- Pirati fantasma
- Gli incantesimi delle teste di scimmia
- Bucanieri scomparsi nel nulla
- 1692: l’ira di Huracan e del reverendo ammazzapirati
- Rhum
- Voodoo
- Tesori sepolti
- Il Jolly Roger
Pirati fantasma
Probabilmente ce n'è uno per ogni tesoro sepolto, o per ogni promessa fatta al Demonio da qualche capitano in preda ai fumi dell'alcol. Oltre all'Olandese Volante girano ancora oggi voci sugli spettri dei pirati che fanno la guardia al tesoro dell'Isola della Quercia, nella Nuova Scozia. Da duecento anni i ricercatori tentano con ogni mezzo di scoprire il segreto del nascondiglio, progettato in modo che, non appena gli scavi arrivino a una certa profondità, l'acqua del mare — scorrendo attraverso dei canali comunicanti — allaghi tutto. Gli abitanti dell'isola, di tanto in tanto, vedono comparire in prossimità del pozzo delle strane luci, che svaniscono non appena qualcuno si avvicina.
Alcune leggende su fantasmi che sorvegliano tesori nacquero probabilmente dal fatto che i pirati, durante la sepoltura dei forzieri, uccidevano spesso un uomo (di solito uno schiavo), cosicché riuscissero a individuare, una volta tornati, lo scheletro che indicasse il punto esatto dove scavare.
Gli incantesimi delle teste di scimmia
Antichi documenti raccontano di come fosse convinzione dei coloni spagnoli delle Americhe che i pirati della Giamaica e di Tortuga avessero, su corpi di uomini, teste di cani o di scimmia. Erano i frati spagnoli a spargere in giro questa voce, per tenere i fedeli lontani dalla dissolutezza e dagli "istinti mostruosi". La fama di eretici dei pirati era molto spesso dovuta dal fatto che, una volta entrati in una città, uno dei loro primi obiettivi era la chiesa, dove si potevano trovare molti oggetti d'oro e d'argento, quali candelieri, calici, crocifissi, altari. I filibustieri, poi soprattutto quelli inglesi, non si facevano molti scrupoli a mandare in frantumi statue e altri oggetti sacri per puro divertimento. La reputazione di demoni del mare, ovviamente, non faceva che giovare alla pirateria e non erano infrequenti gli scontri navali dove i soldati spagnoli preferivano buttarsi in mare.
Una delle numerose testimonianze sull'abilità militare della filibusta racconta che, un giorno, alcuni pescatori panamensi tornarono alle loro case e dissero di aver visto, in mare, uno strano sortilegio: una fregata spagnola con un principio d’incendio a bordo e una piccola nave pirata si erano date battaglia, e i ‘luteranos’ avevano vinto lo scontro senza sparare un colpo, mentre la fregata aveva effettuato una bordata con tutti i suoi pezzi. In realtà la nave filibustiera era rimontata al vento dopo aver subito l’attacco della fregata, rasentando un lembo di terra in modo talmente spericolato che gli spagnoli non si erano sentiti di imitare; quindi i pirati si era scagliati contro gli avversari, accostandosi in modo da poter lanciare delle granate, che avevano provocato l’incendio.
Bucanieri scomparsi nel nulla
Nel 1686, disobbedendo agli ordini del Governatore della Tortuga De Coussy, il pirata Grammont depredò la città di Campeche. Ciononostante, nell’ottobre dello stesso anno venne nominato ammiraglio. Salpò da Basseterre, la città della Tortuga, con 200 uomini, per una destinazione ignota, e non fece mai più ritorno. Anche altri bucanieri dell’isola a forma di tartaruga, a un certo punto della loro carriera, scomparvero in circostanze misteriose: Bartolomew Portuguese nel 1666, Montbars ‘Lo sterminatore’ e Rock detto Brasiliano (era olandese) intorno al 1640.
