La copertina del numero 18 di Dylan Dog, <i>Cagliostro!</i>
La copertina del numero 18 di Dylan Dog, <i>Cagliostro!</i>

In ogni caso, mago o truffatore, Cagliostro ha raggiunto davvero l'immortalità. Il suo mito è giunto fino ai nostri giorni, influenzando anche la cultura e l'arte. Alexandre Dumas gli dedicò il romanzo Giuseppe Balsamo, in cui era dipinto come avventuriero, mago e guaritore. Umberto Eco ne fa spesso riferimento nel Pendolo di Foucault. Al cinema appare nel film Cagliostro (Black Magic, 1949), coproduzione italo-americana, diretto da Gregory ratoff e interpretato da Orson Wells. In tempi più recenti il ruolo del conte è stato di Christopher Walken, in L'intrigo della collana (The Affair of the Necklace, 2001), di Charles Shyer. Non mancano le apparizioni nei fumetti e nell'animazione. Appare nelle striscie dell'Uomo mascherato (Phantom) in una storia del 1988, The Cagliostro Mistery. Anche nell'universo DC c'è un posto per lui, dove Cagliostro è un immortale, oltre che discendente di Leonardo da Vinci (JLA Annual 2). Nella serie Spwan, della Image comics, un'entità mistica chiamata Cogliostro, chiaramente ispirata al conte, è il mentore dello stesso Spawn. E un modernizzato conte Cagliostro si scontra anche con Lupin III nel lungometraggio Il castello di Cagliostro. Anche nella serie Dylan Dog Cagliostro fa capolino (nei panni di un gatto misterioso e dotato di poteri magici) nel numero 18, uno dei più apprezzati di sempre, dal titolo appunto Cagliostro!

Cagliostro e le catacombe dei Cappuccini

A Cagliostro è collegata una leggenda del Convento dei Cappuccini a Palermo. Nei sotterranei del convento sono presenti oltre settemila mummie. Il luogo infatti per tre secoli (Dal Seicento alla fine dell'Ottocento) è stato una specie di cimitero privilegiato. I cadaveri di principi, baroni, prelati e altre importanti autorità venivano posti qui. In passato chi se lo poteva permettere faceva imbalsamare i corpi dei defunti. I familiari li andavano a trovare frequentemente e ci parlavano, come fossero ancora vivi. Per il visitatore che percorre i sotterranei, la visione è estremamente macabra e suggestiva. Ovviamente dopo tanto tempo non tutte le mummie sono in buono stato di conservazione. Si vedono morti appesi ai muri con dei ganci, e scheletri ghignanti che sembrano volervi afferrare. I cadaveri indossano ancora i costumi d'epoca, ed è possibile vedere scheletri di donna ancora in cuffia e sottogonna. E poi file e file di scaffali con i resti di molti cadaveri.

Le famiglie più ricche acquistavano un apposita nicchia o loculo dove veniva messa in bella mostra la mummia del defunto. Insomma il culto dei morti era una cosa importante, e infatti ancora oggi a Palermo è molto sentito, con le processioni e il lutto che viene portato almeno per un anno. La festa dei bambini non coincide con l'epifania, ma con il 2 novembre, perché si crede appunto che siano i morti a portare i doni ai bambini. In questo modo si tramanda il ricordo dei familiari defunti. Fino al secolo scorso c'era ancora l'usanza dei familiari di banchettare presso la tomba dei loro defunti, nel giorno dei morti.

Abbiamo visto che la morte di Cagliostro, come la sua vita d'altronde, ha dato origine a diverse leggende. Una di queste si racconta proprio nel rione dell'Albergaria a Palermo, sua città Natale, e riguarda proprio le catacombe dei Cappuccini. Il racconto si collega strettamente alla morte del conte avvenuta, come abbiamo letto, nella prigione di San Leo, il 26 agosto 1795. Il conte era ormai in fin di vita, verso mezzogiorno era stato colpito da un colpo apoplettico e alle quattro sarebbe spirato. La cella dove era imprigionato si illuminò allora di una luce verdastra e gli apparve una donna bellissima, vestita di scuro e con lunghi capelli corvini. La donna gli disse: “Giuseppe, finalmente è giunto il tuo momento e sarai con me per sempre.”

Il cimitero dei Cappuccini a Palermo – incisione di A. Barberis
Il cimitero dei Cappuccini a Palermo – incisione di A. Barberis

Cagliostro si sollevò e la guardò a lungo, ammirando la sua bellezza, e le rispose: “Ho sempre saputo che sei stata eternamente effigiata in modo falso, Morte, perché tu in realtà sei bellissima e deve essere dolce rimanere per sempre con te. Ma io non ho ancora finito la mia missione nel mondo. So che devo obbedire alla legge per la quale alla fine saremo tutti tuoi. Ma ti chiedo una grazia: devi consentirmi di ritornare a ogni generazione, anche solo per un giorno, così che il seme del mio supremo insegnamento non vada perduto e io possa ancora parlare alla fantasia degli uomini.”

Pare che la Morte, a questo punto, propose a Cagliostro di giocare a morra. Se il conte avesse vinto, allora avrebbe esaudito la sua richiesta. Ma per la prima volta nella sua esistenza la Morte perse la partita, sia a causa dell'abilità del conte, che per i suoi poteri magici. La Morte, ammirata, concesse allora al mago di dimorare, ignorato, in un loculo nobiliare delle catacombe dei Cappuccini, da dove riappare ogni quarto di secolo per ventiquattro ore, per ispirare un suo maestro di dottrina.

Le spoglie del mago, anche a causa della sepoltura sconsacrata a cui furono sottoposte, non si sono mai trovate per certo. Il mistero di Cagliostro rimane. Raffinato esperto di esoterismo e pratiche alchemiche o truffatore e imbroglione? Se si propende per la seconda ipotesi allora forse la leggenda delle catacombe dei Cappuccini diventa molto plausibile. Visti la quantità di ciarlatani e truffatori presenti oggi, sembra veramente che ci sia un maestro immortale che continua a insegnare loro l'arte dell'inganno…