Più volte rimandato, e questo, diciamocelo, non ha fatto altro che aumentare le aspettative per questo benedetto trailer, annunciato per le 15.00 di oggi e messo online a sorpresa dal sito Shurtugal.com. Finalmente viene rivelato il vero aspetto di Saphira, causa dei continui ritardi nella programmazione del trailer. Eccola: feroce all'occorrenza, combattiva nell'armatura elfica, agile nel volo.

Vediamo come la descrive Paolini:

Origini:

Figlia di Iormúngr, un drago legato a un Cavaliere, e di Pervada, che significa Squarciatempeste, entrambi morti durante la caduta dei Cavalieri.

Pervada, un drago selvatico e solitario, aveva deposto molte uova, ma ne aveva affidato soltanto uno ai cavalieri: Saphira.

Saphira sceglie Eragon come suo Cavaliere. Il suo uovo blu intenso candidamente marezzato, che il giovane ritrova al centro di uno spiazzo devastato di una piccola valle della Grande Dorsale, la catena di monti selvaggi che si estende lungo tutto il territorio di Alagaësia, si schiude solo in sua presenza. 

 

Crescita:

Alla nascita Saphira è lunga appena quanto l’avambraccio di Eragon, eppure ha un'aria nobile e dignitosa. Le squame sono blu zaffiro, lo stesso colore dell’uovo. Le ali sono molto più lunghe del corpo, costituite da tessuto somigliante a una vecchia pergamena, tiepida e vellutata, listate di sottili nervature d'osso che si estendono dal bordo frontale, formando una serie di artigli distanziati. 

 

La testa è triangolare, e dalla mascella superiore spuntano due piccole e bianche zanne affilate. Gli occhi profondi sono azzurro ghiaccio. Le unghie sono bianche come lucido avorio, e ricurve. Lungo la spina dorsale, dalla base della testa fino alla coda, corre una cresta di punte acuminate. Dove le spalle si uniscono al collo, le punte sono più distanziate che altrove, e lasciano uno spazio vuoto.

 

Nella prima settimana Saphira raddoppia la sua taglia. In un mese la spalla della dragonessa arriva al gomito di Eragon. Da piccola e indifesa creatura si è trasformata in una bestia possente con squame dure come maglia di un’armatura e zanne affilate come pugnali.

A quasi sei mesi di età, Saphira è molto più grande. Le sue ali sono enormi e robuste: ogni centimetro è necessario per sollevare il suo corpo muscoloso e le ossa pesanti. Le zanne che sporgono dalle sue labbra sono grosse quanto il pugno di Eragon, e le punte affilate come una spada.

A quest’età i draghi sono in grado di accoppiarsi e sputare fiamme. Più un drago è maturo, maggiore è il tempo in cui può sostenere l'inferno ruggente tra le fauci, fiamme in grado di sciogliere il metallo che guizzano fra zanne d'avorio e lingua senza intaccarle.

Un drago non smette mai di crescere. La maggior parte dei draghi ha la taglia di una casa, e anche i piccoli hanno un’apertura alare superiore a trenta metri.

Alcuni degli antichi draghi, prima di essere sterminati, avevano dimensioni di grandi colline.

Gedwéy ignasia

Fin dalla nascita il drago ‘marchia’ il Cavaliere che ha scelto. La prima volta che Eragon posa la mano sul drago, un lampo di gelida energia l’attraversa bruciandogli le vene come fuoco liquido, lasciando al centro del palmo un lucido ovale bianco, il Gedwéy ignasia.

Il Gedwéy Ignasia
Il Gedwéy Ignasia

In quello stesso momento si instaura il rapporto mentale fra drago e Cavaliere, e con il suo marchio il drago dona al Cavaliere la possibilità di operare magie.

 

Il legame che si forma tra un Cavaliere e il suo drago non è altro che una versione perfezionata del legame che già esiste fra le razze. L’umano o l’elfo diventa più forte e più bello, mentre alcuni tratti feroci del drago vengono temperati da un aspetto più mite.

Le anime, le identità, sono saldate alla radice. Un rapporto che va oltre il semplice collegamento mentale. Così profondo che quando un drago o un cavaliere è ferito deve indurire il proprio cuore e recidere il legame per proteggere l’altro da inutili sofferenze, persino dalla pazzia.

 

L’origine del sodalizio è un incantesimo nato alla fine della guerra tra elfi e draghi e dalla creazione dei Cavalieri, i custodi della pace fra le due razze. I più grandi stregoni degli elfi impiegarono nove anni per elaborare l’incantesimo necessario a legare le due razze con la magia.

L’unione cambiò le razze. I draghi acquistarono l’uso della favella e di altre insidie della civilizzazione, mentre gli elfi condivisero la longevità dei draghi, poiché fino a quel momento la loro vita durava quanto quella degli umani.

Insito nell’incantesimo tutelato dalla regina Tarmunora c’è il meccanismo che consente a un cucciolo di essere legato al suo Cavaliere.

 

Quando un drago decide di dare un uovo ai Cavalieri, si pronuncia un incantesimo, teso a impedire che l’uovo si schiuda se non in presenza della persona a cui intende legarsi. Dato che i draghi possono restare nell’uovo per un periodo indefinito, il tempo non è un problema, né il cucciolo subisce alcun danno.

 

Saphira si nutre di carne, ovviamente, ma non disdegna il Faelnir, distillato di bacche di sambuco macinate e raggi di luna filati, di cui è ghiotta al punto da ubriacarsene.

Saphira al cinema:

L'uovo, innanzitutto. Un vero gioiello; nessuno potrebbe sospettare che la pietra luminescente racchiuda un tesoro scaglioso. Lungo due spanne, lo vediamo sparire dalle mani di Arya per ricomparire con un bagliore di fronte a Eragon: una licenza filmica.

Saphira sembra avere le ali piumate, si riesce a notare il particolare in un paio di sequenze, in particolare in quella della planata, ma è giusto una forte sensazione, in altre sequenze la trama delle ali appare più compatta.

Saphira nel trailer si scontra con una creatura zannuta cavalcata da Durza. Nessuna traccia dell'essere nel primo libro. Possiamo ipotizzare che i Lethrblaka, i mostruosi progenitori dei Ra'Zac, anticipino la loro apparizione.

In un'altra sequenza si scorgono Eragon e Saphira nelle splendide armature che nel corso dei romanzi riescono a guadagnarsi solo dopo la visita a Ellesmera. Insomma, pare proprio che la lista delle licenze che gli sceneggiatori si sono prese sia molto lunga.