L'Olandese Volante
L’Olandese pronunciò il terribile giuramento/ e gridò, tra il fragore della tempesta: / Sfido la potenza divina ad alterare/ la mia decisa rotta e risoluta destinazione/ e il Nemico Infernale non avrà potere d’impaurirmi / dovessi anche viaggiare sino al Giorno del Giudizio.
Glencairn Beach, Africa del Sud, marzo 1939. Circa sessanta persone vedono spuntare dalla foschia un veliero con tutte le vele gonfie nonostante non tiri un filo di vento. L'imbarcazione procede diritta verso le sabbie di Strandfontein, poi, proprio quando sembra che debba incagliarsi su delle rocce, si dissolve nell'aria. Si tratta di uno dei più famosi avvistamenti della nave fantasma capitanata da Hendrick Van der Decken, personaggio di dubbia fama al servizio di una compagnia commerciale, che salpò da Amsterdam nel 1680 e fece vela verso la colonia di Batavia, ma non giunse mai a destinazione. Nei pressi del Capo di Buona Speranza una violenta tempesta provocò dei danni al timone e la spedizione subì un primo rallentamento. Van der Decken tentò più volte, nei giorni e nei mesi successivi, di doppiare il Capo, ma bufere di venti provenienti da nord-est respingevano l'imbarcazione. Secondo la leggenda, Satana approfittò dello stato di rabbia e di frustrazione del capitano, comparendogli in sogno e suggerendogli di sfidare Dio a impedirgli di proseguire il viaggio.
Van der Decken pronunciò il giuramento alle forze infernali e la maledizione si abbatté, immediata, su di lui, condannandolo a vagare errante per i mari sino alla fine dei tempi. Il più famoso testimone delle sue apparizioni, nel corso dei secoli, è stato un ragazzino sedicenne, guardiamarina della nave Inconstant, che l'11 luglio 1881 si trovava nelle acque australiane. Il ragazzo sarebbe un giorno stato incoronato con il nome di Giorgio V. Ad altri membri dell'equipaggio il futuro non avrebbe riservato altrettanta fortuna, però: nel giorno dell'avvistamento un marinaio precipitò dall'albero e alcuni mesi più tardi morì, in circostanze non chiarite, anche l'ammiraglio della flotta. L'ultimo avvistamento è del settembre 1942, a Città del Capo. Il vascello fantasma attraversò la baia sotto gli occhi increduli dei turisti, per poi scomparire dietro Robben Island.
Davy Jones
Quando un uomo muore in mare, quando precipita nelle profondità là dove nessuno potrà mai dargli sepoltura, allora quell’uomo è Davy Jones’ locker.
Davy Jones è uno spirito delle acque, che tiene prigionieri i marinai (o le loro anime) sul fondo dell’oceano. Si dice possa apparire prima delle tempeste, degli uragani o dei naufragi fra il sartiame dei velieri, in varie forme, e proporre ai marinai un patto di sangue. Può apparire anche a chi non riesce a reggere la vita del mare, per noia o scoramento. O almeno così lo descrive Tobias Smollett, nel suo The Adventures of Peregrine Pickle del 1751.
Nessuno sa la vera origine di questa espressione marinaresca, diffusa fra le genti di lingua inglese.
L’interpretazione più semplice riguarda un pirata che aveva l’abitudine di gettare i nemici catturati fuoribordo. Ma non esistono documenti a prova di questa tesi.
La versione più colorita lo vuole pirata maledetto sul fondo dell’oceano, così attaccato al suo tesoro da essere costretto a rimanere lì, coperto di reti e di alghe, per l’eternità. Può accaparrarsi tutto ciò che cade sul fondo del mare.
Qualcuno dice che tutto ha avuto origine in un pub di Londra, dove pare avessero l’abitudine di drogare gli avventori più poveri per chiuderli nei barili di birra sul retro del locale. Venivano poi arruolati a forza sulle navi con cui i proprietari del pub erano in affari.
E poi c’è la figura biblica del Jonah, molto di moda fra i filibustieri. Jonah è un marinaio che, racconta la Bibbia, compì un atto così malvagio da meritarsi una punizione diretta di Dio.
Fu condannato a essere sfortunato, e a portare sfortuna a tutti quelli che gli stavano intorno. Alla fine fu gettato fuori bordo.
Di certo, di fronte a qualche difficoltà, capitava che le superstizioni a bordo potessero finire per incolpare una persona in particolare, un Jonah appunto. Ma potrebbero anche essere nate leggende sul ritorno dal fondo degli oceani diel biblico antieroe, spirito assetato di vendetta per la sua fine miserevole.
Da Jonah a Jones il passo è breve, specie se si aggiunge san David, patrono del Galles e protettore dei marinai gallesi. Senza contare che in Irlanda, Galles e Scozia il Diavolo prende il nome di Deva, Davy o Taffy.
I Fuochi di sant’Elmo
Quando l’aria è ionizzata a causa di un temporale, e c’è un forte campo elettrico, gli ioni presenti nell’aria possono fare da polo positivo per scariche a elettro-luminescenza, dove il secondo polo sono gli oggetti presenti in mare.
Il risultato è una sorta di plasma, che si verifica dove il campo elettrico è più forte, cioè sugli oggetti acuminati, per via di un concetto scientifico chiamato effetto punta. Visivamente è un bagliore blu e bianco, ramificato (simile alle scariche fra le piastre di un condensatore), che si sprigiona appunto dalle strutture più acuminate, come gli alberi delle navi, ma anche le corna del bestiame.
Il fenomeno prende il nome di Fuoco di sant’Elmo. Dato che è abbastanza comune, è inutile dire che quasi fino ai giorni nostri i marinai li hanno sempre interpretati come manifestazioni sovrannaturali. Forse proprio per il fatto che si verifica così spesso, è più o meno ovunque considerato un portafortuna. Nell’Adriatico e in Francia si chiama Fuoco di san Nicola.
Il nome deriva da Erasmo da Formia, detto sant’Elmo, santo patrono dei marinai. Secondo la leggenda, sant’Elmo morì in mare cadendo fra le acque durante una tempesta. Prima di andarsene, giurò che sarebbe tornato se la nave fosse stata destinata a salvarsi. Da allora la sua apparizione è un buon auspicio per tutti i naviganti, che appunto lo identificano con i famosi fuochi. Ne parla Cristoforo Colombo nei suoi diari.
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