Tia Carrere è Sidney Fox, un'atipica professoressa di storia di una non bene specificata università americana a cui viene affiancato un nuovo assistente, Nigel Bailey (Christien Anholt): giovane, preparato, molto britannico e assolutamente refrattario alla vita fuori dalle aule universitarie, Nigel non sembra la persona ideale per lavorare con Sidney, una donna che divide la propria vita tra la tranquilla pratica dell'insegnamento e avventure in cui è facile imbarcarsi ma da cui è molto più complicato tornare. Vivi.
Eppure, questo dinamico quanto improbabile duo ha dato vita per tre stagioni a Relic Hunter, co-produzione americano canadese trasmessa sugli schermi statunitensi tra il 1999 e il 2002.
Nata sull'onda del successo di Tomb Rider, la serie unisce la caratteristiche più salienti del fortunato videogico con atmosfere alla Indiana Jones e un certo gusto per il soprannaturale, senza dimenticare l'inserimento di una bella donna di carattere come protagonista, attrazione sempre efficace. La professoressa Fox, infatti, viaggia per il mondo alla ricerca di reliquie misteriose per riscoprire e preservare la conoscenza del passato, spesso su incarico di una clientela articolata che comprende, tra l'altro, agenzie governative, direttori di museo, principi, capi religiosi e di governo. Nelle sue avventure Sidney è sempre affiancata da Nigel, spalla e co-protagonista utile fonte di informazioni ma praticamente incapace di sopravvivere nel mondo in cui si muove la protagonista, (che spesso e volentieri si trova a salvarlo da morte certa). La vicinanza con Sidney consentirà al giovane di crescere.
Come è evidente, i presupposti di Relic Hunter non sono particolarmente originali. Pur essendo rimasta sul piccolo schermo per tre anni, infatti, ad un'osservazione attenta è evidente l'uso dichiarato di situazioni e personaggi tipici (per non dire stereotipati) e ben identificabili, dal giovane assistente imbranato (ovviamente inglese!) alla segretaria bionda e oca, dai cattivi assolutamente bidimensionali all'uso quasi nullo della cotinuity narrativa, con il risultato che l'evoluzione dei personaggi nel corso degli anni è quasi inesistente.
In effetti il telefilm è un collage di componenti tipizzate, privo di quei tentativi di misura e originalità di Veritas: The Quest, ad esempio, produzione basata su presupposti simili (lo studio del passato per indagare l'ignoto e il soprannaturale) di cui abbiamo già parlato in un precedente appuntamento (vedi: www.fantasymagazine.it/rubriche/5849/).
Pur essendo tutt'altro che eccezionale, comunque, Relic Hunter è efficace nel fornire intrattenimento leggero e si colloca in quella fascia di serie televisive poco innovative ma realizzate con professionalità di cui i canali nazionali abbondano. Le trame tendono a seguire uno stile semplice e di facile lettura, gradevole nella sua ripetitività.
Dopo la seconda stagione il calo di pubblico ha portato ad alcuni cambiamenti nella struttura della serie, soluzione che non è bastata a evitare la chiusura del telefilm alla fine della terza stagione.
Un plauso particolare merita la scelta di Tia Carrere per il ruolo di Sidney, probabilmente la decisione più originale e coraggiosa della serie, visto che non sono ancora molte le produzioni che vedono una donna di orgini orientali o indio nelle vesti di protagonista e la Carrere, nata alle Hawaii, vanta origini cinesi, spagnole e filippine. Attrice dalla bellezza atipica e con una ricca carriera cinematografica alle spalle, porta al telefilm una certa qualità aspra ma non sgradevole. Christien Anholt è capace ma si trova vincolato in un ruolo dalle maglie troppo strette, cosa che si è riflessa negativamente sulla serie intera; se i rapporti tra i protagonisti si fossero definiti ed evoluti meglio probabilmente il telefilm avrebbe avuto vita più lunga.
Nel nostro paese Relic Hunter è stato trasmesso più volte, in gran parte con la classica programmazione da confusione mentale per cui siamo famosi, ovvero episodi trasmessi fuori dall'ordine di produzione o non trasmessi affatto, stagioni iniziate e lasciate in sospeso per mesi prima di essere sfruttate come riempitivo del palinsesto estivo.
I protagonisti:
http://www.fantasymagazine.it/rubriche/6159
Gli episodi – Stagione 1
http://www.fantasymagazine.it/rubriche/6154
Gli episodi – Stagione 2
3 commenti
Aggiungi un commentoOttimo approfondimento, le opinioni espresse dall'autrice sono totalmente condivisibili.
In ambito fantasy, e richiamando altre serie televisive, Tia Carrere andrebbe ricordata anche per aver "duettato" con l'inespressivo Kevin "Hercules" Sorbo nel peggiore scherzo che si potesse fare alla memoria di Robert E. Howard, il film Kull the conqueror.
Carino Relic Hunter, lo guardavo ogni mattina su Italia1 Concordo anch'io con tutte le opinioni espresse dall'autrice. L'università mi pare si chiamasse Trinity College, ed ecco cos'è uscito fuori da una ricerca su wiki:
Se ben ricordo era ai limiti della demenza, questa serie e i rapporti fra Nigel e la professoressa a dir poco confusi, ma tutto sommato no era malissimo (comunque me la guardavo ogni mattina, tanto per avere qualcosa da fare).
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