In questo secondo romanzo del Ciclo di Kushiel incontriamo nuovamente Phèdre no Delaunay, cortigiana del regno di Terre d'Ange e prescelta di Kushiel, lo spietato angelo della giustizia. Il libro si apre dove il primo aveva concluso e continua come se ci fossimo appena lasciati, raccontando di come Phèdre scelga di tornare al servizio del suo paese sfruttando le due cose che sa fare meglio: la spia e la cortigiana. Avendo saputo che un antico nemico è nuovamente all'opera, la giovane donna si mette in caccia per anticipare e fermare una cospirazione con radici molto vicine al trono. La ricerca della verità porterà Phèdre in un viaggio sia personale che geografico attraverso mezza Europa, allontanandola da ciò che ha di più caro e costringendola a venire a patti con i lati oscuri della propria natura.
In questo secondo capitolo Jacqueline Carey non delude le aspettative dei lettori che si sono avvicinati al mondo misterioso e sensuale di Terre d'Ange, terra di un immaginario rinascimento europeo dove gli dei, le loro lotte e i loro desideri sono una realtà tangibile.
Per qualità narrativa La Prescelta e l'Erede è migliore del suo predecessore, già ottima prova che abbiamo recensito qui: www.fantasymagazine.it/libri/5494/. La Carey si conferma un'autrice di valore, capace sia nella descrizione delle situazioni che nel tratteggio dei personaggi. Ancor più importante, le va riconosciuta un'estrema abilità nel tenere le fila di un'epopea di grande respiro che si sviluppa attraverso quattro paesi - con relativi usi, costumi e società - senza disperdersi o impoverirsi. Ogni avvenimento è funzionale agli sviluppi della storia, ogni nuovo incontro o luogo ha un significato preciso. Anche le descrizioni sessuali piuttosto esplicite su cui la scrittrice indugia sono motivate e quasi necessarie, viste la natura e l'occupazione della protagonista.
Appassionata d'arte e di viaggi, la Carey ha sfruttato queste sue passioni nella scrittura, dando alle terre inventate del suo mondo un'intrinseca credibilità. Ad esempio, parte del romanzo è ambientato nel regno de La Serenissima, una (quasi) dichiarata copia di Venezia ai tempi delle Signorie italiane. Allo stesso modo ognuno dei paesi visitati da Phèdre è la variazione sul tema di uno realmente esistente, dalla Francia alla Grecia.
I personaggi - vecchi e nuovi - sono complessi e affascinanti. Ancora una volta un plauso particolare va alla creazione di Phèdre, sicuramente una delle protagoniste più atipiche del fantasy. La cortigiana masochista mossa da fervore religioso evolve rispetto al primo romanzo del ciclo, Il Dardo e la Rosa, ma non cede alla tentazione di mutare troppo e troppo in fretta. Ad un occhio distaccato il suo personaggio è tanto assurdo da essere surreale, eppure, incredibilmente, funziona. E anche molto bene.
Il frasario ricercato e preciso utilizzato dalla scrittrice (e reso discretamente dalla traduzione di Elisa Villa) è estremamente importante per la resa della storia. I singoli termini, le frasi brevi e d'impatto, creano un crescendo di tensione che, un tassello dopo l'altro, esplode nei punti salienti del romanzo. Abbastanza sorprendentemente, questi sono più di uno e non si risolvono solo nel finale. E qui la tecnica della Carey è al suo meglio. Si veda la scena a La Dolorosa, ad esempio: più che descrizioni sono dei colpi di maglio.
La Prescelta e l'Erede è lungo 750 pagine non perché l'autrice tiri in lungo una storia che potrebbe essere chiusa meglio 80 pagine prima, ma perché c'è abbastanza materiale da riempire tre romanzi. Incisiva e originale, la storia di Phèdre, Joscelin e del regno di Terre d'Ange si conferma una lettura interessante.
18 commenti
Aggiungi un commentoPersonalmente, invece, questo libro mi ha deluso un pò. Forse le aspettative alte che avevo dopo il dardo e la rosa (insuperabile) mi hanno tirato il classico tiro mancino.
Di certo terre d'ange vengono maggiormnente definite nelle loro differenze col resto del mondo, anche Fedre è più completa come personaggio. Mah.... Stesso schema narrativo del libro precedente, stesso approccio investigativo, stesse traversie fisiche e psicologiche per la protagonista, stesso happy end finale e stessa porta spalancata al 3 libro. Insomma, nessuna novità. Nessuna avvisaglia dell'originalità del Dardo e la Rosa. Ciò non toglie che leggerò l'ultimo libro della trilogia e forse sarò la prima a comprarlo nella mia libreria, come accaduto per la prescelta!!
Da patita fanatica(trlasciando il fatto che ne sono fissata) di questa trilogia, per curiosità sono tornata a vedere se c'erano altri commenti mentre avrei dovuto fare la relazione per un altro libro (oibhò).
Per lo stesso motivo provo a giustificare ingiustamente le vostre obiezioni...di libri ne ho letti u nbel pò nache se non magari abbastanza e con la dovuta attenzione ma vi posso assicurare che delle ripetizioni di tipi di avventure ce ne sono tantissimi tipi e la Carey non ne ha abbusato e quelle che ha adottato hanno dato forza al romanzo (purtroppo gli espedienti sono quasi sempre gli stessi nei fantasi, il cattivo, il traditore, il viaggio lontano, la battaglia finale...e,putroppo,la morte di qualche personaggio che aveva colpito il lettore (questo avviene praticamente in tutti i buon libri -.-'))
In quanto alle ripetzioni delle vicende passate, purtoppo è necessario sia per chi legge i seguiti dopo mesi (io l'ho letto dopo almeno un anno dal primo) sia per chi non ha letto i libri precedenti (vi posso assicurare che moltissima gente non inizia dall'inizia...rabbrividisco...)
Comunque mi ha fatto piacere leggere anche delle obiezioni o finisce che mi fossilizzo!!!
ciao a tutti a me questo libro mi è piacito tantissimo quasi come il dardo e la rosa
Che dire se non che il libro mi è piaciuto e che ho trovato magistrali sia la recensione sia l'analisi che ne ha fatto Gwenny?
Soprattutto La prescelta e l'erede non delude per quanto riguarda l'evoluzione di Phédre.
Seppur due autrici assolutamente diverse, a mio personalissimo e opinabile giudizio, la Carey riuscirà a consolare gli "orfani" della Bradley.
Mi trovo perfettamente d'accordo, anguisette.
Anzi, direi che, per parte mia, c'è riuscita appieno: praticamente nel mio olimpo personale stanno ormai sullo stesso piano.
Di seguito, SPOILER.
Assolutamente d'accordo con te. Ovvio, appunto. Ma il pensiero non mi ha minimamente sfiorato la mente sino a quando non ho letto quel terribile "Ciao, Phèdre".
Anch'io l'avevo letto pochi giorni prima, e infatti quelle parti, un po' irritata, le ho saltate. Ma credo che per qualcuno che l'ha letto molti mesi prima possa essere utile.
In conclusione, bel romanzo davvero, non vedo l'ora di leggere il terzo, e soprattutto di vedere il nuovo evolversi del rapporto tra Joscelin e Phèdre, ora che sono consorti.
/SPOILER
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