Tutti i draghi della Cina
Imperatore o non imperatore il popolo cinese non ha mai smesso di usare il drago come attore principale nel proprio folklore.
La frammentazione linguistica e culturale della Cina, associata al numero di abitanti, non permetterebbe un elenco di tutte le varie credenze, leggende, motti e superstizioni sui draghi nemmeno avessimo a disposizione lo spazio dedicato ai contenuti dell’Enciclopedia Britannica. Comunque, il drago si trova in quasi tutte le strutture architettoniche antiche e non, ed è protagonista di gran parte delle feste popolari, Capodanno su tutte.
Basti sapere che il drago viene considerato come grande simbolo di fortuna.
I cinesi, inoltre, considerano il numero più fortunato il nove, e infatti i tipi di draghi cinesi sono nove.
Abbiamo il drago celeste Tianlong, protettore della dimora degli dèi della mitologia cinese. Narra la leggenda che in epoca remota l’Imperatore del Cielo, vedendo che gli uomini erano malvagi, provocò un’enorme inondazione (vi ricorda qualcosa?). Le case vennero spazzate via e ben presto tutta la Cina finì per essere sommersa dall’acqua. Un giovane eroe in carriera, Da Yu, forse per sincera bontà di cuore, forse per emulare il padre Gun, anch’egli un idolo delle folle, ebbe pietà degli uomini e chiese di intervenire. L’Imperatore del Cielo decise che noi poveracci avevamo sofferto abbastanza e diede a Da Yu una gigantesca tartaruga e un drago per risanare la Terra. Con la tartaruga e lo Xirang, una specie di terra magica in grado di domare le acque, Da Yu riuscì nella sua impresa e il drago creò i fiumi e i laghi per rendere la terra fertile; i poveri umani poterono festeggiare lo scampato pericolo. Quelli rimasti, almeno.
Il drago dei tesori nascosti Fucanglong tiene fede al suo nome e richiama miti più occidentali, a ulteriore della tesi secondo cui almeno in piccola parte al mitologia cinese ha punti in comune con quella greca e germanica (dove i mostri a guardia di tesori abbondano). Il tutto è dovuto a un’invasione della Cina circa tremila anni fa da parte di un popolo indoeuropeo chiamato Tokhariani dagli studiosi e Quan-Rong dai cinesi; rong è il barbaro occidentale.
Il drago serpente (il drago “arrotolato”) Panlong mantiene l’antico legame con le acque dei suoi antenati mitologici: vive sotto i mari e i fiumi. Nelle leggende popolari quasi ogni fiume o lago ha la sua personificazione in un drago; un concetto ripreso poi dai giapponesi nel mito dei kami.
Il drago giallo Huanglong ha una particolare importanza mitologica dato che è colui che emerse dalle acque come il Sole per insegnare al primo mitico sovrano cinese Fu-Shi la forma d’arte e d’espressione più importante per gli orientali: la scrittura.
Lo stesso Fu-Shi, colui che diede a Da Yu lo strumento per misurare il mondo, era sposato con Nu-Kua.
I due vengono raffigurati con code di drago intrecciate; lui ha in mano il compasso simbolo del Cielo, lei la squadra, simbolo della terra.
Il drago alato (si era già capito, al contrario di quelli occidentali, di solito, i draghi cinesi non hanno ali) ha a che fare col vento e si chiama Yinglong. Può essere identificato con Fei Lian, dio cinese che trasporta i venti in un sacchetto. Può assumere la forma di un drago dalla testa umana, con le ali e una coda di serpente. Nella sua forma umana si chiama Feng Bo. È una testa calda, ma il più bravo arciere del mondo, Shen Yi, lo tiene sotto controllo.
Il re dragone, a capo di un quartetto di suoi simili (a volte è sempre lui grazie a una sorta di dono dell’ubiquità), sta a guardia dei quattro mari e controlla i quattro punti cardinali. Ebbe molto seguito durante la dinastia Tang (618-907 d.C.).
Il dragone spirituale ( drago-spirito) Shenlong comanda i venti e le piogge. È a lui che la superstizione popolare si rivolge in caso di siccità. Esaudisce i desideri.
Il drago del sottosuolo (o delle profondità della Terra) Dilong vive sottoterra e ha accezioni vagamente negative, a seconda del mito.
Infine c’è il drago cornuto, che viene chiamato Jiaolong ed è quello che si identifica con l’imperatore. È il più potente dei nove, può produrre la pioggia ed è il simbolo dell’Est e del Sole. Si accompagna spesso alla fenice, con la quale appartiene a un mitologico quartetto molto importante per gli orientali.
"Coloro che hanno lo Spirito” sono Bai Hu la tigre (o l'unicorno Ki-Lin), capo delle bestie coi peli e guardiana dell’Ovest; Gui Xian, una tartaruga, sta a Nord e rappresenta gli animali con la corazza; lo scaglioso Long protegge l'Est e con la fenice piumata Feng del Sud forma una specie di doppio mitico.
"Il drago che si alza e la fenice che plana" è un modo di definire un uomo di grande cultura.
Un uomo a cavallo di un drago e una donna che vola su una fenice rappresentano la coppia perfetta.
A ognuno dei nove tipi di drago viene associato un particolare cucciolo, ciascuno con una propria rappresentazione caratteristica: si va da Bixi che somiglia a una tartaruga gigante a Suanni, un leone fumate. I nove cuccioli sono stati molto usati nelle decorazioni architettoniche.
Non bisogna confondere i nove dragoni buoni col piccolo Tan, simile a Long, personificazione dell’avarizia.
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