1692: l’ira di Huracan e del reverendo ammazzapirati
A voler dar retta ad una leggenda indiana, a provocare il terribile maremoto che nel 1692 distrusse la grande città inglese/pirata di Port Royal sarebbe stato un antico dio caraibico, stanco della dissolutezza e dell'avidità degli europei.
Così, mentre molto più a nord, in una cittadina del New England chiamata Salem, il reverendo Cotton Mather, fino ad allora famoso per aver spedito alla forca molti pirati, condannava al rogo una domestica indiana che aveva provocato delle convulsioni a due bambini, dando ufficialmente inizio a quella che sarebbe rimasta famosa come la caccia alle streghe, il famigerato covo giamaicano veniva travolto e seppellito da ondate alte decine di metri, che distrussero due terzi della città e uccisero migliaia di persone. La violenza del maremoto fu tale che la penisola di Palisadoes, dove sorgeva l'antico cimitero in cui, nel 1688, era stato sepolto il corsaro Henry Morgan, si frantumò e divenne un'isola.
Rhum
Storie in cui si narrava di filibustieri troppo ubriachi per governare la nave o per combattere erano frequentissime, nei porti caraibici. Nelle loro crapule i pirati erano inoltre dotati di un incredibile humour nero. Capitò in un’occasione che un gruppo di bucanieri, nel simulare un processo per pirateria, fra le risate generali portarono davvero a termine l’esecuzione di un compagno. Altri bizzarri episodi accadevano nei saccheggi delle chiese: durante un assedio in una città della Tierra Firma (Sud America), pirati inglesi bevvero liquore dalle coppe destinate alle ostie consacrate e usarono il saio di un frate come grembiule da cucina.
Voodoo
Si sviluppò fra gli schiavi neri di Hispaniola deportati da spagnoli e pirati nel XVII secolo. Il voudun è una mescolanza di credenze di culti religiosi dell’Africa Occidentale, del Cattolicesimo e del cerimoniale magico dei Grimoires, testi di stregoneria francesi. Molti pirati, probabilmente, seguirono anche questi riti per i loro personali patti con le forze oscure.
Tesori sepolti
Uno dei primi uomini che ebbero l’idea di andare a scovare i numerosi tesori che i galeoni avevano lasciato al mare in seguito a tempeste, coralli taglienti o pirati, fu William Phipps, nato nel 1651 a Boston e ventunesimo figlio di una famiglia puritana. Come riconoscenza per avergli salvato la vita, un vecchio, in passato scampato al naufragio di un galeone, gli rivelò il punto dove giacevano i resti della grande nave. Da lì, l'inizio della sua carriera di scopritore di ricchezze nascoste.
Il Jolly Roger
Roger, il Diavolo, per quelli della filibusta. Ecco la semplice interpretazione della famosa bandiera dei pirati. Ma anche una trasposizione di Jolie Rouge, un modo per dire bandiera rossa in francese. E infatti le prime bandiere dei pirati erano rosse, il colore del sangue. Il Jolly Roger, specie dalla fine del XVII secolo in poi, fu l’arma in più nelle mani dei filibustieri, il modo per incutere terrore nel nemico, per indurlo alla resa. La vecchia tattica dell’intimidazione, usata da tutti i teppisti del mondo, a ogni età.
Nella cultura popolare la bandiera dei pirati ha sfondo nero e raffigura un teschio con sotto due ossa incrociate, il simbolo seicentesco della Morte. In realtà i Jolly Roger erano molti. In pratica ogni capitano pirata aveva il suo.
Henry Avery usava la bandiera classica, mentre quella di Calico Jack aveva sotto di sé due sciabole, al posto delle ossa. Quella di Black Bart Roberts lo raffigurava in un brindisi con la Morte o, in una versione successiva, a cavallo di due teschi, con le sigle ABH e AMH, ovvero A Barbadian's Head (Una testa delle Barbados) e A Matrinican's Head (Una testa della Martinica).
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