Un ritratto di Maria Antonietta
Un ritratto di Maria Antonietta

La vicenda risale alla collana creata dai gioiellieri Bohemer e Bassange. La collana era preziosissima, in diamanti, composta da oltre cinquecento gemme. Era stata creata per la favorita di Luigi XV, ma poi il re era morto e il gioiello era rimasto senza acquirenti. Bohemer aveva contratto molti debiti per pagare il lavoro sulla collana e se non trovava un compratore era nei guai. Quando era salito al trono Luigi XVI aveva proposto il manufatto alla nuova corte. Maria Antonietta, pur amando, come tutti i nobili, i preziosi, aveva risposto seccamente “Abbiamo bisogno più di navi che di gioielli”. Il gioielliere dovette cedere e fu infine imprigionato nella Bastiglia, a causa proprio dei debiti che non poté estinguere.

È qui che entra in gioco la contessa de la Motte. La contessa ha raggiunto notorietà e potere grazie alla sua presunta discendenza dai Valois e grazie alla sua influenza sul cardinale Rohan, che stravede per lei. Il cardinale, affascinato dalla sua avvenenza ed eleganza, non esita a fornirle denaro e appoggi per mantenere la posizione di prestigio acquisita. A quel tempo per frequentare certi circoli nobiliari bisogna essere ben forniti di stoffe preziose e gioielli. Il cardinale, dal canto suo, ha dei problemi con la corte e sarebbe disposto a tutto per recuperare la sua posizione. Infatti la sua considerazione presso Maria Antonietta era crollata, dopo che aveva fatto inopportune dichiarazioni sulla politica di Maria Teresa d'Austria, madre di Maria Antonietta. Rohan aveva fatto circolare una lettera infamante, per risentimento verso Maria Teresa, che lo accusava di modi da cortigiano dedito ai piaceri della vita, più che di un ecclesiastico. Ma la lettera era stata intercettata e da quel momento Rohan era tenuto distante dalla cerchia della regina, che provava un forte rancore. Questo andava avanti da anni.

La de la Motte pensa bene di approfittare dei desideri di rivalsa del cardinale. Convince Rohan che lei ha molta influenza sulla regina ed è in grado di influenzare le sue decisioni. Imbastisce così una finta corrispondenza tra il cardinale e la regina, fingendosi mediatrice per far ottenere a Rohan il perdono. Addirittura la contessa organizza un finto incontro tra i due, ingaggiando una giovane per la farsa, e il cardinale ci casca in pieno. La gioia di Rohan è alle stelle ed è in questo stato che Cagliostro lo incontra nel gennaio del 1785, quando arriva a Parigi. Cagliostro intuisce subito che la contessa lo sta ingannando e tenta di avvisare l'amico della pericolosità della situazione. Ma Rohan non vuole sentire ragioni, è troppo felice della fiducia riconquistata presso la regina, e mai dubita della contessa, che ormai lo ha completamente soggiogato.

La de la Motte ha quindi in suo potere il cardinale e, venuta a conoscenza della questione della collana, decide di architettare un inganno ai danni di Rohan, dei gioiellieri e della stessa regina. Fa credere al prelato di essere riuscita a far cambiare idea alla regina riguardo la collana. Maria Antonietta ora è interessata ma, non disponendo immediatamente della somma necessaria, ha bisogno di qualcuno che si faccia garante di un pagamento rateale, con il proprio prestigio. Essendo inoltre le casse della monarchia in crisi già da tempo, è necessario mantenere su tutta la questione la più assoluta segretezza. Rohan ancora una volta abbocca e anzi è estremamente lusingato di essere stato scelto per questo compito. Così vengono contattati i gioiellieri che, credendo nelle credenziali del cardinale, avviano l'affare.

Quando il prelato ha conferma che la regina ha accettato le modalità dell'affare (la prima rata doveva essere versata il 1 agosto dell'anno in corso, il 1785), convoca Cagliostro per dargli la lieta notizia e chiedergli di avere una visione riguardo l'esito della faccenda. Cagliostro tenta ancora una volta di mettere in guardia il cardinale da quella che ha decisamente l'aria di una truffa, ma Rohan è irremovibile. Rassegnato interroga allora gli spiriti e predice l'esito favorevole dell'affare. Appena Rohan riceve la collana dai gioiellieri non esita a consegnarla alla contessa, che inscena poi la consegna del gioiello all'araldo della regina.

La cosa regge per un po' di tempo. Quello necessario affinché la collana venga in realtà suddivisa in un migliaio di piccole gemme vendute in parti diverse d'Europa, per non destare sospetti. Ma poi arriva il mancato pagamento della prima rata. Le rimostranze dei gioiellieri alla fine fanno uscire fuori tutta la truffa e Maria Antonietta va su tutte le furie. Rende pubblico lo scandalo (cosa di cui in seguito si pentirà) e fa arrestare il cardinale Rohan, che tenta invano di giustificarsi e di offrire un risarcimento. Fa arrestare anche la contessa de la Motte, che prima di essere imprigionata indica però Cagliostro come il vero artefice di tutta la truffa, accusandolo come la persona che avrebbe ricevuto i proventi della vendita del gioiello. In questo modo la contessa cerca vendetta nei confronti dell'unico uomo di corte che non è caduto nei suoi tranelli. Indice della colpevolezza di Cagliostro sarebbero i suoi molti beni; ma in realtà il benestare economico del mago è dovuto ai regolari sussidi che riceve dallo stesso cardinale Rohan, dal banchiere svizzero Sarasin e dai molti seguaci del rito egiziano. Tuttavia le accuse della contessa, anche se campate in aria, vengono prese in considerazione e Cagliostro viene rinchiuso alla Bastiglia. Non solo, viene arrestata anche la moglie Serafina, accusata di essere amante, e quindi complice, di Rohan.