Non è più il freddo novembre, o il bianco natale il mese degli spettri.

Negli Stati Uniti il fantasma, probabilmente ormai stufo di castelli umidi e spifferi assortiti, ha deciso di scegliersi una stagione più calda per spaventare i deboli di cuore.

Phantom, ultimo libro di Terry Goodkind, ha infatti raggiunto la consacrazione negli Stati Uniti nel mese di agosto. Già in luglio gli ottimi risultati raggiunti su Amazon lasciavano presagire un futuro roseo per il seguito della Catena di Fuoco (secondo volume della trilogia che dovrebbe concludere la lunga saga “La spada della verità”) e la conferma non è tardata ad arrivare: prima metà del mese da protagonista con primo posto nelle classifiche generali di NY Times e Publisher Weekly e ottimi piazzamenti su Washington Post, secondo, e Usa Today, quarto.

Il fantasy in cima alle classifiche ha, con qualche eccezione (Potter docet), vita breve ed è spesso solo questione di giorni prima che l’autore e il libro di turno scompaiano dal gotha dei più venduti. Goodkind però resiste ancora: oggi, a un mese dall’uscita americana, Phantom si attesta al settimo posto per il NYT e al quinto per PW. Ottima performance che conferma quello che già più volte avevamo rilevato: Terry Goodkind resta uno dei pochi scrittori fantasy in grado di competere al di fuori del proprio genere.

L’ultimo mese ha anche ridato un po’ di respiro al genere del fantasy puro, che nei primi caldi estivi era stato soppiantato dai tanti ibridi che sono la moda del momento.

Sulla scia di Phantom, altri autori più o meno storici hanno effettuato incursioni nelle classifiche generali di vendite che rappresentano il barometro dei gusti dei lettori.

Ottimi risultati su Amazon li hanno raggiunti Artemis Fowl and the Lost Colony, ultimo nato dalla fantasia di Eoin Colfer e Last of the Wilds di Trudi Canavan, autrice non ancora tradotta in italiano, ma molto conosciuta negli States (anche per la Black Magician Trilogy).

Altro autore fantasy e SF non ancora sbarcato in Italia, ma di solida fama negli States è l’Americano di origine ungherese Steven Brust, che con Dzur, la nuova avventura di Vlad Taltos è appena entrato nei primi trenta del NY Times.

Si conferma sul NY Times anche la storia alternativa della seconda guerra mondiale di Harry Turtledove, che con Setting Accounts: the Grapple ottiene il ventitreesimo posto, due posizioni meglio di Dragons of the Dwarven Depths, primo episodio dell’ultima trilogia Dragonlance: The Lost Chronicles dei nuovamente insieme Weis e Hickman. Sempre parlando di coppie al timone, meglio dell’affermato duo di Dragonlance hanno fatto altri due nomi ignorati dalle case editrici italiane: Mercedes Lackey e James Mallory si attestano al ventesimo posto del NYTimes con When Darkness Falls terzo volume dell’Obsidian Trilogy.

In Italia che cosa vedremo di tutto questo? Sicuramente Phantom, che non dovrebbe tardare troppo a fare la sua comparsa nel catalogo Fanucci; probabilmente anche Weis e Hickman arriveranno sulle nostre librerie a rimpinguare la già ricca produzione ambientata nel mondo di Dragonlance; stesso destino per l’ultimo Artemis Fowl e il nuovo di Turteldove.

Per gli altri si dovrà aspettare che le case editrici prendano coraggio e decidano di investire su autori che negli Stati Uniti gli amanti del genere conoscono e apprezzano da tempo.