparecchia.

Lui l’immagina sciogliere le trecce, snudare il seno della corazza chiodata di Thardusia, e prova un forte desiderio di rovesciarla sul tavolo e possederla e affondare il viso nelle sue ascelle.

          - Al solito - sorride nervoso. - Il marketing è una guerra...