La Saga di Darkover, come si è detto spesso, non nasce come un ciclo o una serie, ma lo diventa soltanto in seguito, quasi conto la volontà dell’autrice e soltanto perché – come affermò la stessa Marion Zimmer Bradley – alla fine le fu impossibile non accogliere le pressanti richieste della maggioranza dei lettori. Secondo Marion Zimmer Bradley (MZB, diminutivo coniato per lei dal suo primo editore e mentore, Donald A. Wollheim), ogni romanzo di Darkover doveva essere "compiuto in se stesso, senza che il lettore fosse costretto a fare riferimento a libri precedenti o, peggio ancora, ad aspettare la pubblicazione del successivo per sapere come la storia andava a finire".

Inoltre, l’autrice preferì alla coerenza interna della saga un maggior approfondimento psicologico dei personaggi scaturiti dalla sua fantasia, dando così vita a un canone Darkovano che attraversa gran parte dei libri fino a oggi pubblicati. Prima di affrontare questo ennesimo, sostanzioso appuntamento della Quintessenza di Darkover, ci sembrava doveroso anteporre una rapida ma esplicativa premessa circa questo lavoro. Vi ricordiamo allora che è possibile leggere la Saga di Darkover seguendo l’ordine cronologico e/o quello di pubblicazione dei vari romanzi; altresì, vi segnaliamo che a fine approfondimento troverete due pratici prospetti in merito la lettura dei libri della saga, riassuntivi dei vari romanzi pubblicati e delle prossime uscite.

Tuttavia, nel momento di stendere questo capitolo ci siamo detti: se quintessenza dev’essere, allora che lo sia sino in fondo. Per questo, nelle pagine seguenti, daremo non solo “un’occhiata” ai libri della saga e a quello che narrano, ma ci soffermeremo ad analizzare tutte quelle alte e basilari espressioni che caratterizzano “l’umanesimo” (ci si passi il termine) caratteristico dell’autrice. Sviscereremo cioè tutti quegli atteggiamenti intrisi di valori morali e aspetti sociologici che normalmente spiccano dalle pagine della Saga di Darkover, ponendo particolare attenzione a tutte le tematiche di fondo che l’autrice sovente prediligeva. Ma, prima di tutto, come nascono le storie dedicate da Marion Zimmer Bradley alla Saga di Darkover? Di che cosa parlano? E cosa, a volte, sottintendono?

Eccole qui di seguito, tutte assieme, in un dettagliato prospetto che segue (solo per praticità storiografica) l’ordine cronologico interno alla saga (e non quello di pubblicazione). Presenteremo le varie trame nei limiti del possibile, senza tuttavia svelare i contenuti dei libri (il piacere della lettura prima di tutto!), ed evitando di raccontare più del necessario. Ci proponiamo così di seguire i più originali retroscena inerenti la saga, le curiosità e i particolari inediti relativi ai libri 'maggiori' del ciclo (senza però tralasciare gli eventi e le storie base che hanno arricchito lo scenario storico e culturale del pianeta Darkover). Come spesso in precedenza abbiamo sottolineato, è tuttavia fondamentale rammentare (specie in questa prossima fase di lettura) che Darkover non è solo una saga appartenente alla migliore letteratura “di genere”, ma è anche uno specchio capace di riflettere un ambiente ben definito (l’America degli ultimi 60 anni) e un’esistenza precisa (quella dell’autrice che la ideò). Attraverso le sue tante pagine emergono così i valori di una società costantemente in crescita, in rapido mutamento, piena di contraddizioni e di valori che non esitiamo a definire forti. E come una spugna, la Saga di Darkover ha intrappolato tutto ciò – sempre dal punto di vista dell’autrice – raccontando di utopie, sogni e brevi momenti di vita vissuta, accarezzando tematiche come: il rispetto delle tante diversità che punteggiano il globo, i sentimenti più intimi dell’animo umano, e le paure più profonde.

Siete pronti allora a immergervi in oltre 2.000 anni di storia Darkovana? Vi aspettano faide e ribellioni, avventure e sogni lontani (nel futuro)… eppure tanto vicini a noi da lasciare sconcertati.

Il Naufragio

Primo Contatto Durante i primi viaggi di colonizzazione spaziale, quando la Terra non è ancora il grande Impero Federale che diventerà in seguito, un’astronave diretta su di una nuova colonia – Coronis – è costretta a un atterraggio di fortuna sul quarto pianeta della stella di Cottman. Impossibilitati a ripartire, i coloni si insediano su questo pianeta entrando così in contatto con alcune razze autoctone e non umane, tra cui i Chieri, gli elfi del pianeta del Sole Rosso.

Tramite loro – in seguito a unioni e a nascite “miste” o “ibride”, e con l’uso delle pietre-stella, dette poi pietre matrici (gemme che amplificano i poteri mentali o extrasensoriali latenti) – gli esseri umani iniziano ad ambientarsi e a colonizzare il pianeta, manifestando i primi segni di innate doti extrasensoriali. Cento anni dopo, questo pianeta illuminato da un grande e fioco sole rosso verrà chiamato Darkover… Tutto questo è narrato nel primo volume in ordine cronologico della Saga: Naufragio sulla Terra di Darkover (Darkover Landfall, 1972).

