Rick Berry può non essere il primo nome in mente pensando ad artisti legati alla fantascienza o al fantasy, ma anche ignorando il suo nome è più che probabile che un lettore di questi generi conosca bene i suoi lavori. Negli anni Ottanta è stato uno dei pioneri dell'arte digitale e dell'illustrazione a computer e da allora ha sempre continuato a affinare le possibilità espressive di tecniche diverse, combinando sperimentazione e attento studio. In anni in cui la computer grafica muoveva i primi passi nel cinema ed era principalmente considerata un'incognita da esplorare, Berry ci si è dedicato con la passione della gioventù e l'attenzione maniacale dell'artista.
Da allora non si è più fermato, continuando a esplorare le possibilità espressive delle tecniche tradizionali – la pittura ad olio in particolare – e della computer graphic. I suoi lavori sono stati utilizzati anche nello spettacolo e nel cinema, in particolare Johnny Mnemonic, film del 1995 con Keanu Reeves per cui ha realizzato una lunga sequenza onirica.
L'artista non si limita, non si vincola da solo nei finti confini di una tecnica piuttosto che di un'altra ma sperimenta, lavora su tela e rielabora in digitale, così può capitare che un lavoro realizzato interamente al computer venga terminato da pochi tocchi a olio aggiunti sulla stampa, o che un quadro nasca come insieme di più tecniche diverse, una vera commistione di mondi che in mani poco capaci farebbero a pugni tra loro ma a cui Rick Berry sa dare un'identità. Si vedano ad esempio i 30 dipinti a olio che l'artista ha realizzato per un'edizione limitata di alcuni romanzi di Stephen King.
Una breve biografia
Rick Berry è nato in California nel 1953 ma per via del lavoro del padre ha passato l'infanzia continuando a cambiare casa e scuola; un'adolescenza disordinata che, combinata con il clima degli anni Sessanta e Settanta, ha influenzato il dicissettenne Berry che nel 1970 lasciò gli studi dedicandosi per un po' a viaggare per gli Stati Uniti. Per un certo periodo ha vissuto di lavori atipici e occasionali, tra cui l'attività di fabbro in una riserva Navaho. Infine l'interesse per l'arte e l'illustrazione ha avuto la meglio e l'artista ha iniziato a studiare arte a Boston. Nel 1978 il giovane riuscì a far pubblicare la sua prima copertina e nel 1984 il suo nome divenne famoso come quello del primo autore ad avere realizzato una copertina interamente digitale. Si tratta nientemeno che di Neuromante di William Gibson, un libro che gli appassionati di fantascienza conoscono bene. È stato ideatore di eventi artistici a livello internazionale e ha partecipato ad altrettanti eventi. I suoi lavori fanno parte di diritto della storia recente del fantastico e della fantascienza. Ben lungi dall'essere vincolato alla sola editoria, la sua opera è trattata anche da gallerie d'arte, con cui in anni recenti ha tessuto rapporti più stretti, diventando un artista quotato al di là della sua fama nell'editoria di genere. Tra giugno e luglio 2006 gli sono state dedicate ben 3 mostre, una delle quali rivolta unicamente alle sue opere digitali. Le sue illustrazioni sono tuttora pubblicate su romanzi, annuali degli illustratori fantastici, antologie e pubblicazioni specifiche sulla sua carriera. Ha insegnato arte e illustrazione in tre università americane, sempre investendo sull'importanza delle nuove tecnologie a disposizione degli artisti di oggi.
Attualmente vive ad Arlington, Massachussets, con la famiglia e continua a esplorare le possibilità di mezzi diversi combinando con eleganza e decisione tecniche tradizionali con le sempre crescenti possibilità date dalla grafica digitale.
La creazione come opera non-individuale
Dai tempi di Neuromante, Berry non si è più fermato. Recentemente ha dichiarato: "Ho iniziato molto tempo fa a vedere tutta l'arte come frutto di una collaborazione, sia che ci fosse più di un partecipante attivo o meno. Non riesco a vedere me stesso come "l'artista originale", a disegnare sulla spiaggia con un legnetto, senza riconoscere l'influenza di chiunque altro. […]… sono arrivato alla conclusione che la capacità di vedere abbia dei debiti nei confronti della struttura sociale. Se la struttura della mente ha dei legami di base con la struttura sociale, allora l'arte, in quanto prodotto della mente, potrebbe non dover essere spiegata come risultato unicamente individuale." Per l'artista la creazione artistica è un lavoro sostanzialmente collettivo perché per lui nessun creativo, illustratore o meno, può prescindere da influenze e riferimenti esterni. Il tema è per Berry tanto importante da aver dedicato uno dei suoi corsi universitari a spiegare come e perché il lavoro di grafica non è da considerarsi individuale, nei termini di isolato e indipendente da stimoli esterni. Solo per questa convinzione e per la cura con cui ci si dedica, facilitando incontri e collaborazioni tra artisti diversi, Rick Berry merita ammirazione.
Berry ha realizzato copertine per molti autori diversi, tra cui i già citati King e Gibson, Harlan Ellison, Peter Straub e Frank Herbert. I suoi primi lavori sono raccolti in Double Memory: Art and Collaborations, pubblicato nel 1992 a quattro mani con il collega Phil Hale, anch'egli illustratore affermato e caro amico dai tempi degli studi d'arte. Il libro raccoglie oltre un centinaio di immagini a colori tra schizzi, disegni, oli, composizioni digitali e altro, tutte opere in cui sono visibili riferimenti all'opera di Francis Bacon ed echi di Max Ernst, tutti mondi misteriosi e fantastici catturati su carta e offerti a noi lettori.
1 commenti
Aggiungi un commentoBravino questo Berry, sebbene troppo esclusivamente concentrato sullla figura umana per i miei gusti.
La copertina di Bloom è eccezionale. Rende perfettamente l'idea del romanzo (in Italia: Microgenesi - Solaria, Fanucci n. 5).
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