A causa della carenza di metalli pesanti, i 250 naufraghi superstiti sviluppano fin da subito una civiltà che non ha traccia della tecnologia del loro pianeta di origine. Sperduti, soli, anche la società cui danno vita si sviluppa in modo del tutto anomalo. Si nota allora una specie di involuzione, data anche dalla differenza tra chi possiede e chi non possiede i poteri latenti derivati dalle prime unioni con i Chieri. Questo divide nettamente la popolazione in due caste, dando luogo a una cultura di tipo feudale che caratterizzerà il pianeta Darkover per oltre 2.000 anni. Ovviamente il romanzo racconta molto di più, ma precisato ciò non vi toglieremo il gusto di una sana lettura; piuttosto ci sforzeremo di analizzare le idee che stanno alla base di questo e di ogni altro volume.

Sottolineiamo allora, in modo particolare, il fatto che la Zimmer Bradley si pose una tra le domande più “in voga” tra gli scrittori dell’epoca (specie nella letteratura fantascientifica): cosa accade a un gruppo di coloni, in gran parte scienziati, rimasi isolati su di un pianeta sconosciuto e impossibilitati a ripartire? Tralasciando alcuni eventi, possiamo soltanto dire che l’autrice si soffermò in modo particolare sulle difficoltà nate dal dover riorganizzare un’intera “concezione” di vita. Scardinò, per così dire, la morale che stava alla base di ogni suo personaggio, rimodernandolo secondo le nuove, impellenti necessità narrative. E il pianeta Darkover, così come lo conosciamo e così come la Zimmer Bradley lo voleva, prese inevitabilmente corpo.

Le Età del Caos

Mille anni più tardi la nuova società si è sviluppata secondo un modello prettamente feudale, dominato dalle Grandi Famiglie. Dimenticata la scienza terrestre, tramutato il passato di “viaggiatori nello spazio” in leggenda e poi in mito, i nobili Darkovani coltivano ora la magica scienza delle pietre matrici: talismani in grado di rafforzare il fisico e la mente nelle persone dotate di poteri mentali (riassunti nel termine Laran). Caratterizzati da chiome fulve e da fulgidi occhi chiari, questi ibridi umani sono ora la casta dominante detta Comyn.

Tuttavia, al momento vero e proprio della colonizzazione, furono solo tre le zone abitabili di Darkover a essere insediate (e questa mancanza di spazi, neanche a dirlo, darà vita a difficili convivenze). I monti Kilghard, coperti di foreste e dal clima relativamente mite (perlomeno d’estate) furono i primi ad accogliere l’espansione umana; in seguito, furono la piana di Arilinn, fertile e piovosa, e i monti Hellers, coperti di neve ma ricchi di fonti vulcaniche, a subire il lento ma inesorabile processo di stanziamento dei coloni Terrestri. La creazione di un mondo feudale è solo il passo successivo. Difatti, in seguito ad alleanze dinastiche, all’accostamento di persone dotate di Laran, e all’assembramento di piccoli nuclei abitativi sempre in lotta fra loro, i Signori delle pianure finirono per allearsi con i nobili Hastur dei monti Kilghard, così da arrivare a formare assieme a essi un unico grande regno.

Una situazione inversa si ha invece nell’estremo nord del pianeta. Qui, i clan dei monti Hellers, schivi e solitari per natura, (padroni dei territori al di là del fiume Kadarin), rimasero lungamente isolati dal resto del pianeta, intrattenendo pochi contatti con i sovrani Hastur (non prendendo così parte alle loro lunghe guerre e faide fratricide). La più cruenta tra queste guerre fu quella che oppose gli Hastur di Hali ai Ridenow di Serrais, all'epoca di Re Regis II Hastur: un violento conflitto che echeggerà nella storia Darkovana per i secoli a venire, tramandato in numerose ballate, poemi e canti epici. Con questo processo storico, la Zimmer Bradley – mostrando di gestire gli eventi del suo mondo con abilità innata –, ricostruì una specie di dettagliato Alto Medioevo ambientato su Darkover, libero da ogni costrizione ma oltremodo capace e funzionale allo scopo. Ancora una volta ciò che la mosse fu la volontà di analizzare il pensiero umano, innestato però in un ancora lento (ma costante) processo di evoluzione sociale.

Ed è in questo periodo che fioriscono, per l’appunto, gli studi magico-scientifici in atto nelle Torri; ed è in questo periodo che viene creata una intricata rete di matrimoni e unioni per il solo scopo di avere solide alleanze e Doni nati da un Laran sempre più forte (e in definitiva non facile da gestire). 

Le puntate precedenti.

La Quintessenza di Darkover – 1. La Scopritrice di Darkover

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Articolo di Luca Azzolini Lunedì, 12 giugno 2006

«Darkover è l’essenza, la quintessenza, del mio più personale e amato lavoro…» Marion Zimmer Bradley

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La Quintessenza di Darkover – 2. Gli albori di Darkover

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Articolo di Luca Azzolini Lunedì, 3 luglio 2006

Le Origini del Sole Rosso

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La Quintessenza di Darkover – 3. Cartografia nascosta

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Articolo di Luca Azzolini Lunedì, 24 luglio 2006

La cartografia nascosta di Darkover: un mondo da decifrare

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La prossima puntata.

La Quintessenza di Darkover – 4. I Grandi Libri della Saga di Darkover, parte seconda

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Articolo di Luca Azzolini Lunedì, 11 settembre 2006

"Per il meglio e per il peggio, altro non sono che una scrittrice…" Marion Zimmer Bradley

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